[autismo-biologia] deprescrizione di psicofarmaci

ciro ruggerini ciro.ruggerini a gmail.com
Lun 16 Ott 2023 11:26:02 CEST


Daniela grazie per queste informazioni.

Continuiamo a leggere revisioni della letteratura in cui si registra - da
decine di anni! - un allarme per la sovramedicazione delle persone con DI e
DSA ma poche o nessuna ricerca sulla (possibile!) deprescrizione che è
possibile!.

Ciro Ruggerini

Il giorno sab 14 ott 2023 alle ore 10:42 daniela <daniela a autismo33.it> ha
scritto:

> E’ stato recentemente pubblicato l’articolo
>
> Adams D, Hastings RP, Maidment I, Shah C, Langdon PE. Deprescribing
> psychotropic medicines for behaviours that challenge in people with
> intellectual disabilities: a systematic review. BMC Psychiatry. 2023 Mar
> 28;23(1):202. doi: 10.1186/s12888-022-04479-w. PMID: 36978032; PMCID:
> PMC10044393.
> https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10044393/
>
> L’articolo affronta una problematica che è stata più volte affrontata
> anche su questa lista: la deprescrizione di psicofarmaci nelle persone
> con disabilità intellettiva e comportamenti problema
>
> http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2020-August/003891.html
>
> http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2021-March/004128.html
>
> http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2020-September/003929.html
>
> Sia i medici che le associazioni per la difesa dei diritti da qualche
> anno hanno preso coscienza del fatto che ai disabili intellettivi
> vengono somministrati psicofarmaci, soprattutto antipsicotici, per
> periodi di tempo lunghissimi, spesso a vita. Il motivo più frequente per
> cui gli psicofarmaci vengono iniziati, talora in tenera età, è la
> presenza di comportamenti problema. Una volta iniziati, questi
> trattamenti vengono spesso continuati per la vita, non sempre con il
> dovuto monitoraggio.
> Tutto questo rende problematica la deprescrizione soprattutto degli
> antipsicotici.
> Quando si intraprende la strada della deprescrizione, si assiste spesso
> ad un peggioramento delle condizioni del paziente, che spinge a credere
> che il farmaco faccia bene e perciò non sia eliminabile. Questo non si
> puo’ sempre escludere ma, se il calo della dose di farmaco è troppo
> rapido, il peggioramento puo’ essere dovuto all’effetto rimbalzo, in
> rapporto con il blocco dei recettori della dopamina indotto dai farmaci,
> che  ha come conseguenza l’aumento dei recettori e dunque un aumentato
> effetto della dopamina stessa.
>
> E’ ormai assodato che la deprescrizione di antipsicotici deve avvenire
> gradualmente, con una gradualità che deve essere in relazione sia con la
> dose del farmaco sia con la durata dell’assunzione. Questo per non
> incorrere nel fenomeno della up-regulation, prima ricordata.
>
> Partendo dalla constatazione che nessun farmaco psicotropo ha le
> autorizzazioni all’immissione in commercio per i comportamenti problema
> in assenza di co-occorrenze  psichiatriche, gli autori fanno una
> rassegna dei lavori sulla deprescrizione in disabili intellettivi di
> ogni età, per evidenziarne gli effetti sui comportamenti problema e sula
> salute fisica e mentale.
>
> I lavori esaminati sono molto eterogenei per cui è difficile trarre
> delle conclusioni generali. Sono comunque emersi dei dati interessanti.
>
> Davide Gerrard e colleghi hanno fatto una sperimentazione controllata
> come si fa con un farmaco sperimentale.  Hanno diviso i pazienti in due
> gruppi, di 25 e 29 persone. Al primo gruppo la deprescrizione è stata
> associata al Positive Behaviour Support (PBS) somministrato da un team
> specialistico; al gruppo di controllo la deprescrizione non è stata
> accompagnata da nessuna azione diversa rispetto a quanto veniva fatto
> prima.
> La percentuale di successo nella riduzione e nella sospensione completa
> dei farmaci è stata significativamente più alta nel gruppo in cui il PBS
> veniva erogato.
>
>
> https://www.emerald.com/insight/content/doi/10.1108/AMHID-12-2018-0051/full/html
>
> Non tutti gli autori descrivono dettagliatamente se la deprescrizione è
> stata associata ad alternative non farmacologiche.  Tutti comunque
> concludono che in generale gli effetti positivi sul comportamento e
> sulla salute fisica e mentale sono associati ad un modello
> multidisciplinare concomitante alla deprescrizione.
>
> Gerda M de Kuijper  e Pieter J Hoekstra    hanno riportato buoni
> risultati, consistenti nella sospensione completa dei farmaci e nel suo
> mantenimento al follow up  nel 40% di un gruppo di 129 disabili
> intellettivi ospiti di una residenza.
> La riduzione del dosaggio fino alla sospensione è stata fatta in 14
> settimane con riduzione del 12,5% della dose iniziale ogni due settimane
>
> https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29920689/
>
> Alcuni autori riportano una discinesia da sospensione, peraltro
> transitoria, durante la riduzione di antipsicotici tipici.
> Diversi autori riportano effetti benefici sulla salute generale, in
> particolare una riduzione del sovrappeso e della pressione arteriosa.
>
> Questo lavoro ha documentato che una diminuzione del dosaggio di
> psicofarmaci, in particolare di antipsicotici, nei disabili intellettivi
> con o senza autismo, fino alla sospensione totale, è possibile in una
> buona percentuale di casi, senza che vi sia un peggioramento dei
> comportamenti problema.
>
> Per prevenire le problematiche dell’ “overprescribing “ e della
> conseguente difficile deprescrizione  la prima cosa da fare sarebbe
> quella di prescrivere gli psicofarmaci  solo quando non ci sono
> alternative, quando i benefici si dimostrino superiori ai rischi e per
> il minor tempo possibile
>
>     Daniela Mariani Cerati
>
>
>
>
> _______________________________________________
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