[autismo-biologia] ancora sugli antipsicotici
daniela
daniela a autismo33.it
Dom 23 Ago 2020 15:38:55 CEST
Il 2 marzo scorso abbiamo discusso il problema dell’assunzione a
lunghissimo termine, spesso a vita, dei farmaci antipsicotici, detti
anche neurolettici, e della strategia proposta dallo psichiatra francese
René Tuffreau volta alla sospensione di detti farmaci
http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2020-March/003669.html
Un articolo di Horowitz e colleghi del 5 agosto scorso
https://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/article-abstract/2769191
si pone lo stesso problema riferito alla schizofrenia.
Già nel messaggio citato abbiamo parlato delle analogie e delle
differenze tra le due condizioni, ma molte considerazioni fatte
nell’articolo di Horowitz valgono per i neurolettici in quanto tali,
indipendentemente dall’indicazione per la quale vengono assunti, e
quindi anche per l’autismo.
Innanzitutto un importante richiamo alla neurobiologia.
"molecular imaging studies in individuals with schizophrenia have found
increased D2/D3 receptor availability in those who had been exposed to
antipsychoticmedication but not in antipsychotic-naive patients"
Ciò significa che l’aumento dei recettori per la dopamina è in rapporto
non con la malattia, ma con l’esposizione agli antipsicotici.
Questo è un meccanismo comune a molti farmaci che hanno come meccanismo
d’azione il blocco di recettori, vedi ad esempio i beta bloccanti, che
inducono un aumento dei recettori per le catecolamine per cui, se
vengono sospesi bruscamente, senza una graduale diminuzione, espongono
l’organismo a una eccessiva stimolazione adrenergica.
Subito dopo la sospensione il ritorno dei sintomi per i quali gli
antipsicotici sono stati dati non significa necessariamente che quel
paziente abbia davvero bisogno di antipsicotici, ma può essere un
effetto della rapida sospensione dovuta al meccanismo sopra descritto.
Una prova di questo è il fatto che sintomi psicotici sono comparsi in
persone che non avevano mai avuto psicosi in precedenza, ma che
avevano assunto antipsicotici per nausea o per difficoltà nella
lattazione. Questo a dimostrazione del fatto che la brusca sospensione
degli antipsicotici era la sola causa dei sintomi psicotici e non certo
il ritorno di una sintomatologia che questi pazienti non avevano mai
avuto.
"This is evidenced by the occurrence of psychotic symptoms in people
without a psychotic disorder who abruptly stop taking antipsychotics
used to treat other conditions, such as nausea or lactation
difficulties"
Gli antipsicotici sono bloccanti dei recettori D2 e D3 della dopamina e
il blocco di questi recettori induce un aumento degli stessi per cui, se
togliamo bruscamente il blocco, la dopamina endogena troverà un maggior
numero di recettori e produrrà i sintomi di una eccessiva stimolazione
dopaminergica.
L’articolo propone due modalità per una sospensione lenta e graduale
degli antipsicotici: una riduzione lineare e una riduzione iperbolica
del dosaggio. Per la descrizione dettagliata delle due modalità rimando
alla lettura dell’articolo per i professionisti interessati.
Per parte mia riporto il caso, simile a tanti altri, di una cinquantenne
con autismo
Paola ha ora 51 anni. Ha iniziato ad assumere neurolettici all'età di 7
anni, prima Neuleptil associato al Depakin, fino all'età di 19-20 anni,
quando è passata al Serenase, associato al Depakin e nel 2005 ha
iniziato a prendere lo Zyprexa (sempre assieme al Depakin).
Qualche mese fa la sorella di Paola mi ha scritto preoccupata perché
Paola presentava disturbi della deglutizione. Io ho avanzato l’ipotesi
che un fattore favorente potesse essere lo Zyprexa.
Il medico della residenza di cui Paola è ospite ha preso in
considerazione questa ipotesi e in modo lento e graduale ha iniziato a
diminuire il dosaggio.
Qualche giorno fa la sorella mi ha scritto
“Sia la dottoressa che l'educatrice mi hanno comunicato che Paola sta
rispondendo molto bene alla graduale riduzione del Neurolettico Zyprexa
che avevo richiesta grazie al tuo aiuto: in pratica non ci sono, al
momento, variazioni nel comportamento di Paola e, secondo la dottoressa,
mia sorella potrebbe anche non avere bisogno di sostituirlo con un altro
(anche a me è apparsa tranquilla e allerta, serena e sorridente).
Considerato che questi neurolettici hanno così tanti effetti collaterali
e che forse Paola continuava ad assumerlo senza averne davvero bisogno,
sono buone notizie e non ti ringrazierò mai abbastanza per i consigli e
l'avermi aiutato nell'iniziare il processo….La dottoressa mi ha
riferito: "Dal punto di vista della deglutizione va bene, permane il
bruxismo ma in maniera fluttuante".
Per concludere ricorderei uno dei principi basali della Medicina “Primum
non nocere”. Prima di iniziare trattamenti nuovi, cerchiamo di rivedere
i trattamenti in atto e chiediamoci se non sia il caso di diminuire o
sospendere, con le modalità raccomandate, ciò che può essere non solo
inutile, ma anche dannoso.
Daniela Mariani Cerati
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