[autismo-biologia] un libro da leggere e meditare: considerazioni sui farmaci antiepilettici
daniela
daniela a autismo33.it
Gio 25 Nov 2021 20:47:21 CET
Per quanto riguarda la terapia farmacologica il primo autore, Ciro
Ruggerini, prende in considerazione, oltre ai neurolettici, anche
un’altra classe di farmaci ampiamente usati nei disabili
intellettivi: gli antiepilettici. Come già abbiamo detto in altri
messaggi, in età adulta c’è l’aggravante che, a differenza che nell’età
minorile, ci sono due specialisti a prescrivere
i farmaci: lo psichiatra per i neurolettici e il neurologo per gli
antiepilettici, col rischio che i due non si parlino mai e che ciascuno
veda solo un braccio della bilancia:
i comportamenti per lo psichiatra e le crisi per il neurologo.
Anche per gli antiepilettici c’è il rischio di abbandonarsi alla forza
d’inerzia e di continuare a vita delle prescrizioni farmacologiche,
senza porsi dei problemi sulla opportunità di
continuare o meno il farmaco e/o di modificare la posologia.
Ruggerini ha evidenziato due fattori molto importanti di miglioramento:
dare una tesi a una specializzanda (Clementina La Cava) e avvalersi
della consulenza di un centro esperto:
nel suo caso la clinica pediatrica universitaria diretta dal Prof
Giovanni Battista Cavazzuti.
La ricerca – azione di Ruggerini parte dalla constatazione che 30 ospiti
su 52 assumono farmaci antiepilettici e che sono presenti importanti
effetti collaterali, tra cui una sedazione eccessiva,
che mina la qualità di vita degli ospiti.
Lo studio sugli antiepilettici è durato tre anni, dal marzo 1993 al
marzo 1996, durante i quali la specializzanda ha avuto incontri
settimanali o quindicinali con gli assistenti e gli educatori
del Charitas per determinare il numero degli episodi critici e degli
effetti collaterali.
Oltre all’anamnesi fatta con gli operatori, sono stati predisposti esami
sieroematici, ElettroEncefaloGrammi e dosaggi ematici dei farmaci.
Come prima cosa si sono evidenziati due gruppi:
23 ospiti con frequenza delle crisi sporadica
7 ospiti con frequenza pluriquotidiana
Il monitoraggio, condotto come sopra riferito, ha portato a questi
risultati
In 2 casi si è passati da una politerapia a una monoterapia
In 6 casi si è ridotto il dosaggio con uguale efficacia e riduzione
degli effetti collaterali
In 7 casi la modifica della terapia ha portato ad un netto
miglioramento del comportamento, tanto che in tre di questi si è sospesa
o ridotta la terapia con neurolettici
In alcuni casi si è giunti al compromesso di accettare qualche crisi
epilettica al mese con migliore qualità della vita per minori effetti
collaterali dei farmaci
In 6 casi si è giunti ad una definizione più accurata degli episodi
critici, distinguendoli da episodi di natura non epilettica
In 5 casi non è stato possibile modificare la terapia.
Meraviglia il fatto che degli antiepilettici si parli di effetti
positivi sulle crisi epilettiche e negativi sul comportamento, quando è
una diffusa abitudine prescrittiva quella
di dare alcuni antiepilettici anche in assenza di epilessia, nella
presunzione che essi possano avere effetti positivi sul comportamento,
forse per analogia con il loro uso come
equilibratori dell’umore nel disturbo bipolare in persone senza disturbi
del neurosviluppo.
Credo che queste ricerche sul campo siano molto utili e che debbano
essere pubblicate al pari delle ricerche, ritenute più nobili, compiute
mediante sperimentazioni in doppio cieco.
Non è la prima volta che leggiamo che i farmaci antiepilettici hanno
effetti indesiderati sul comportamento e di questo i prescrittori
dovrebbero tenere conto
Vedi messaggio del giugno 2011
http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2011-June/000444.html
Daniela Mariani Cerati
Il 2021-11-24 14:01 daniela ha scritto:
> E’ stato pubblicato, il 18 ottobre scorso, il libro “La passione del
> possibile. Trent’anni del Charitas di Modena (1990 – 2020): un impegno
> in evoluzione”
>
> https://www.unilibro.it/libro/ruggerini-ciro-rebecchi-mauro-seghedoni-paolo/passione-possibile-trent-anni-charitas-modena-1990-2020-impegno-evoluzione/9788869880780
>
> Il libro lo consiglio a tutti coloro che sono interessati alla
> disabilità intellettiva in età adulta, ma, per continuare la
> discussione sull’uso degli psicofarmaci nei disabili intellettivi
> adulti, molti dei quali con associato disturbo dello spettro
> autistico, vorrei soffermarmi su quanto descritto nel capitolo 9
> “L’assistenza medica: costruzione di una rete per una “medicina
> specializzata ma non speciale”
>
> Il primo autore, Ciro Ruggerini, docente all’Università di Modena e
> consulente del Charitas, nell’anno accademico 1995 – 96, ha assegnato
> alla specializzanda Angela Russo la tesi dal titolo
> “Razionale dell’uso di psicofarmaci in una popolazione di soggetti con
> ritardo mentale istituzionalizzati”
>
> La ricerca ha rilevato quanto segue.
> All’inizio del 1993, 35 dei 53 ospiti del Charitas assumevano almeno
> uno psicofarmaco associato o meno a un farmaco antiepilettico.
> Le variazioni qualitative o quantitative dei farmaci prescritti
> avvenivano per lo più in momenti di “crisi”, cioè di modificazione
> comportamentali “critiche” degli ospiti.
> Da qui la domanda “Quali effetti puo’ avere una modificazione della
> pratica prescrittiva introducendo una prassi di controllo sistematico
> delle terapie anche al di fuori degli episodi critici?”
>
> I criteri seguiti nella revisione sistematica erano due e inseguivano
> una domanda
> sull’appropriatezza della cura (“l’ospite sta assumendo il farmaco
> adatto al suo disturbo?”)
> e una sul dosaggio (“l’ospite sta assumendo il dosaggio minimo
> efficace?”)
>
> Nel gennaio 1993 si è passati da una rivalutazione degli psicofarmaci
> fatta solo nei momenti di crisi ad una valutazione quasi settimanale
> dei comportamenti e dei sintomi
> attraverso un’interazione diretta con gli ospiti, gli assistenti e gli
> educatori oppure con una lettura dei diari relativi al comportamento
> giornaliero tenuto dagli assistenti dei gruppi
>
> Lo studio si protrasse dal gennaio 1993 all’agosto 1996.
> Risultato: dei 35 ospiti che assumevano neurolettici, 11 hanno avuto
> una sospensione completa oppure una riduzione drastica del dosaggio.
>
> I fattori che hanno reso possibile questo cambiamento sono stati:
> 1) Il miglioramento delle diagnosi di Disturbo Mentale associato alla
> condizione di Disabilità Intellettiva
> 2) Il riconoscimento di problemi internistici (una gastrite prima
> misconosciuta è stata curata con terapia appropriata e ha permesso di
> sospendere gradualmente i farmaci neurolettici)
> 3) La constatazione di assenza di disturbi mentali e di presenza di
> “stereotipie gestuali”
> 4) Il riconoscimento di vistosi effetti collaterali che imponevano la
> revisione della terapia
> 5) Il caso: Un ospite, ricoverato in ospedale per problemi
> internistici, non aveva assunto gli psicofarmaci durante la degenza e,
> data la mancanza di peggioramento, gli psicofarmaci
> non erano stati ripresi e questa mancata ripresa non ha creato
> problemi.
>
> Le indicazioni che conseguono a queste rilevazioni sono insite nelle
> rilevazioni stesse
>
> 1) La revisione della terapia neurolettica deve essere costante e non
> avvenire solo nei momenti “critici”
> 2) È difficile prescrivere un farmaco appropriato e ancor di più è
> difficile ridurre una terapia una volta instaurata e in una situazione
> di “apparente buon compenso”
> 3) La prescrizione di una terapia neurolettica richiede che sia
> formulata una diagnosi per la quale essa è appropriata
> 4) I problemi di comportamento non possono essere trattati in primis
> con una terapia neurolettica, ma devono essere affrontati considerando
> anche i fattori contestuali, le terapie
> e i disturbi internistici co-occorrenti
>
> Ho riportato quanto sopra per continuità con quanto ampiamente
> discusso in questa lista sull’uso dei famaci neurolettici, altrimenti
> detti antipsicotici
>
> http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2020-March/003669.html
>
> ma il libro è ricchissimo di informazioni sulla vita del centro
> Charitas, sulla sua evoluzione nel corso dei decenni e sulla tensione
> ideale al miglioramento costante.
>
> Sperando di avere invogliato gli iscritti a leggere il libro, faccio i
> complimenti a Ciro Ruggerini e agli altri autori e mi riprometto di
> tornare su altri aspetti richiamati dal libro
> Daniela Mariani Cerati
>
>
>
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> _______________________________________________
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