[autismo-biologia] un libro da leggere e meditare

daniela daniela a autismo33.it
Mer 24 Nov 2021 14:01:27 CET


E’ stato pubblicato, il 18 ottobre scorso, il libro “La passione del 
possibile. Trent’anni del Charitas di Modena (1990 – 2020): un impegno 
in evoluzione”

https://www.unilibro.it/libro/ruggerini-ciro-rebecchi-mauro-seghedoni-paolo/passione-possibile-trent-anni-charitas-modena-1990-2020-impegno-evoluzione/9788869880780

Il libro lo consiglio a tutti coloro che sono interessati alla 
disabilità intellettiva  in età adulta, ma, per continuare la 
discussione sull’uso degli psicofarmaci nei disabili intellettivi
adulti, molti dei quali con associato disturbo dello spettro autistico, 
vorrei soffermarmi su quanto descritto nel capitolo 9
“L’assistenza medica: costruzione di una rete per una “medicina 
specializzata ma non speciale”

Il primo autore, Ciro Ruggerini, docente all’Università di Modena e 
consulente del Charitas, nell’anno accademico 1995 – 96, ha assegnato 
alla specializzanda Angela Russo la tesi dal titolo
“Razionale dell’uso di psicofarmaci in una popolazione di soggetti con 
ritardo mentale istituzionalizzati”

La ricerca ha rilevato quanto segue.
All’inizio del 1993, 35 dei 53 ospiti del Charitas assumevano almeno uno 
psicofarmaco associato o meno a un farmaco antiepilettico.
Le variazioni qualitative o quantitative dei farmaci prescritti 
avvenivano per lo più in momenti di “crisi”, cioè di modificazione 
comportamentali “critiche” degli ospiti.
Da qui la domanda “Quali effetti puo’ avere una modificazione della 
pratica prescrittiva introducendo una prassi di controllo sistematico 
delle terapie anche al di fuori degli episodi critici?”

I criteri seguiti nella revisione sistematica erano due e inseguivano 
una domanda
sull’appropriatezza della cura (“l’ospite sta assumendo il farmaco 
adatto al suo disturbo?”)
e una sul dosaggio (“l’ospite sta assumendo il dosaggio minimo 
efficace?”)

Nel gennaio 1993 si è passati da una rivalutazione degli psicofarmaci 
fatta solo nei momenti di crisi ad una valutazione quasi settimanale dei 
comportamenti e dei sintomi
attraverso un’interazione diretta con gli ospiti, gli assistenti e gli 
educatori oppure con una lettura dei diari relativi al comportamento 
giornaliero tenuto dagli assistenti dei gruppi

Lo studio si protrasse dal gennaio 1993 all’agosto 1996.
Risultato: dei 35 ospiti che assumevano neurolettici, 11 hanno avuto una 
sospensione completa oppure una riduzione drastica del dosaggio.

I fattori che hanno reso possibile questo cambiamento sono stati:
1)	Il miglioramento delle diagnosi di Disturbo Mentale associato alla 
condizione di Disabilità Intellettiva
2)	Il riconoscimento di problemi internistici (una gastrite prima 
misconosciuta è stata curata con terapia appropriata e ha permesso di 
sospendere gradualmente i farmaci neurolettici)
3)	La constatazione di assenza di disturbi mentali e di presenza di 
“stereotipie gestuali”
4)	Il riconoscimento di vistosi effetti collaterali che imponevano la 
revisione della terapia
5)	Il caso: Un ospite, ricoverato in ospedale per problemi internistici, 
non aveva assunto gli psicofarmaci durante la degenza e, data la 
mancanza di peggioramento, gli psicofarmaci
non erano stati ripresi e questa mancata ripresa non ha creato problemi.

Le indicazioni che conseguono a queste rilevazioni sono insite nelle 
rilevazioni stesse

1)	La revisione della terapia neurolettica deve essere costante e non 
avvenire solo nei momenti “critici”
2)	È difficile prescrivere un farmaco appropriato e ancor di più è 
difficile ridurre una terapia una volta instaurata e in una situazione 
di “apparente buon compenso”
3)	La prescrizione di una terapia neurolettica richiede che sia 
formulata una diagnosi per la quale essa è appropriata
4)	I problemi di comportamento non possono essere trattati in primis con 
una terapia neurolettica, ma devono essere affrontati considerando anche 
i fattori contestuali, le terapie
e i disturbi internistici co-occorrenti

Ho riportato quanto sopra per continuità con quanto ampiamente discusso 
in questa lista sull’uso dei famaci neurolettici, altrimenti detti 
antipsicotici

http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2020-March/003669.html

ma il libro è ricchissimo di informazioni sulla vita del centro 
Charitas, sulla sua evoluzione nel corso dei decenni e sulla tensione 
ideale al miglioramento costante.

Sperando di avere invogliato gli iscritti a leggere il libro, faccio i 
complimenti a Ciro Ruggerini e agli altri autori e mi riprometto di 
tornare su altri aspetti richiamati dal libro
     Daniela Mariani Cerati









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