[autismo-biologia] presa in carico: quando e come?
daniela
daniela a autismo33.it
Sab 20 Maggio 2023 16:42:58 CEST
Per rispondere ai quesiti posti da Antonio Leonardo Fiorentino
http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2023-May/004940.html
copio quanto scrivono Whitney Guthrie e colleghi nell’articolo
Guthrie, W., Wetherby, A. M., Woods, J., Schatschneider, C., Holland, R.
D., Morgan, L., & Lord, C. E. (2023). The earlier the better: An RCT of
treatment timing effects for toddlers on the autism spectrum. Autism,
0(0). https://doi.org/10.1177/13623613231159153
https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/13623613231159153
"Early intervention can have long-term benefits for autistic children
(Anderson et al., 2014; Estes et al., 2015; Pickles et al., 2016), as
early differences in social attention associated with autism are
hypothesized to lead to cascading effects on learning and developmental
outcomes (Dawson et al., 2012; Klin et al., 2020).
A growing number of randomized controlled trials (RCTs) have
demonstrated the efficacy of naturalistic, developmental behavioral
interventions (NDBIs) in toddlers diagnosed with autism spectrum
disorder (ASD; Tiede & Walton, 2019)"
Mia traduzione
“L’intervento precoce puo’ avere benefici a lungo termine per i bambini
autistici (Anderson et al., 2014; Estes et al., 2015; Pickles et al.,
2016), dal momento che si ipotizza che le anomalie dell’attenzione
sociale associate all’autismo inducano effetti a cascata
sull’apprendimento e sul comportamento (Dawson et al., 2012; Klin et
al., 2020).
Un numero crescente di sperimentazioni randomizzate controllate ha
dimostrato l’efficacia di interventi naturalistici, evolutivi e
comportamentali in bambini piccolissimi”
Questa la premessa che gli autori fanno prima di presentare i risultati
di una sperimentazione volta a documentare l’efficacia di un intervento
abilitativo a partire dall’età di 18 mesi in bambini con diagnosi di
autismo, dimostrando che lo stesso intervento iniziato all’età di 27
mesi è meno efficace.
Per documentare l’efficacia di un intervento terapeutico è necessario
avere un gruppo di controllo composto da soggetti estratti a caso da un
unico gruppo e pertanto del tutto simile al gruppo di trattamento.
Il gruppo di controllo puo’ avere un trattamento placebo , nel caso si
tratti di farmaci, o equivalente al placebo, nel caso si tratti di
terapie non farmacologiche, ma il placebo o l’equivalente è considerato
non etico se esistono dei trattamenti di documentata efficacia. Alla
luce di queste considerazioni il gruppo di controllo è consistito in un
gruppo a cui veniva dato un trattamento di documentata efficacia, del
tutto simile a quello somministrato al gruppo di trattamento, ma
somministrato con una modalità diversa.
In un prossimo messaggio mi riprometto di illustrare questo importante
lavoro, che dimostra come iniziare lo stesso trattamento con 9 mesi di
ritardo comporta risultati inferiori.
Qui desidero sottolineare il fatto che gli autori hanno ritenuto non
etico dare un trattamento placebo a bambini di 18 mesi e pertanto al
gruppo di controllo hanno dato un trattamento attivo, in quanto non
sarebbe stato etico ritardare il trattamento ad una età superiore ai 18
mesi.
Se questo non è ritenuto etico nelle sperimentazioni, a maggior ragione
non deve essere ritenuto etico nella pratica clinica.
L’articolo citato è stato pubblicato il 15 marzo scorso, ma il disegno
della ricerca è stato fatto prima del 2007, dal momento che i bambini
sono stati reclutati tra il febbraio 2007 e il dicembre 2011 (Children
were recruited between February 2007 and December 2011).
Già allora pertanto vi erano evidenze sufficienti a fare ritenere
efficace il trattamento precoce a partire dai 18 mesi e non etico il non
trattamento.
La realtà dell’autismo come problema che richiede una preparazione da
parte del Servizio Sanitario Nazionale in sinergia con i servizi
educativi e sociali sta emergendo con forza e i Servizi si devono
adeguare sia dal punto di vista formativo che organizzativo.
Penso per analogia a quello che era la tubercolosi prima dell’avvento
degli antitubercolari e al posto che la terapia antitubercolare, fatta
allora soprattutto di residenze sanatoriali, occupava nella Sanità di
allora.
Qualcosa di analogo dovrebbe aver luogo oggi per l’autismo, a partire
dalla diagnosi e dal trattamento abilitativo nei primi due anni di vita
Daniela Mariani Cerati
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