[autismo-biologia] Omega-3 PUFAs and vitamin D co-supplementation as a safe-effective therapeutic approach for core symptoms of autism spectrum disorder: case report and literature review

daniela a autismo33.it daniela a autismo33.it
Mar 18 Dic 2018 12:08:47 CET


Il caso oggetto della pubblicazione di Infante e colleghi si puo’
inquadrare nella situazione di cui piú volte si é parlato in questa lista,
ovvero la comorbilitá psichiatrica nell’autismo

http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2018-November/003275.html

Nahar A e coll. hanno rilevato in una casistica di adulti con autismo e
comorbilitá psichiatrica che il disturbo bipolare occupava il 39.3% dei
casi. In tutte le comorbilitá   hanno poi rilevato una pessima risposta
agli psicofarmaci.
“Comorbid psychiatric illnesses in individuals with HFA show poor response
to treatment.”

Nel caso in questione sia gli psichiatri che i nutrizionisti hanno fatto
diagnosi di disturbo bipolare
Scrive Infante “Importantly, the externalizing symptoms initially
presented by our patient represent core diagnostic features of bipolar I
disorder mania. With this regard, a meta- analysis of six case–control
studies showed that patients with bipolar I disorder exhibit a marked
reduction in erythrocyte omega-3 PUFA levels compared to healthy controls,
thus implicating omega-3 deficiency in the pathophysiology of this
disorder24. EPA and DHA are inversely correlated with pro-inflammatory
cytokine levels26, and this could partly account for the increased levels
of these cytokines observed among patients with bipolar disorder. "

Dopo il clamoroso insuccesso dei farmaci che solitamente si danno per il
disturbo bipolare Infante e coll. hanno seguito una strada che é al limite
tra terapia e sperimentazione: documentare squilibri nell’ambito degli
acidi grassi poliinsaturi e correggerli nell’ipotesi che vi sia una
correlazione patogenetica  tra dismetabolismo lipidico e sindrome
bipolare. E la strategia é stata vincente.

Mi auguro che la pubblicazione di questo caso su una rivista
internazionale inviti gli psichiatri a iniziare fattive collaborazioni con
nutrizionisti qualificati per meglio documentare l’efficacia di questo
approccio, in modo da farlo diventare prassi comune e non eccezionale
        Daniela Mariani Cerati


> Nell’aprile 2016 é stato descritto su questa lista il caso di un giovane
> che presentava mensilmente delle crisi che venivano cosí descritte dal
> padre
>
> "Nel periodo che io quasi chiamerei "mestruale" a causa della sua cadenza,
> egli
> diventa cupo, la pelle volge ad una colorazione grigia, l'occhio perde la
> sua serenità e diventa "vagante", la sudorazione aumenta, la cute diventa
> più grassa, manifesta uno stato di agitazione costante (da animale
> braccato), spesso ha il battito cardiaco accelerato ed il respiro
> altrettanto. La sua collaborazione è assente. Il ritmo del sonno (già di
> per sé stesso non normale) subisce notevoli alterazioni e la melatonina
> sembra in questi periodi inefficace.
>
> http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2016-April/002089.html
>
> Il giovane é stato visto da numerosi psichiatri e tutti, pur senza
> consultarsi, hanno prescritto farmaci antiepilettici (carbamazepina e
> pregabalin) che peggioravano la situazione.
>
> Il padre, persona colta, era convinto che alla base di queste crisi vi
> fossero alterazioni metaboliche e, dopo lunghe ricerche, finalmente ha
> trovato un endocrinologo che lo ha preso in considerazione, confermando la
> sua ipotesi.
>
> Il giovane é stato sottoposto ad esami approfonditi che hanno evidenziato
> deficienza di vitamina D e alterazione del rapporto tra omega 6 e omega 3.
>
> La correzione di tali squilibri metabolici é andata di pari passo con la
> completa scomparsa delle crisi, il miglioramento dei sintomi propri
> dell’autismo e, ultimo ma non meno importante, la sospensione del
> risperidone.
> Il caso é stato pubblicato su una rivista prestigiosa, Nutritional
> Neuroscience
>
> https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/1028415X.2018.1557385
>
> Il successo di un caso dovrebbe stimolare gli studiosi a cercare altri
> casi simili, cosa che porterebbe grandi benefici ai pazienti, in quanto il
> riscontro di queste anomalie metaboliche ha una conseguenza terapeutica
> molto importante perché si tratta di terapia mirata, di integratori che
> non hanno effetti indesiderati e di  risparmio di terapie tutt’altro che
> mirate e con notevoli effetti indesiderati.
>
> Dal momento che io conosco personalmente il giovane oggetto della
> pubblicazione, vorrei rimarcare il fatto che si tratta di persona con
> grande appetito, ben nutrita e che ama esporsi al sole, essendo anche un
> valido nuotatore.
> Questo ci deve far pensare a quanto detto lo scorso ottobre a proposito
> della carenza di vitamina D
>
> http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2018-October/003202.html
>
> "La carenza di vitamina D puo’ essere conseguenza di scarsa esposizione al
> sole e di scarso apporto alimentare, ma anche di resistenza geneticamente
> trasmessa all’utilizzo biologico di questa vitamina. Puo’ essere pertanto
> presente anche in persone ben nutrite che vivono all’aria aperta, per cui
> é razionale fare un esame del sangue per il dosaggio di 25(OH)D anche a
> persone che non hanno i primi due fattori di rischio"
>
> I miei complimenti vanno agli endocrinologi Professor Andrea Fabbri e
> Dottor Marco Infante che hanno  studiato il caso con esami approfonditi
> senza cadere nel tranello, purtroppo tanto comune,  di dare la colpa di
> ogni sintomo, sia esso vecchio o nuovo, all’autismo in quanto tale.
>                         Daniela Mariani Cerati
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