[autismo-biologia] ancora su vitamina D e autismo

daniela a autismo33.it daniela a autismo33.it
Mar 16 Ott 2018 13:02:54 CEST


Abbiamo piú volte parlato su questa lista del ruolo che la carenza di
vitamina D puo’ avere: come  fattore di rischio per autismo in gravidanza,
come fattore di peggioramento dei sintomi nel bambino affetto e come alla
sua correzione con supplementi di vitamina D corrisponda un miglioramento
dei sintomi “core” dell’autismo. Questo secondo alcuni autori citati nei
messaggi alla lista che si trovano al link

http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2017-July/002568.html

Jia e colleghi presentano tre casi di bambini con autismo di etá compresa
tra 19 e 48 mesi, nei quali é stata rilevata una carenza di vitamina D e
per i quali  la correzione della carenza si accompagnava a un
miglioramento dei sintomi, la ricomparsa della carenza al peggioramento e
la ripresa della terapia con conseguente correzione della carenza ad un
nuovo miglioramento.

Feiyong Jia, Ling Shan, Bing Wang, Honghua Li, Junyan Feng, Zhida Xu &
Khaled Saad (2018): Fluctuations in clinical symptoms with changes in
serum 25(OH) vitamin D levels in autistic children: Three cases report,
Nutritional Neuroscience, DOI: 10.1080/1028415X.2018.1458421 To link to
this article:

 https://doi.org/10.1080/1028415X.2018.1458421

Published online: 08 Apr 2018.

I sintomi propri dell’autismo miglioravano con la somministrazione di
vitamina D3 quando i livelli di 25-idrossivitamina D ( [25(OH)]D)
raggiungevano e superavano 40.0 ng/ml,  peggioravano quando la
concentrazione di 25(OH)D scendeva sotto i 30.0 ng/ml e miglioravano di
nuovo quando la concentrazione risaliva oltre i 40.0 ng/ml.

Gli autori concludono che mantenere il livello di  25(OH)D tra 40.0 e
100.0 ng/ml puo’ essere ottimale per produrre effetti terapeutici negli
individui con ASD responsivi alla vitamina D.

La carenza di vitamina D puo’ essere conseguenza di scarsa esposizione al
sole e di scarso apporto alimentare, ma anche di resistenza geneticamente
trasmessa all’utilizzo biologico di questa vitamina. Puo’ essere pertanto
presente anche in persone ben nutrite che vivono all’aria aperta, per cui
é razionale fare un esame del sangue per il dosaggio di 25(OH)D anche a
persone che non hanno i primi due fattori di rischio.

La correlazione tra carenza di  25(OH)D e aggravamento dei sintomi di
autismo non fa ancora parte del patrimonio di conoscenze della medicina.
La vitamina D é conosciuta per la sua azione sul metabolismo osseo con
conseguente rachitismo nei bambini e osteomalacia negli adulti in caso di
carenza.

Anche se la correzione della carenza é imperativa nella pratica clinica,
sarebbe utile che si facesse della ricerca per confermare la fluttuazione
dei sintomi “core” dell’autismo in rapporto con le concentrazioni di
vitamina D in un maggior numero di casi  e in un intervallo piú ampio di
etá dei pazienti.

Non é scontato infatti che ció che si ottiene a due o tre anni si possa
ottenere anche nelle etá successive.
                                    Daniela Mariani Cerati




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