[autismo-biologia] R: Genetic Architetture of Autism

daniela a autismo33.it daniela a autismo33.it
Dom 2 Dic 2018 21:53:19 CET


Mazzoni Armando

> Buongiorno Daniela,
>
> quando si parla di conoscenza della causa o della concausa, si parla di
> forte o fortissima correlazione statistica tra diagnosi e quadro genetico?

Daniela
Per  rispondere a questa domanda rimando alle diapositive che la genetista
Elena Maestrini ha presentato al convegno di Angsa Bologna il 23 aprile 
2016

http://www.autismo33.it/autismo_edu/duse_23_4_2016/elena_maestrini.pdf

in cui si parla di varianti rare e varianti comuni. Le varianti rare
configurano le malattie monogeniche nelle quali la mutazione o l’assenza
di un solo gene si traduce in una disfunzione del Sistema Nervoso Centrale
che comprende spesso l’autismo, senza che vi sia mai peró una
corrispondenza biunivoca tra variante genica e tipologia del disturbo.
Le varianti comuni sono normalmente presenti nella popolazione e diventano
patogene quando superano un valore soglia.
Per le varianti comuni si usa anche la dizione di geni di suscettibilitá,
che forse corrisponde a quella che Mazzoni chiama livello di correlazione
statistica che, oltre che forte e fortissima, puo’ avere tutti gli altri
gradi: media, bassa ecc. per quanto riguarda il singolo gene, quando da
solo non é sufficiente a dare il quadro clinico.
>
Mazzoni Armando
> Questo 15-20% può dare degli indizi comuni agli altri casi? Ricercare a
> fondo lo sviluppo patologico di questi casi,  oltre a fornire ipotesi di
> intervento per questi ultimi, può contribuire ad individuare denominatori
> comuni?
>
Daniela
E’ l’ipotesi di lavoro piú accreditata. Data peró l’eterogeneitá
dell’autismo, una delle esigenze della ricerca é formare dei sottogruppi
omogenei dal punto di vista biologico. Abbiamo parlato piú volte di
eccesso di sinapsi per insufficiente potatura correlata ad un eccesso
dell’enzima mTOR e di successi nei topi con gli inibitori di mTOR.

http://www.lastampa.it/2014/08/25/scienza/benessere/medicina/i-bambini-autistici-hanno-pi-sinapsi-cerebrali-degli-altri-hOPCDLosmujlFjTuqVEpCJ/pagina.html

Questa condizione riguarda un sottogruppo che sarebbe bene identificare
per sperimentare  in modo mirato gli inibitori di mTOR.

 In alcune malattie monogeniche rare associate all’autismo le sinapsi non
solo non sono in eccesso, ma sono in difetto, come ad esempio nella
sindrome di Christianson di cui abbiamo parlato in un messaggio
dell’ottobre 2013

http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2013-October/001071.html

da cui copio

in effetti si ha una riduzione significativa del 23.2% del potenziale
sinaptico in fettine di ippocampo tra i 14 e 21 giorni di sviluppo
embrionale murino,
compatibili con l’osservazione  del
minore sviluppo dei neuroni e della diminuzione di sinapsi funzionali. E’
stato
inoltre dimostrato che non vi è alterazione della funzione di ogni singola
sinapsi, ma è il numero di sinapsi a essere diminuito.

La sperimentazione degli inibitori di mTOR in questa condizione e in altre
simili sarebbe oltremodo nociva. Insomma, se si vuole far entrare
l’autismo nella medicina moderna, bisognerebbe arrivare a ció che si fa
routinariamente in tutti gli altri settori: passare dai sintomi ad una
caratterizzazione biologica e su questa base sperimentare terapie mirate
     Daniela MC

> Grazie
> Saluti
> AM
>




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