[autismo-biologia] R: Genetic Architetture of Autism

Armando Mazzoni mazzoni.armando a libero.it
Lun 3 Dic 2018 08:34:24 CET


Grazie mille per le spiegazioni così puntuali

Saluti
AM

Inviato da iPhone

> Il giorno 2 dic 2018, alle ore 21:53, daniela a autismo33.it ha scritto:
> 
> Mazzoni Armando
> 
>> Buongiorno Daniela,
>> 
>> quando si parla di conoscenza della causa o della concausa, si parla di
>> forte o fortissima correlazione statistica tra diagnosi e quadro genetico?
> 
> Daniela
> Per  rispondere a questa domanda rimando alle diapositive che la genetista
> Elena Maestrini ha presentato al convegno di Angsa Bologna il 23 aprile 
> 2016
> 
> http://www.autismo33.it/autismo_edu/duse_23_4_2016/elena_maestrini.pdf
> 
> in cui si parla di varianti rare e varianti comuni. Le varianti rare
> configurano le malattie monogeniche nelle quali la mutazione o l’assenza
> di un solo gene si traduce in una disfunzione del Sistema Nervoso Centrale
> che comprende spesso l’autismo, senza che vi sia mai peró una
> corrispondenza biunivoca tra variante genica e tipologia del disturbo.
> Le varianti comuni sono normalmente presenti nella popolazione e diventano
> patogene quando superano un valore soglia.
> Per le varianti comuni si usa anche la dizione di geni di suscettibilitá,
> che forse corrisponde a quella che Mazzoni chiama livello di correlazione
> statistica che, oltre che forte e fortissima, puo’ avere tutti gli altri
> gradi: media, bassa ecc. per quanto riguarda il singolo gene, quando da
> solo non é sufficiente a dare il quadro clinico.
>> 
> Mazzoni Armando
>> Questo 15-20% può dare degli indizi comuni agli altri casi? Ricercare a
>> fondo lo sviluppo patologico di questi casi,  oltre a fornire ipotesi di
>> intervento per questi ultimi, può contribuire ad individuare denominatori
>> comuni?
>> 
> Daniela
> E’ l’ipotesi di lavoro piú accreditata. Data peró l’eterogeneitá
> dell’autismo, una delle esigenze della ricerca é formare dei sottogruppi
> omogenei dal punto di vista biologico. Abbiamo parlato piú volte di
> eccesso di sinapsi per insufficiente potatura correlata ad un eccesso
> dell’enzima mTOR e di successi nei topi con gli inibitori di mTOR.
> 
> http://www.lastampa.it/2014/08/25/scienza/benessere/medicina/i-bambini-autistici-hanno-pi-sinapsi-cerebrali-degli-altri-hOPCDLosmujlFjTuqVEpCJ/pagina.html
> 
> Questa condizione riguarda un sottogruppo che sarebbe bene identificare
> per sperimentare  in modo mirato gli inibitori di mTOR.
> 
> In alcune malattie monogeniche rare associate all’autismo le sinapsi non
> solo non sono in eccesso, ma sono in difetto, come ad esempio nella
> sindrome di Christianson di cui abbiamo parlato in un messaggio
> dell’ottobre 2013
> 
> http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2013-October/001071.html
> 
> da cui copio
> 
> in effetti si ha una riduzione significativa del 23.2% del potenziale
> sinaptico in fettine di ippocampo tra i 14 e 21 giorni di sviluppo
> embrionale murino,
> compatibili con l’osservazione  del
> minore sviluppo dei neuroni e della diminuzione di sinapsi funzionali. E’
> stato
> inoltre dimostrato che non vi è alterazione della funzione di ogni singola
> sinapsi, ma è il numero di sinapsi a essere diminuito.
> 
> La sperimentazione degli inibitori di mTOR in questa condizione e in altre
> simili sarebbe oltremodo nociva. Insomma, se si vuole far entrare
> l’autismo nella medicina moderna, bisognerebbe arrivare a ció che si fa
> routinariamente in tutti gli altri settori: passare dai sintomi ad una
> caratterizzazione biologica e su questa base sperimentare terapie mirate
>     Daniela MC
> 
>> Grazie
>> Saluti
>> AM
>> 
> 
> 
> _______________________________________________
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