- Il libro è un valido aiuto specialmente per le analisi e
i suggerimenti delle varie aree deficitarie.
Le schede operative sono chiare ed esaurienti.
- Non conosco a fondo il problema "autismo" e le mie
letture sono state personali, legate a un mio interesse pedagogico
per i problemi legati all'infanzia. Ho letto Bettelheim (La fortezza
vuota) e Michele Zappella (Il pesce bambino) e non avevo chiara la
panoramica dei diversi tipi di autismo, men che meno gli approcci e
le ultime tendenze educative. Sono da pochi anni insegnante di
sostegno e non ho mai seguito alunniallievi con autismo/DPS : le
vostre indicazioni bibliografiche e anche quelle relative ai siti
ove trovare notizie nonché le modalità per sapersi
muovere nella rete e farla funzioare, mi saranno molto utili.
Grazie per il vostro lavoro.
- Il libro appare chiaro ed esauriente e offre sicuramente
svariati spunti di lavoro, come è già emerso durante
la presentazione.
Non viene citata la modalità di lavoro attraverso la
comunicazione facilitata, che noi utilizziamo regolarmente con i
nostri utenti.
Quasi sempre il materiale fornito negli incontri o convegni si
riferisce a bambini molto piccoli. Tali attività non ci
sembrano proponibili per una ragazza di 16 anni che segue (almeno
in parte) materie come economia aziendale e diritto. Ci sorge
spontanea una domanda: com'è possibile proporre questo tipo
di programmazione didattica, se non usando l'ACF? Grazie:
- Il libro risulta essere un valido aiuto, perché descrive
in modo chiaro le problematiche dei bambiniallievi con autismo/DPS
ed offre spunti didattici ed operativi a chi si adopera per favorire
l'integrazione degli alunni disabili nella scuola e nella
società.
- Il libro è un ottimo strumento di lavoro ma le schede
riferite ai diversi assi risultano un po' troppo complesse per
bambini della scuola dell'infanzia.
E' giusto suddividere le attività per aree funzionali,
ma sarebbe ancora più utile suddividerle per ordine di
scuola o, almeno, da quelle più semplici a quelle
più complesse.
- Per qualunque metodologia si adotti nei confronti di un soggetto
allievo autistico/DPS, a mio parere occorre più chiarezza
sulle diagnosi (redatte in maniera comprensibile) da parte dei
medici, chiarezza sugli obiettivi da raggiungere, valutazioni reali
dell'area cognitiva e unità d'intenti fra scuola, famiglia,
ASL. (Ho lavorato per 5 anni alle elementari con un soggetto allievo
autistico/DPS e un soggetto con sindrome Asperger, altri due anni
alla scuola superiore con due soggettiallievi con autismo/DPS).
- Il manuale preso in esame può diventare uno strumento di
indirizzo, di sostegno e di riferimento soprattutto per gli
insegnanti egli educatori che per la prima volta si
"relazionano" con un soggetto allievo autistico/DPS.
- Le schede delle diverse aree risultano più appropriate
per scuola primaria e secondaria perché il programma è
di tipo formativo-didattico, mentre per la scuola dell'infanzia
bisogna tener conto dell'aspetto educativo, relazionale,
dell'autonomia adeguati all'età dei bambini. Nel mio caso
specifico perché il soggetto che seguo non ha
proprietà linguistico-espressive adeguate alle richieste, ne'
mostra particolare interesse alle schede che non propongono
attività di tipo pratico.
- Il libro è chiaro e offre spunti di lavoro, ma è
adatto a bambini piccoli.
I nostri utenti (età 14-18 anni) sono ragazzi che spesso
seguono le materie curricolari e quindi non vedo come è
possibile esplicitare le loro competenze con il metodo proposto
dal testo!
- Il libro appare chiaro ed esauriente ed offre sicuramente
svariati spunti di lavoro.
Come è già emerso durante la presentazione del
libro, non viene citata la modalità di lavoro attraverso la
comunicazione facilitata che noi utilizziamo regolarmente con il
nostro utente. Quasi sempre il materiale fornito negli incontri o
convegni si riferisce a bambini molto piccoli. Tali
attività non ci sembrano proponibili per una ragazza di 16
anni che segue, almeno in parte, materie come Economia aziendale e
Diritto. Ci sorge spontanea una domanda: Come è possibile
proporre questo tipo di programmazione didattica se non usando
l'ACF?
- Il libro dà spunti interessanti per poter
"lavorare" ed entrare in relazione con il bambino o
ragazzo allievo autistico/DPS.
Non credo che tutte le schede possano essere somministrate con
successo a tutti i bambini-allievi con autismo/DPS , in particolar
modo a quelli che presentano più difficoltà
(mancanza di linguaggio, difficoltà fisico-motorie,
ecc.). Ciò non toglie che anche a questi ragazzi possano
essere proposte le schede purché si riconosca loro una
capacità di comunicazione (per esempio: CF) che pone le sue
basi nel riconoscimento della capacità di intendere, di
volere e di pensare che le persone autistiche hanno. Mediante la
comunicazione si potrà arrivare a costruire basi con
direttive differenti rispetto ai bambini con meno
difficoltà. Pertanto, ben venga questo libro quale
strumento che genitori, insegnanti ed educatori dovranno
però utilizzare adattandolo alle effettive capacità
del bambino, cercando in lui la persona "intelligente" e
non fermandosi ad un addestramento bloccato alle apparenze.
Inutile secondo me una ricerca per determinare un QI secondo
criteri non condivisi.
- "Io comunico un modo differente dal linguaggio comune e non
tutti credono che sia io a schiacciare i tasti e sarà (?) un
furbesco gesto di bravura inventata magari da chi mi facilita" C
22 anni… La mia prima bambina… Tanti tentativi… Tanti insuccessi…
Tante ore passate alle elementari fuori nei corridoi... Ora è
diplomata e combatte per il suo futuro. Io sono rimasta alla scuola
dell'infanzia uso il TEACCH e col metodo della comunicazione
facilitata avvio alla primaria i bambini con un livello di autonomia
e prestazioni che alcune pagine del libro non rendono forse
giustizia. Ci sono capacità disomogenee ma anche competenze
professionali capaci di compensarle se vengono offerti non solo gli
strumenti operativi (TEACCH) ma anche relazionali come la CF che
sostiene la comunicazione o la globalità dei linguaggi-le
emozioni.
Manca forse un po' di coraggio nel libro ad accogliere tutte le
opportunità o almeno tante quante sono diverse le
problematiche di questi ragazzi.
- Considero il testo preso in esame molto utile sia dal punto di
vista teorico (definizione e presentazione della sindrome autistica
correlata da brevi inserti e documenti), sia dal punto di vista
didattico per la ricchezza delle diverse proposte operative, relative
ai diversi assi, che si prestao in pratica ad opportuni adattamenti
ad ulteriori sviluppi in rapporto ai singoli casi. Considero molto
utile inoltre la bibliografia suggerita per indispensabili
approfondimenti e, pur condividendo alcue critiche emerse durante il
dibattito seguito alla presentazione del libro, ritengo che
nell'affrontare le difficoltà relative alla comunicazione, uno
spazio comunque andrebbe per correttezza riservato anchealla
comunicazione facilitata, per la validità delle esperienze in
atto.
- Il libro è un'ottima guida, è ben articolato,
riesce a chiarire ed indirizzare l'insegnante in una programmazione
specifica.
Ritengo opportuno suddividere le diverse schede per ordine di
scuola o da quelle più semplici, per la scuola
dell'infanzia, a quelle più complesse per gli altri ordini
di scuola.