[autismo-biologia] Sostenere le abilità sociocomunicative nella prima infanzia: tesi di dottorato alla Queen’s University Belfast

daniela daniela a autismo33.it
Dom 19 Maggio 2024 09:22:41 CEST


La Queen’s University Belfast ha reso pubblica la tesi di dottorato 
della Dottoressa Elena Clò dal titolo

“Establishing conditioned reinforcers and socio-communicative behaviours 
in toddlers with a high probability of autism spectrum disorders”

“Sostenere le abilità sociocomunicative nella prima infanzia”

https://pure.qub.ac.uk/en/studentTheses/establishing-conditioned-reinforcers-and-socio-communicative-beha

Un’anticipazione della tesi ci è stata data al convegno lions ANGSA del 
6 aprile scorso, dove la relatrice ha mostrato i filmati di due mamme 
che praticavano strategie finalizzate all’apprendimento di abilità 
socio-comunicative da parte dei figli di 8 e 12 mesi a rischio di 
diagnosi di autismo
Queste interazioni giocose sono il tentativo di trasferire alla vita 
reale una vasta mole di ricerca sull’analisi del comportamento applicata 
allo spettro autistico, condizione che si sta rivelando sempre più 
frequente.
Tra gli scopi della ricerca c’era quello di verificare la fattibilità e 
l’accettabilità di queste strategie, che dovrebbero essere praticate 
dalle mamme nel loro contesto di vita sotto la guida della ricercatrice 
esperta.

Le diapositive della relazione sono al link

https://apriautismo.it/wp-content/uploads/2024/04/2024-4_abilita_socio_comunicative_prima_infanzia_ANGSA_CLO.pdf

Ora in rete si puo’ leggere la versione integrale della tesi

https://pureadmin.qub.ac.uk/ws/portalfiles/portal/586271901/Establishing_conditioned_reinforcers_and_socio-communicative_behaviours_in_toddlers_with_a_high_probability_of_autism_spectrum_disorders.pdf

Più che leggerla, la tesi va studiata in quanto, oltre alla ricerca 
sperimentale di cui sopra, essa fa una rassegna aggiornata e 
approfondita della letteratura sullo spettro autistico (Autism Spectrum 
Disorder), sulla scienza del comportamento nelle ricerche di laboratorio 
e nella vita reale (The Science of Behaviour from the Laboratory to the 
Real World and Back), sui rinforzi condizionanti (A Systematic Review of 
Conditioning Reinforcers), sulle pratiche basate sull’evidenza delle 
prove riferite al trattamento dell’autismo (Evidence-Based Practice and 
Autism Interventions ) e in particolare sugli interventi comportamentali 
basati sull’evidenza delle prove  (Evidence-Based Behavioural 
Interventions for Autism Spectrum Disorders).

Un aspetto che mi ha colpito è il rigore e, direi, la severità con la 
quale viene classificata la qualità della "evidence" nelle ricerche 
pubblicate.

Ben lungi sia dal trionfalismo sia dallo scetticismo che caratterizza il 
giudizio di molti professionisti di opposti schieramenti nei confronti 
dell’ABA, per pochissimi degli studi citati la qualità dell’evidenza 
viene ritenuta forte. Per molti essa viene giudicata moderata e per 
alcuni debole.
Intervenire precocemente con le strategie che al momento la ricerca, pur 
con i limiti evidenziati, ci suggerisce è doveroso in quanto non sarebbe 
etica una inerte attesa.  La tesi si conclude con l’invito a 
intensificare la ricerca: una ricerca, sia di base che applicata, che 
porti a trattamenti sempre più “evidence based”
“increased research effort that conjugates evidence from several sources 
to make effective interventions available”

L’autrice mi ha promesso di pubblicare prossimamente la tesi integrale, 
o parte di essa, in italiano, in quanto ritengo che il tema interessi 
non solo i professionisti, ma anche i genitori, che non sono tenuti a 
leggere correntemente l’inglese

     Daniela Mariani Cerati




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