[autismo-biologia] convegno Lions ANGSA Bologna del 6 aprile

daniela daniela a autismo33.it
Dom 21 Apr 2024 08:46:54 CEST


Come annunciato nel messaggio del 4 marzo, si è tenuto a Bologna il 6 
aprile scorso il convegno sul tema “Autismo: Percorsi abilitativi nelle 
varie fasce di età: dai primi segnali agli inserimenti lavorativi”

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Il convegno è stato interdisciplinare, come dovrebbe essere l’approccio 
al trattamento delle persone con autismo nella pratica quotidiana.

Si è partiti dal primo anno di vita con l’analista del comportamento 
Dottoressa Elena Clò. Di scuola primaria hanno parlato la Dottoressa 
Paola Visconti e l’insegnante e analista del comportamento Dottoressa  
Elena Pace, di adolescenza la Professoressa Antonia Parmeggiani e 
dell’età adulta hanno parlato la Dottoressa Rita Di Sarro e tre 
presidenti di associazioni di genitori: Francesca Marchetti, Alberto 
Brunetti e Danilo Pistillucci.

Delle prime due relazioni ho dato un breve resoconto sulla lista 
autismo-scuola, a cui sono iscritte molte educatrici di asilo nido e 
insegnanti di scuola elementare alle quali le esperienze presentate da 
Elena Cò ed Elena Pace possono essere utili

Sulla lista autismo-biologia darei un breve resoconto delle relazioni 
tenute dai medici: due NeuroPsichiatre dell’infanzia e adolescenza e una 
psichiatra adulti

Il tema affidato alla Dottoressa Paola Visconti è stato il seguente: 
“Comorbidità, aspetti prognostici e traiettorie evolutive in età 
scolare, anche alla luce degli aspetti abilitativi in questa fascia di 
età”

La Visconti, responsabile dell’Unità Operativa Disturbi dello Spettro 
Autistico del Servizio Sanitario pubblico, non nasconde che la 
numerosità dei casi diagnosticati negli ultimi anni pone notevoli 
difficoltà di risposta da parte dei servizi, i quali dovrebbero offrire 
percorsi di cura individualizzati non solo rispetto alla eterogeneità 
del fenotipo autistico, ma anche rispetto alle  comorbidità 
psichiatriche e mediche, che vanno ben definite e trattate, senza che si 
attribuisca ogni sintomo, preesistente o emergente, all’autismo in 
quanto tale.
Le diagnosi di autismo senza disabilità intellettiva sono sempre più 
numerose e per questi casi è stato presentato il progetto “Social Skills 
training” che ha interessato 77 gruppi per un totale di 352 bambini  di 
età 7 – 16 anni nel biennio 2021 – 2023.
E’ stato ricordato quanto sia importante il comportamento adattivo, 
misurato dalla scala Vineland, che tende a peggiorare nel tempo per le 
sempre maggiori richieste che l’avanzare dell’età comporta.

Emerge chiaramente dalla sua relazione che il gruppo multidisciplinare 
dedito al trattamento dell’autismo  dovrebbe essere potenziato, se si 
vuole andare incontro ai molteplici e variegati bisogni abilitativi dei 
bambini con diagnosi di spettro autistico da parte del Servizio 
pubblico.

La relazione della Professoressa Antonia Parmeggiani  aveva il seguente 
titolo “L’associazione disturbo di spettro autistico e disturbo 
alimentare: la complessità relativa alla comorbidità, alla diagnosi e al 
trattamento”

La Professoressa Parmeggiani da un lato ha elencato i numerosi disturbi 
alimentari presenti in molte persone con autismo di ogni età, tra cui: 
repertorio alimentare limitato, preferenze sensoriali specifiche, 
selettività e comportamenti ritualistici ai pasti. Dall’altro lato ha 
evidenziato come in molte persone con disturbi alimentari sia presente 
un disturbo dello spettro autistico non diagnosticato.
Nella sua relazione ha parlato soprattutto di adolescenti e di genere 
femminile, dove un dato che sta emergendo è il fatto che molte giovani 
con autismo ad alto funzionamento tendono a mascherare i sintomi 
dell’autismo, che vengono evidenziati solo se cercati attivamente.
Vi sono inoltre delle intersezioni tra disturbi alimentari e disturbi 
dello spettro a livello di deficit delle funzioni esecutive, di 
problematiche sensoriali e di rigidità e selettività. A monte dei 
sintomi le aree del cervello sociale sono implicate in entrambe le 
condizioni.
Alla complessità fenotipica si dovrebbe rispondere con un trattamento 
multidisciplinare nel quale i farmaci possono dare un “aiutino”, ma non 
devono mai essere la sola risposta terapeutica.

La Dottoressa Di Sarro, Responsabile del Programma Integrato Disabilità 
AUSL Bologna, ha scelto di parlare dei genitori.
Le parole chiave da lei scelte sono state : informare, accompagnare, 
abilitare.
Molto interessante è stata la spiegazione dell’ultima parola chiave: 
abilitare.
Lo spinoso tema affrontato è stato quello dell’aggressività e dei gravi 
comportamenti problema. Questi si possono verificare in qualsiasi luogo 
frequentato dall’utente e pertanto tutti coloro che vivono con lui o lei 
devono imparare a gestirli, ma un insegnamento teorico non basta.
Lo schema adottato è stato il seguente: alla mamma viene insegnato come 
gestire i comportamenti in ambulatorio alla presenza degli operatori che 
le fanno da modello, la correggono e, se necessario, si sostituiscono a 
lei. Quando il comportamento si manifesta a casa, si ricorre al 
telehealth, modalità che è stata ben acquisita durante la pandemia, ma 
che è utile anche al di fuori di essa. Con questo sostegno le mamme 
continuano a praticare con successo quanto appresso. Purtroppo la 
capacità di gestire i comportamenti non si mantiene se si abbandona 
questa modalità di collaborazione a distanza con gli operatori del 
centro.

Da questo esempio si evince la gravità e la complessità di una parte 
degli utenti adulti seguiti dal Servizio che, come quello per i bambini, 
andrebbe potenziato.


     Daniela Mariani Cerati



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