[autismo-biologia] terapie geniche

daniela daniela a autismo33.it
Mer 3 Maggio 2023 16:52:24 CEST


Il 22 gennaio scorso abbiamo parlato della proposta di  terapia delle 
condizioni di aploinsufficienza, ovvero della possibilità di stimolare 
il gene sano, nel caso di mancanza di funzione del suo allele,  a 
produrre una maggior quantità della proteina codificata da quel gene per 
migliorare la funzione che è carente a causa della insufficiente 
quantità della stessa

http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2023-January/004801.html


Una condizione particolare di aploinsufficienza si ha nella sindrome di 
Angelman, dove il fenotipo è interamente dovuto alla mancanza o 
mutazione del gene UBE3A ubiquitin protein ligase E3A, che si trova sul 
cromosoma 15q11.2, ereditato dalla madre. Il gene UBE3A ereditato dal 
padre viene silenziato a livello cerebrale

https://www.osservatoriomalattierare.it/malattie-rare/sindrome-di-angelman

Il 22 marzo scorso è stato pubblicato l’articolo

Scott V. Dindot et al., An ASO therapy for Angelman syndrome that 
targets an evolutionarily conserved region at the start of the UBE3A-AS 
transcript.Sci. Transl. 
Med.15,eabf4077(2023).DOI:10.1126/scitranslmed.abf4077
https://www.science.org/doi/10.1126/scitranslmed.abf4077

Gli autori hanno ottenuto un aumento della proteina mancante disinibendo 
il gene paterno. Questo è stato ottenuto in vitro su neuroni derivati 
dalle cellule staminali indotte di un paziente con sindrome di Angelman 
e nel cervello di scimmie (cynomolgus macaques) alle quali la sostanza 
disinibente del gene paterno è stata somministrata mediante iniezione 
lombare intratecale.
We further showed that human-targeted ASOs administered to the CNS of 
cynomolgus macaques by lumbar intrathecal injection repress UBE3A-AS and 
reactivate the expression of the paternal UBE3A allele throughout the 
CNS.

E’ già in atto una sperimentazione sull’uomo

https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04259281

E’ uno studio di tollerabilità e tossicologia in fase 1/.  Non si guarda 
agli effetti terapeutici, ma solo se il farmaco non è tossico e che dosi 
si possono usare senza danni.

Io penso che questo filone di ricerca vada incoraggiato e, a questo 
fine, bisogna incoraggiare l’esecuzione degli esami genetici per 
evidenziare le tante condizioni di aploinsufficienza associate 
all’autismo.

     Daniela Mariani Cerati



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