[autismo-biologia] Uso degli antipsicotici nell’autismo
daniela
daniela a autismo33.it
Gio 6 Ott 2022 21:39:37 CEST
Al recente convegno della Fondazione Sospiro il tema affidato al Dottor
Roberto Keller è stato
“Uso degli antipsicotici nell’autismo”
Si tratta di un tema molto caldo. Le linee guida di tutto il mondo
dicono che gli antipsicotici devono avere un ruolo marginale e solo
complementare al trattamento psicoeducativo e alla cura ottimale della
salute fisica, mentre in pratica non solo moltissime persone con
autismo, anche bambini, li assumono, ma il loro uso è in continua
crescita.
Il Dottor Keller ha tenuto una lezione davvero magistrale distinguendo i
casi in cui gli antipsicotici non sono indicati e vengono usati a
sproposito da quelli in cui un loro uso prudente e oculato ha un suo
ruolo, purchè esso non sia mai il solo trattamento dell’autismo e purchè
l’efficacia e gli effetti indesiderati vengano attentamente monitorati.
Un frequente uso incongruo è dovuto ad un errore di diagnosi, quando
cioè alcuni sintomi dell’autismo vengono scambiati per psicosi. Questo
soprattutto negli adolescenti e adulti nei quali l’autismo non è stato
diagnosticato in età infantile.
Un altro uso incongro si ha quando l’antipsicotico viene dato per curare
i sintomi “core” dell’autismo, indicazione per la quale non c’è supporto
scientifico.
L’uso, con le cautele prima menzionate, è giustificato quando, associata
all’autismo, vi è una psicopatologia che deve essere accuratamente
diagnosticata da medici che ne sanno riconoscere i sintomi anche in
assenza del linguaggio in chi o non lo possiede per nulla o lo possiede,
ma in modo non funzionale.
L’indicazione più frequente è comunque costituita dai comportamenti
problema, in particolare dall’aggressività, la cui presenza impone
un’attenta diagnosi funzionale multidisciplinare, che deve prendere
sempre in considerazione l’eventuale presenza di una patologia organica.
L’aggressività puo’ essere sintomo di
Psicosi
Disturbo bipolare, fase maniacale
Depressione in disabilità intellettiva
Disturbo di personalità
Attacchi di panico in disabilità intellettiva
Sospensione troppo rapida di farmaci
Reazione paradossa ad ansiolitici
Impossibilità di svolgere compulsioni
Attivazione iatrogena da farmaci (antibiotici)
Alla luce di quanto sopra, quando il medico esperto vede che una
indicazione agli antipsicotici c’è, deve sapere che la risposta è
imprevedibile. Ogni paziente con autismo è un mondo a sé, da cui
l’indicazione ad un monitoraggio attento e frequente, soprattutto
all’inizio.
La dizione antipsicotici sta diventando obsoleta, anche se è ancora
molto usata.
Tutti gli AP bloccano in una certa misura i recettori D2 della dopamina:
in modo totale quelli di prima generazione e in modo parziale quelli di
seconda e terza generazione.
Il blocco deli recettori della dopamina è alla base degli effetti
desiderati, ma anche dei numerosi effetti indesiderati, immediati e a
distanza.
Negli ultimi anni l’industria ha prodotto nuove molecole, ognuna con un
suo profilo peculiare, che Il Dottor Roberto Keller ha illustrato.
Poche sono state sperimentato nell’autismo, e ognuna pone dei caveat
particolari.
Il messaggio principale dell’intervento è stato che non è mai il farmaco
la cura dell’autismo, per il quale deve essere fatto un progetto di vita
globale, all’interno del quale in alcuni casi, ma non sempre, un farmaco
dato in modo oculato puo’ contribuire al miglioramento della qualità
della vita.
Il Dottor Keller sta facendo molta formazione in giro per l’Italia e a
distanza. Speriamo che la competenza e la saggezza che traspaiono da
questa relazione diventino patrimonio comune a tutti coloro che
prescrivono psicofarmaci alle persone con autismo.
Daniela Mariani Cerati
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