[autismo-biologia] Cerebellar Contributions to Social Cognition in ASD

daniela daniela a autismo33.it
Mer 23 Feb 2022 12:19:34 CET


Nel maggio 1988 Eric Courchesne e colleghi pubblicarono l’articolo 
“Hypoplasia of cerebellar vermal lobules VI and VII in autism. N Engl J 
Med. 1988 May 26;318(21):1349-54.
doi: 10.1056/NEJM198805263182102. PMID: 3367935.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/3367935/I

Questo reperto  fu una sorpresa per molti in quanto il cervelletto era 
noto soprattutto per la sua funzione sul movimento, mentre le anomalie 
strutturali del cervelletto nell’autismo
richiamavano la comunità scientifica sul suo ruolo nelle funzioni 
cognitive e relazionali.

Ricordo che il  Professor Gilbert Lelord disse ad un incontro a cui 
partecipai che bisognava attendere conferma del ruolo del cervelletto da 
altri studi indipendenti.

Nei decenni che seguirono  molte conferme sono arrivate circa il ruolo 
del cervelletto nelle funzioni cognitive e relazionali.
Su questa lista già abbiamo parlato di questo tema in diversi messaggi 
tra cui

http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2019-May/003533.html

http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2018-April/002862.html

Ora è uscita una review che fa il punto della situazione sui contributi 
del cervelletto alla cognizione sociale nello spettro autistico

  Frosch IR, Mittal VA and D’Mello AM (2022) Cerebellar Contributions to 
Social Cognition in ASD: A Predictive Processing Framework. Front. 
Integr. Neurosci. 16:810425.
doi: 10.3389/fnint.2022.810425

Anomalie funzionali, strutturali e citoarchitettoniche del cervelletto 
nell’autismo sono state riportate da molti autori .
Questo ha stimolato la ricerca sul ruolo del cervelletto in ambito socio 
cognitivo.
La ricerca clinica, i contributi della neuroimmagine e gli studi sui 
modelli animali hanno evidenziato un ruolo del cervelletto nella 
cognizione sociale
e nelle aspettative e previsioni che si adattano rapidamente a stimoli o 
situazioni mutevoli, ovvero alla predizione adattiva nel dominio motorio 
e non motorio.

La cosa che maggiormente interessa è il fatto che la neuromodulazione 
del cervelletto in modelli murini di autismo ha migliorato i sintomi 
sociali,
quindi lo studio del ruolo extra motorio del  cervelletto nella 
fisiologia e nella patologia non ha solo un interesse cognitivo, ma 
potrebbe avere anche importanti risvolti terapeutici.

Il cervelletto invia e riceve connessioni a e da diverse aree della 
corteccia cerebrale, per cui alcune aree ipoplasiche della corteccia 
potrebbero essere tali come conseguenza
di una scarsa connettività tra alcune aree strategiche del cervelletto e 
queste aree per il fenomeno della diaschisi.

I dati più consistenti dello studio della  neuroimmagine indicano una 
riduzione dei volumi del Crus I e II

  
https://www.researchgate.net/figure/Cerebellar-anatomy-showing-major-fissures-lobes-and-lobules-The-cerebellum-is_fig2_283979191

il cui ruolo nelle abilità sociali è attualmente  oggetto di ricerca 
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7851889/

Queste regioni si pensa che siano particolarmente implicate nell’autismo 
date le loro connessioni con le aree cerebrali controlaterali 
sociolinguistiche così come con i network
del default mode e frontoparietali.

Gli studi post mortem di individui con autismo hanno evidenziato che la 
riduzione delle cellule di Purkinge è maggiore in Crus I/II e la 
modulazione di queste regioni in modelli animali
di autismo puo’ sia causare che fare regredire i deficit della socialità 
così come altri comportamenti caratteristici dell’autismo.

Uno studio ha riportato una ridotta connettività tra la giunzione 
temporo-parietale e Crus I/II del cervelletto in individui autistici.

Gli autori così concludono

“Future research should take a whole-brain approach and strive to 
interpret cerebellar results within the context of the existing 
literature when possible”

     Daniela Mariani Cerati




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