[autismo-biologia] Dynamic and Systemic Perspective in Autism Spectrum Disorders
daniela
daniela a autismo33.it
Gio 17 Feb 2022 21:45:09 CET
Il 2022-02-10 19:35 Marina Marini ha scritto:
> Buongiorno,
> in merito all'articolo commentato dalla dott.ssa Mariani-Cerati, che
> ha suscitato tanto interesse tra i lettori di questo blog, desidero
> commentare brevemente anch'io. Il riassunto e la spiegazione della
> dott.ssa Mariani-Cerati sono perfetti, tuttavia, i lettori devono
> tener presente che si tratta pur sempre di un modello animale
> elaborato "ad arte", per riprodurre una situazione tra le tante che
> troviamo negli esseri umani.
I modelli animali sono necessari per semplificare il complesso quadro
delle situazioni umane. Nell’articolo sullo SHANK 3
http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2022-February/004518.html
gli autori hanno studiato le interazioni tra la mutazione del gene Shank
e la risposta immunitaria ai Lipopolisaccaridi (Lipopolysaccharides
from Escherichia
coli O26:B6, Sigma-Aldrich)
Negli umani i fattori che contribuiscono a provocare i disturbi del
neurosviluppo, tra cui l’autismo, sono tanti, tra loro interagenti e
diversi da caso a caso.
Negli ultimi anni i contributi alla conoscenza dei fattori di
suscettibilità all'autismo sono stati numerosi, a volte apparentemente
contraddittori, per cui fare una sintesi organica
di questi contributi è un'impresa molto ardua.
Si sono cimentate in questo Cristina Panisi, medico pediatra, Ph.D in
psicologia, neuroscienze e statistica medica della Fondazione Sacra
Famiglia, e Marina Marini, docente di biologia
all’università di Bologna, che hanno pubblicato una sintesi di questi
contributi nell'articolo
Panisi, C.; Marini, M. Dynamic and Systemic Perspective in Autism
Spectrum Disorders: A Change of Gaze in Research Opens to a New
Landscape of Needs and Solutions. Brain Sci. 2022, 11, x.
https://www.mdpi.com/2076-3425/12/2/250
Ne è venuto un articolo corposo, degno di essere studiato e meditato, in
cui sono presenti indicazioni pratiche immediatamente applicabili nella
pratica clinica, e spunti per una ricerca
clinica che potrebbe dare risultati in tempi brevi.
Grande risalto è dato alla prevenzione dell’autismo che, essendo un
disturbo del neurosviluppo, inizia nella vita intrauterina, quando
avviene la organogenesi in generale e la genesi del
Sistema Nervoso in particolare.
Molte condizioni predisponenti sono note e gestibili già ora, come
l’obesità e la iponutrizione, il diabete gestazionale, i deficit di
folati, vitamina D e ferro, il fumo di sigarette
e il consumo di bevande alcooliche.
Altre condizioni sono in avanzata fase di ricerca e meritano
un’attenzione e un supporto ben maggiori di quelli che sono stati dati
loro sino ad ora, come gli interventi atti a modificare
il microbiota e l’equilibrio ossido-riduttivo.
Le autrici sono consapevoli del fatto che, quando si parla di autismo,
si parla di una condizione che dura tutta la vita, ma si soffermano
molto sui primi 1000 giorni a partire dal concepimento,
vale a dire prima della formulazione della diagnosi di autismo, quando
massima è la plasticità cerebrale.
Queste considerazioni rendono utile una diagnosi precocissima, che
comporterebbe non solo particolari attenzioni in ambito educativo, ma
anche in ambito biologico, in quanto questa sarebbe
la finestra temporale nella quale alcuni interventi, volti ad agire
sull’infiammazione cerebrale, a sua volta innescata da un’attivazione
immunitaria, o sull’asse intestino – cervello,
potrebbero avere il massimo di efficacia nel modificare favorevolmente
la traiettoria evolutiva.
Il messaggio chiave che si ricava da questo lavoro è che l’autismo deve
essere oggetto di studio non solo dei neuropsichiatri, ma anche di
altre professionalità della medicina,
che devono dialogare tra loro in un’ottica di cura e di ricerca
condivise
Daniela Mariani Cerati
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