[autismo-biologia] sintomi prodromici: terapie attuali e future
daniela
daniela a autismo33.it
Gio 14 Ott 2021 13:52:15 CEST
Il 20 settembre scorso è stato pubblicato il resoconto di una
sperimentazione controllata di un intervento precocissimo compiuto su
bambini con segni prodromici di autismo di età dai 9 ai 14 mesi.
I sintomi in base ai quali i bambini venivano reclutati riguardavano: il
contatto oculare spontaneo, l’indicazione protodichiarativa, i gesti
sociali, l’imitazione e la risposta al nome.
L’articolo si puo’ leggere integralmente al link
https://jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/fullarticle/2784066?utm_campaign=articlePDF&utm_medium=articlePDFlink&utm_source=articlePDF&utm_content=jamapediatrics.2021.3298
Un ampio resoconto viene dato al link
http://www.pernoiautistici.com/2021/10/intervento-precoce-in-bambini-con-segni-prodromici-di-asd/?fbclid=IwAR0ahdS9pO73J2IW9kEGQTwtvxYss6oSCyALzywn9CvL2earH7N8Bi-lvxU
Io vorrei fare alcune considerazioni sulla tabella 3 contenuta
nell’articolo.
Degli 89 bambini che hanno portato a termine la sperimentazione solo 13
all’età di tre anni presentano uno sviluppo nella norma, mentre gli
altre 76 hanno uno sviluppo atipico più o meno marcato.
Per 12 di loro la diagnosi è di disturbo dello spettro autistico, per
gli altri la diagnosi è di sviluppo atipico, non tale da poter essere
inquadrato nello spettro autistico, ma comunque fuori
dalla norma.
Se guardiamo ad un possibile futuro in cui si possano fare terapie
innovative specifiche in base alla diagnosi eziologica e non solo
sintomatologica, io penso che già all’età di un anno,
se ci sono i sintomi sopra riferiti, si potrebbero fare gli esami
genetici, per fare i quali basta un prelievo di sangue, in modo da fare
emergere quelle condizioni monogeniche che interessano
un numero sempre maggiore di persone con autismo, via via che gli studi
proseguono (ammesso che proseguano e che non vengano bloccati da quei sé
dicenti autistici che nulla hanno a che fare
con i bambini di cui noi ci occupiamo)
Questo permetterebbe di sperimentare i nuovi approcci terapeutici, che
emergeranno dalle ricerche avanzate, in quella finestra temporale nella
quale verosimilmente le terapie hanno più
probabilità di essere efficaci.
Per farmi meglio capire copio un articolo divulgativo in cui si parla
delle ricerche in corso sulla sindrome da X fragile.
Ricerche analoghe dovrebbero essere compiute su tutte le condizioni
monogeniche che stanno alla base dell’autismo.
Questo sarebbe un ottimo utilizzo delle ricerche genetiche di cui alcuni
hanno tanta paura.
Ecco l’articolo
"Anche Telethon punta sull' Rna
Il Sole 24 Ore del 27/04/2021
Tra i 45 i progetti selezionati attraverso il bando Telethon 2020 - che
verranno portati avanti su oltre 40 malattie genetiche rare - molti
prevedono approcci terapeutici basati sull'Rna.
L'Rna, dopo i vaccini anti-Covid, da coprimaria è diventata protagonista
della ricerca. È davvero così?
«Questo parente stretto del Dna coinvolto su più fronti nella gestione
dell'informazione genetica è essenziale per la vita e una continua fonte
di sorprese. L'arrivo sul mercato di questi
vaccini in tempi straordinariamente brevi è stata una chiara
manifestazione del valore inestimabile della ricerca scientifica, nonché
l'esito della crescente attenzione che da circa vent'anni
enti di ricerca, compagnie biotecnologiche e industrie farmaceutiche
hanno dedicato alla possibilità di sviluppare terapie basate sull'Rna»
premette Claudia Bagni, docente di Biologia applicata
all'Università di Roma Tor Vergata e direttrice del dipartimento di
Neuroscienze fondamentali dell'Università di Losanna. Bagni, tra i
vincitori dell'ultimo bando generale di Fondazione Telethon
con un progetto su una terapia a Rna per la sindrome dell'X-fragile,
considera questa molecola un "compagno di avventure", dal momento che ha
studiato la molecola dell'Rna sin dalla sua tesi di
laurea. Inoltre da oltre 20 anni studia le basi molecolari e biologiche
dell'autismo e della sindrome dell'X fragile (FXs).
Di che malattia parliamo?
«La sindrome dell'X fragile è la forma più comune di disabilità
intellettiva di tipo ereditario e di autismo. FXs colpisce un bambino
ogni 2500/5000 e una bambina ogni 4000/8000. Alla base ci
sono mutazioni di uno specifico gene, chiamato Fmr1, che causano
l'assenza della proteina Fmrp (Fragile X mental retardation protein),
critica per lo sviluppo e il corretto funzionamento delle
cellule cerebrali. A oggi non esiste una cura per questa malattia,
nonostante siano stati effettuati numerosi studi clinici.
Qual è l'obiettivo della terapia basata sull'Rna?
«In questo caso l'obiettivo è far produrre alle cellule del paziente
proprio la proteina mancante Fmrp attraverso l'mRna corrispondente (che
la codifica). Per questo abbiamo avviato una
collaborazione scientifica con Moderna, che disegnerà e sintetizzarà
l'Rna messaggero per produrre la proteina Fmrp funzionante. Sarà nostro
compito verificare il funzionamento della molecola
sia in cellule derivate da pazienti, sia nel modello animale. In
particolare, l'mRna sarà somministrato direttamente nel cervello del
modello animale al fine di valutarne la sicurezza e i
potenziali effetti benefici. Infine, in previsione di traslare i
promettenti risultati sull'uomo , testeremo sempre nel modello animale
la somministrazione intra-nasale dell'mRna, un metodo
sicuro e non invasivo».
Perchè non si tenta un approccio di terapia genica?
«Il gene responsabile della sindrome dell'X fragile codifica per una
proteina con ruoli molto complessi a ed è difficile pensare ad oggi di
sostituirlo con la terapia genica che si basa
sull'inserimento nel Dna del paziente del gene senza mutazione».
Daniela MC
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