[autismo-biologia] Risvegli notturni: da reflusso gastro esofageo?

monicaperotti a virgilio.it monicaperotti a virgilio.it
Mer 13 Ott 2021 09:10:03 CEST


Non vorrei aprire un dibattito ma solo fare alcune precisazioni 
Non si parla di “microbiota” Per carità, saremo indietro di almeno un quinquennio di aggiornamenti scientifici e in questo ambito è un abisso. Sappiamo serenamente di non sapere nulla sulla composizione del microbiota. a riguardo uno degli ultimi lavori interessanti risale al 2019 dove si conferma che rimane a noi sconosciuto circa il 70% degli rRNA 16 S, che tradotto significa che rimangono da codificare una quantità esagerata di microrganismi che abitano il nostri intestino. Se di fatto noi conosciamo solo il 30% circa del microbiota come potremmo confrontarlo e fare delle valutazioni su come possa essere un microbiota sano o malato? A complicare la situazione sappiamo anche che i microrganismi lavorano in consorzio e non singolarmente, per cui le reciproche interazioni e co-valenze sono fondamentali per definire uno stato funzionale o disfunzionale. Infine bisogna calcolare che per ogni batterio esistono 80-100 fagi che ne modificano le potenzialità genetiche/epigenetiche trasformando un batterio da collaborativo ad un batterio a comportamento patogeno (Dr Jekyll e mister Hyde).
E da anni quindi che è stata abbandonata l'idea di trovare i pattern microbici specifici associati a ciascuna patologia come direbbe Tolstoj in Anna Karenina ogni intestino disfunzionale lo è a modo suo. Purtroppo a complicare il tutto si è scoperto che anche gli intestini sani sono “ciascuno sano a modo suo”, come ben ci ha spiegato Jeffrey Gordon. Del resto è evidente che l'intestino sano di un uomo coreano è diverso da quello di un siberiano. 
Quello a cui ormai facciamo affidamento nel futuro sono le ricerche nell'ambito della metabolomica cioè come funziona un intestino non gli attori presenti sul palcoscenico. Da allora ci sono stati progressi perché grazie alla metabolomica abbiamo scoperto la differenza fra un intestino di un paziente RCUrispetto ad un paziente sano.
Nel nostro gruppo di lavoro ci siamo affidati ad un unico laboratorio italiano (Viterbo) in modo da avere dati comparabili ciò che è emerso è che gli intestini di pazienti neurologici (i miei sono adulti ma come ripeti i miei colleghi hanno esperienza nell'autismo) rivelano importanti alterazioni in termini di funzione (alterate concentrazioni di istamina), indici di permeabilità (Zonulina, Occludina, Cludina-2, Caderina, F-Actina…), parametri di infiammazione intestinale (calprotectina, lactoferrina, Proteina C Reattiva fecale sIgA fecali, 1-Antitripsina, Defensina, Mucina, Fosfatasi Alcalina Intestinale) e reattività immunitaria (TNF-, INF-, TGF-1, IL-6 e IL-21). Naturalmente i parametri valutati non sono autoreferenziali ma sono significativi per la letteratura internazionale. Che cosa significhino tutti i parametri alterati che noi troviamo, e che sono assenti nei pazienti non neurologici, possono aprire interessanti confronti e discussioni. Non sono qui a stabilire le gerarchie di un secondo cervello o di un primo cervello perché più ancestrale o strane speculazioni New age. Ritengo però che i nostri organi ed apparati lavorino in un in un network dove la disfunzione di uno comporta comunque conseguenze anche sugli altri organi quindi valutare anamnesticamente eventuali sintomi anche extra neurologici non lo ritengo comunque un azzardo e nemmeno una forzatura. Sicuramente non gastroscopie/colonscopie, che se non strettamente necessarie, ritengo effettivamente invasive soprattutto nei piccoli pazienti
In quest'ottica curare quindi il sintomo reflusso con un “olo” (pantoprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo….), per intenderci con un PPI, equivale a fare una laparotomia esplorativa longitudinale xifo-pubica mettere un cerotto sull’ombelico e sperare che tenga. 
Un confronto, che ho avuto circa un mese fa, con alcuni operatori sanitari di una cooperativa d'eccellenza di Piacenza, che ha un programma di reinserimento dei pazienti autistici altamente funzionali, mi ha riportato una frequente sottovalutazione dei sintomi gastrointestinali che riferiscono essere, per la loro esperienza, molto frequenti nei loro pazienti autistici. Del resto la frequente estrema selettività alimentare che manifestano non può che avere risvolti pesanti sia sulla funzione intestinale che carenziali.
La semplice osservazione (quindi nessuna esperienza di lungo corso) di bimbi e ragazzi autistici mi hanno sollevato curiosità rispetto alla spontanea assunzione di posture bizzarre che in realtà sembrano proprio voler comprimere l'addome e contenere una sintomatologia algica forse legate a disturbi intestinali. Si tratta infatti di medesime strategie posturali che a volte si insegnano e a volte si adottano nei medesimi frangenti, ma ammetto che queste siano osservazioni personali e assolutamente ascientifiche. 
Le mie osservazioni, ci tengo a ripetere, vorrei che sollevassero curiosità e riflessioni. Prossimamente cercheremo nel nostro gruppo di fare il punto della situazione soprattutto riguardo ad alcuni parametri serialmente alterati nei pazienti neurologici per riuscire a fare delle considerazioni anche di ordine generale
Buona giornata

> Il 12/10/2021 16:05 daniela <daniela a autismo33.it> ha scritto:
> 
>  
> Il 2021-10-11 11:24 monicaperotti a virgilio.it ha scritto:
> > Scusate se mi intrometto sono un medico
> > premetto che mi occupo di intestino negli adulti e non nei bambini. La
> > mia esperienza sull'autismo quindi è solo derivata dallo scambio di
> > materiali e Feedback con colleghi/e che invece si occupano
> > specificatamente dell'intestino di bambini autistici (tra cui Cristina
> > Panisi).
> > Mi limiterò quindi a descrivere ciò che accade negli adulti e di come
> > procediamo a trattare il reflusso gastroesofageo. La maggior parte
> > delle volte questo è determinato o correlato ad una disbiosi
> > intestinale, grossa produzione di gas che comporta alterazione della
> > funzione anche a valle, con frequenti reflussi gastroesofagei.
> > Trattare il semplice reflusso gastroesofageo in maniera sintomatica
> > equivale a trattare l’insonnia con la benzodiazepina, cioè ci muoviamo
> > ancora sul sintomo.
> > I pazienti adulti con reflusso hanno frequentemente S.I.B.O. ed LGS
> > (leaky gut syndrome) quindi è necessario intervenire pesantemente
> > sull’intestino con alimentazione specifica ed integratori ad hoc che
> > riequilibrano non solo la flora microbica ma riducano anche la
> > permeabilità intestinale. Limitarsi quindi al sintomo reflusso rimane
> > ancora un approccio parziale.
> > Ricordo peraltro che la flora batterica intestinale ha un ruolo
> > importantissimo nella gestione dei neurotrasmettitori tra cui ultimo e
> > non da ultimo la serotonina (prodotta per il 95% nell’intestino e da
> > cui deriva la melatonina), GABA, Dopamina…
> > Dai colleghi che si occupano dei bambini autistici deriva sempre
> > l'esperienza positiva di un approccio dietologico ed integrativo
> > mirato primariamente su tutto l’intestino. Buona giornata a tutti
> > 
> 
> Mi pare che in questo messaggio si diano per acquisite delle teorie che 
> ad oggi sono delle  interessanti ipotesi di ricerca, ma che non fanno 
> ancora parte delle conoscenze basate sull’evidenza
> delle prove.
> Ho parlato del problema della genesi e della  terapia del reflusso 
> gastroesofageo con il gastroenterologo Dottor Luigi Solmi di cui riporto 
> il parere
> 
> “il rapporto tra l'intestino ( il microbiota ) e patologie svariate è 
> sicuramente uno dei campi di maggiore interesse per la ricerca di base 
> ed è possibile che in futuro si debbano rivedere
> modalità di approccio diagnostico e/o terapeutico rispetto a quanto ora 
> in uso.
> Va però sottolineato che , a parte alcune condizioni particolari quali 
> in gastroenterologia le infezioni intestinali recidive da Clostridio 
> dove ci sono dati abbastanza precisi , per il resto
> siamo ancora in una iniziale fase di ricerca senza che i dati si possano 
> per ora ( e chissà fino a quando ) riversare nella pratica clinica.
> Alcuni Colleghi effettuano una corsa in avanti per adesione a teorie 
> mediche alternative, che non sono però validate dalla scienza ufficiale, 
> che magari sbaglia ma per ora è l'unica a cui
> si possa fare affidamento basandoci su dati oggettivi.
> Quindi, come dice la Collega, nel reflusso gastro/esofageo ci dobbiamo 
> limitare a trattare il sintomo e gli eventuali danni con farmaci ed 
> indicazioni alimentari senza trattare la causa
> (che peraltro è principalmente meccanica, legata ad una ipotonia dello 
> sfintere esofageo inferiore); anche con queste limitazioni otteniamo 
> però buoni risultati in una alta percentuale di casi.
> Quello che sarà il futuro nessuno lo può prevedere ma, senza alcun 
> intento polemico, personalmente credo che dovendo agire nel presente sia 
> meglio seguire indicazioni standardizzate e dimostrate
> valide sulla base delle esperienza scientifiche disponibili”
> 
> 
>         Daniela MC
> 
> 
> _______________________________________________
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