[autismo-biologia] Omicidio/suicidio a Treviso

Mara Collini mara.collini a aulss2.veneto.it
Lun 29 Mar 2021 10:12:59 CEST


Gentili partecipanti alla Lista,
Fino ad ora ho mantenuto il riserbo, data la tragedia, che mi ha vista
coinvolta a partire da Dicembre 2020, facendo parte dell'équipe Ambulatorio
ASD Distretto di Asolo
Svolgo questo lavoro dal 2005 a Castelfranco Veneto.
Il nostro protocollo di lavoro è coerente alle LG 21, sia nell'assessment
che nel trattamento. Malgrado la ristrettezza di risorse, nel tempo creato
una rete importante sul territorio. Abbiamo sempre condotto il nostro
lavoro con approccio EBM, e posso affermare che il lavoro con la famiglia è
stato da sempre il focus maggiore del mio intervento e lo è tuttora, anche
se non è mai sufficiente.
*M. Collini et Al., (2016) Evidence Based Practices per bambini ed
adolescenti con ASD: ricerca-azione nel Servizio Pubblico,
Giornale Italiano Disturbi del Neurosviluppo *
A volte, però, il dolore dei Genitori è superiore...ed imponderabile
Continuerò con coraggio il mio lavoro, *avendo sul campo verificato e
condiviso* che nella maggior parte dei casi come scrive il Prof.Hanau ...La
possibilità reale di migliorare le prognosi del figlio con il loro stesso
impegno allontana la disperazione...
saluti
Mara Collini




Il giorno sab 27 mar 2021 alle ore 20:09 Corrado Ilariuzzi <
corrado.ilariuzzi a gmail.com> ha scritto:

> Anch'io voglio ringraziare Carlo per l'articolo del 25/03/2021 su
> Superando.
> Corrado
>
> Il giorno ven 26 mar 2021 alle ore 12:25 Enrico Toffolo <
> enrico.toffolo.67 a gmail.com> ha scritto:
>
>> Ringrazio Carlo per aver pubblicato il seguente articolo su Superando:
>>
>>
>> https://www.superando.it/2021/03/25/le-buone-prassi-sanitarie-che-possono-evitare-le-tragedie/
>>
>> *«Desidero ritornare a mente fredda – scrive Carlo Hanau – sulla tragedia
>> del febbraio scorso in provincia di Treviso, ove un bambino di 2 anni e
>> mezzo con autismo è stato ucciso dal padre che poi si è suicidato. La prima
>> vittima è quel bimbo, che merita tutta la nostra compassione e la ricerca
>> delle cause che hanno portato alla tragedia, per rimuoverle, per quanto
>> possibile, dalla nostra società. E tra le cause c’è anche il fatto che, in
>> casi di grave autismo come quello di tale vicenda, non sempre vengono
>> applicate quelle buone prassi sanitarie che potrebbero forse evitare le
>> tragedie».*
>>
>> ...rilanciato anche da
>>
>>
>> http://www.informareunh.it/le-buone-prassi-sanitarie-che-possono-evitare-le-tragedie/
>>
>> Enrico
>>
>>
>> Il giorno ven 12 mar 2021 alle ore 11:38 Enrico Toffolo <
>> enrico.toffolo.67 a gmail.com> ha scritto:
>>
>>> ma nessuno commenta questo articolo?
>>>
>>> Messaggi di questo tipo veicolati dal maggiore quotidiano del
>>> nordest sono per tutti accettabili e neutri?
>>>
>>>
>>> ET
>>>
>>>
>>> Il giorno mer 24 feb 2021 alle ore 13:25 Enrico Toffolo <
>>> enrico.toffolo.67 a gmail.com> ha scritto:
>>>
>>>> Per quanto riguarda il parent training ritengo di interesse ed
>>>> estendibile quanto erogato (settembre 2018) da MEDEA nel centro di Bosisio
>>>> Parini (LC):  5 settimane di potenziamento delle competenze
>>>> socio-comunicative per il bambino e di strategie psicoeducative per i
>>>> genitori. Strutturate in sessioni quotidiane con educatore/tecnico
>>>> comportamentale in presenza dei genitori e incontri settimanali riservati
>>>> ai soli genitori (allego schede delle giornate).
>>>>
>>>> Relativamente al caso specifico segnalo il seguente articolo:
>>>>
>>>> *Il Gazzettino* del 23/02/2021
>>>> <https://www.pressin.it/articoli/data/23/02/2021/>
>>>>
>>>> TREVISO. Un’equipe multidisciplinare dell’Usl aveva effettuato una
>>>> diagnosi di disturbi dello spettro autistico. Non c’erano parametri
>>>> definitivi, né indici di gravità, ma già si stava verificando la presa
>>>> in carico. Il percorso di Massimiliano è tutto scritto nelle cartelle
>>>> cliniche, che ieri sono state consegnate in Procura. «La situazione è molto
>>>> delicata, e senza voler aggiungere dolore alla disperazione dobbiamo però
>>>> confermare che la diagnosi di autismo era stata formulata dall’azienda
>>>> sanitaria dopo numerosi colloqui interdisciplinari». È il direttore
>>>> sanitario Francesco Benazzi a chiarire quale fosse stato l’iter per
>>>> definire i disturbi di cui soffriva il piccolo Massimiliano. Due anni di
>>>> vita. Di sorrisi, di abbracci. Ma mai neppure una volta Egidio aveva potuto
>>>> sentire la voce del piccolo Massimiliano chiamarlo papà. Il bimbo
>>>> comunicava con gli sguardi, per imitazione, ma quelle parole non volevano
>>>> uscire. Neanche come infantili lallazioni. E le parole che non ha mai detto
>>>> da sole non sono certo sintomo di disabilità. Ma rimangono un campanello
>>>> d’allarme importante. Egidio non aveva solo intuito. Egidio sapeva. Perchè
>>>> c’era una diagnosi conclamata. «Ci sono le relazioni dello psicologo, del
>>>> logopedista, di tutte le professionalità che compongono il team
>>>> multidisciplinare che -all’interno dell’Usl 2- ha emesso una diagnosi di
>>>> disturbi dello spettro autistico per il bimbo di 2 anni e mezzo» ribadisce
>>>> l’azienda sanitaria.
>>>>
>>>> L’EQUIPE.
>>>> Un percorso coerente e vigilato, che da solo non significava certo una
>>>> grave disabilità. «Tengo a sottolineare che poter avere una diagnosi
>>>> di questo tipo così presto in molti casi può garantire un percorso verso
>>>> una forma di sostenibilità che i genitori all’inizio non riescono neanche a
>>>> immaginare -esordisce Salvatore Borsellino, coordinatore del team di
>>>> psicologi che si occupano anche dei disturbi legati all’autismo- L’esito
>>>> del percorso di indagini legato al quadro del bimbo aveva portato a una
>>>> diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Una diagnosi del genere
>>>> include anche sindromi come l’Asperger. E al giorno d’oggi siamo bravi a
>>>> lavorare sulle aree compromesse. Specie se iniziamo subito». Il fatto
>>>> che il bimbo non parlasse, secondo Borsellino, si può spiegare in un
>>>> duplice modo. «Accade che bimbi che hanno genitori non madrelingua
>>>> inizino più tardi a parlare. Che non dicesse mamma o papà è certamente un
>>>> aspetto che poteva colpire, ma davvero non significa nulla. Ci sono bambini
>>>> che sviluppano prima l’area motoria, e bimbi che parlano in fretta e non
>>>> controllano il proprio corpo». *Massimiliano, insomma sarebbe stato
>>>> seguito. Subito con sessioni di psicomotricità e poi con un percorso di
>>>> logopedia personalizzato*. «Non pareva un caso grave e i margini di
>>>> movimento era moltissimi. Questo mi sento di dire a nome della Usl. La
>>>> cartella del bimbo è stato consegnata alle autorità competenti. Ma noi
>>>> siamo disponibili al confronto con la famiglia e con i nonni» conclude
>>>> Benazzi.
>>>>
>>>> DENTRO IL LABIRINTO.
>>>> Ma per Egidio tutte le rassicurazioni non contavano. Agiva in lui una
>>>> verità che nasceva dalla sorpresa, e da convinzioni non suffragate dai
>>>> fatti. «So che sarò definito un mostro, ma il dolore che sto provando lo
>>>> conosco solo io. L’ho fatto per evitare a mio figlio un futuro di
>>>> sofferenze. Meglio farla finita subito, prima che sia troppo tardi». Nella
>>>> lettera lasciata in cucina prima di togliersi la vita, Egidio Battaglia
>>>> scrive per filo e per segno il motivo che l’ha spinto a strangolare il
>>>> figlio Massimiliano, di appena due anni e mezzo, e a uccidersi, ferendosi
>>>> alla gola con un coltello da cucina. In quattro fogli bianchi, strappati da
>>>> un block notes, il 43enne è tornato più volte sulla diagnosi che, da
>>>> qualche mese, lo aveva gettato nel più profondo sconforto: quella di una
>>>> possibile forma di autismo della quale il bimbo, in futuro, avrebbe
>>>> rischiato di soffrire. Nelle 4 pagine della lettera fiume il 43enne torna
>>>> più e più volte sulla forma di autismo che, a suo dire, avrebbero procurato
>>>> pesanti sofferenze al figlio. Preoccupazioni che, forse, non aveva
>>>> condiviso fino in fondo con i suoi familiari, al corrente di quell’abbozzo
>>>> di diagnosi, seguita a una visita effettuata appena un paio di mesi fa, ma
>>>> per nulla consapevoli di quanto quell’annuncio avesse destato il cuore e la
>>>> mente di Egidio. «Gli altri non si rendono conto di quanto grave sia la
>>>> situazione, io sì» ripete il 43enne nella missiva, scritta a mano, in cui
>>>> traspare anche l’angoscia per il futuro. «Quando noi non ci saremo più, che
>>>> ne sarà di lui?». Egidio e Massimiliano sono usciti dall’appartamento in
>>>> un’unica bara bianca. Ed è così che la famiglia desidera che risposino.
>>>> Insieme.
>>>>
>>>> di Elena Filini
>>>> *Massimiliano, insomma sarebbe stato seguito. Subito con sessioni di
>>>> psicomotricità e poi con un percorso di logopedia personalizzato!!!*
>>>>
>>>> La psicomotricità e la logopedia non rispondono alle esigenze
>>>> abilitative dei bambini con autismo ma sono le uniche, dopo anni di lista
>>>> d'attesa e poche eccezioni, offerte dal SSN.
>>>>
>>>>
>>>> Enrico
>>>>
>>>>
>>>> Il giorno mer 24 feb 2021 alle ore 10:52 Sonia Zen <
>>>> soniazen.rusticali a gmail.com> ha scritto:
>>>>
>>>>> E' vero che la diagnosi arriva più precocemente come scrive la
>>>>> presidente Benedetta Demartis, rispetto al rapporto epidemiologico delle
>>>>> Dott.se Facchin e Manea ma di solito il trattamento non è immediato e ci
>>>>> sono liste di attesa per accedere ai servizi anche di un anno.  Venti anni
>>>>> fa solo dopo i sei anni definivano la diagnosi di autismo.
>>>>> Diagnosi su disturbi così impegnativi richiedono la formazione della
>>>>> famiglia e una abilitazione immediata del bambino con obiettivi concreti.
>>>>> Proprio perché la plasticità del bambino permette maggiori successi nel
>>>>> trattamento. Inoltre si permette alla famiglia un coinvolgimento importante
>>>>> e una fiducia di cui ha bisogno. Purtroppo il sentimento di impotenza di
>>>>> questi disturbi che colpiscono l'area sociale pervade i genitori.
>>>>> Proprio per questo Angsa Veneto in questo periodo di pandemia ha
>>>>> strutturato un progetto con il finanziamento del Ministero del Lavoro e
>>>>> della Regione Veneto che da un supporto immediato alle famiglie che hanno
>>>>> ricevuto una diagnosi  ma sono in lista di attesa per accedere ai servizi.
>>>>> Il progetto ha coinvolto tre ULSS area di Vicenza, Verona e Padova.
>>>>> Inizialmente il progetto prevedeva lavoro in piccoli gruppi per formazione,
>>>>> obiettivi e insegnamento di strategie educative, successivamente a causa
>>>>> della pandemia molta della formazione si è fatta on line con le famiglie
>>>>> con lo scambio di video per mostrare come si erano applicate le indicazioni
>>>>> dei formatori.
>>>>> L'obiettivo sarebbe avviare un protocollo di intervento con la Regione
>>>>> per dare da subito alle famiglie degli strumenti per affrontare il percorso
>>>>> abilitativo del bambino
>>>>> Sonia Zen
>>>>>
>>>>> Il giorno mar 23 feb 2021 alle ore 21:10 daniela <daniela a autismo33.it>
>>>>> ha scritto:
>>>>>
>>>>>> Paola Facchin e Silvia Manea scrivevano una ventina di anni fa
>>>>>> (Confronto tra i servizi che si occupano di disturbi generalizzati
>>>>>> dello
>>>>>> sviluppo e le famiglie nella Regione Veneto: modalità operative,
>>>>>> criticità e bisogni, in «Il bollettino dell’Angsa», 16 (6), 6-9,
>>>>>> Roma,
>>>>>> 2002/2003)
>>>>>>
>>>>>> “I servizi sembrano mostrare una
>>>>>> ritrosia nell’affrontare il carico di problematiche
>>>>>> connesse ad una diagnosi di questo tipo,
>>>>>> alla necessità di una presa in carico completa e
>>>>>> continuativa del paziente e della famiglia, alla
>>>>>> mancanza di un trattamento risolutivo e alla caratteristica
>>>>>> cronico-invalidante propria di questa
>>>>>> patologia….
>>>>>>
>>>>>> La comunicazione della diagnosi, dopo la sua
>>>>>> definizione, rappresenta un punto critico importante,
>>>>>> in quanto una comunicazione chiara
>>>>>> e tempestiva è fondamentale per l’instaurarsi
>>>>>> di una buona alleanza paziente-famiglia-operatore,
>>>>>> riduce i frequenti pellegrinaggi delle famiglie
>>>>>> alla ricerca di risposte che non trovano
>>>>>> nei servizi vicini e permette di definire il prima
>>>>>> possibile un percorso terapeutico-assistenziale
>>>>>> condiviso”
>>>>>> La comunicazione di diagnosi pesanti come l’autismo fa parte dei
>>>>>> doveri
>>>>>> del medico che, nel comunicarle, deve seguire un binario  stretto,
>>>>>> che
>>>>>> non deragli né nella bugia pietosa né nel terrorismo psicologico.
>>>>>> Deve
>>>>>> prospettare, insieme alla complessità della situazione, le
>>>>>> prospettive
>>>>>> terapeutiche realistiche e, soprattutto, i supporti presenti nel
>>>>>> territorio (che dovrebbero esserci in ogni territorio) grazie ai
>>>>>> quali i
>>>>>> genitori non si troveranno soli a gestire i problemi del proprio
>>>>>> figlio.
>>>>>> Una comunicazione fatta in modo ottimale, che dovrebbe essere il
>>>>>> primo
>>>>>> atto di un’alleanza duratura, potrebbe prevenire, o almeno ridurre
>>>>>> orrori come quello di cui abbiamo sentito parlare in questi giorni
>>>>>> proprio nel Veneto, una delle regioni più avanzate d’Italia?
>>>>>> Non è una domanda retorica. E’ un tragico interrogativo che mi pongo
>>>>>> e
>>>>>> che pongo agli iscritti alla lista.
>>>>>>
>>>>>> Intanto segnalo il link a quanto ha scritto la Presidente di ANGSA
>>>>>> nazionale, Benedetta Demartis
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> http://angsa.it/2021/02/21/omicidio-suicidio-a-treviso-demartis-angsa-mancano-percorsi-di-sostegno-alle-famiglie/
>>>>>>
>>>>>>      Daniela MC
>>>>>>
>>>>>>
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-- 
Mara Collini
Psicologo clinico
Responsabile U.O.S. Età Evolutiva - Distretto di Asolo
U.O.C. Infanzia Adolescenza e Famiglia e Consultori
AULSS2 Veneto

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