[autismo-biologia] Omicidio/suicidio a Treviso

Corrado Ilariuzzi corrado.ilariuzzi a gmail.com
Sab 27 Mar 2021 19:04:15 CET


Anch'io voglio ringraziare Carlo per l'articolo del 25/03/2021 su Superando.
Corrado

Il giorno ven 26 mar 2021 alle ore 12:25 Enrico Toffolo <
enrico.toffolo.67 a gmail.com> ha scritto:

> Ringrazio Carlo per aver pubblicato il seguente articolo su Superando:
>
>
> https://www.superando.it/2021/03/25/le-buone-prassi-sanitarie-che-possono-evitare-le-tragedie/
>
> *«Desidero ritornare a mente fredda – scrive Carlo Hanau – sulla tragedia
> del febbraio scorso in provincia di Treviso, ove un bambino di 2 anni e
> mezzo con autismo è stato ucciso dal padre che poi si è suicidato. La prima
> vittima è quel bimbo, che merita tutta la nostra compassione e la ricerca
> delle cause che hanno portato alla tragedia, per rimuoverle, per quanto
> possibile, dalla nostra società. E tra le cause c’è anche il fatto che, in
> casi di grave autismo come quello di tale vicenda, non sempre vengono
> applicate quelle buone prassi sanitarie che potrebbero forse evitare le
> tragedie».*
>
> ...rilanciato anche da
>
>
> http://www.informareunh.it/le-buone-prassi-sanitarie-che-possono-evitare-le-tragedie/
>
> Enrico
>
>
> Il giorno ven 12 mar 2021 alle ore 11:38 Enrico Toffolo <
> enrico.toffolo.67 a gmail.com> ha scritto:
>
>> ma nessuno commenta questo articolo?
>>
>> Messaggi di questo tipo veicolati dal maggiore quotidiano del
>> nordest sono per tutti accettabili e neutri?
>>
>>
>> ET
>>
>>
>> Il giorno mer 24 feb 2021 alle ore 13:25 Enrico Toffolo <
>> enrico.toffolo.67 a gmail.com> ha scritto:
>>
>>> Per quanto riguarda il parent training ritengo di interesse ed
>>> estendibile quanto erogato (settembre 2018) da MEDEA nel centro di Bosisio
>>> Parini (LC):  5 settimane di potenziamento delle competenze
>>> socio-comunicative per il bambino e di strategie psicoeducative per i
>>> genitori. Strutturate in sessioni quotidiane con educatore/tecnico
>>> comportamentale in presenza dei genitori e incontri settimanali riservati
>>> ai soli genitori (allego schede delle giornate).
>>>
>>> Relativamente al caso specifico segnalo il seguente articolo:
>>>
>>> *Il Gazzettino* del 23/02/2021
>>> <https://www.pressin.it/articoli/data/23/02/2021/>
>>>
>>> TREVISO. Un’equipe multidisciplinare dell’Usl aveva effettuato una
>>> diagnosi di disturbi dello spettro autistico. Non c’erano parametri
>>> definitivi, né indici di gravità, ma già si stava verificando la presa
>>> in carico. Il percorso di Massimiliano è tutto scritto nelle cartelle
>>> cliniche, che ieri sono state consegnate in Procura. «La situazione è molto
>>> delicata, e senza voler aggiungere dolore alla disperazione dobbiamo però
>>> confermare che la diagnosi di autismo era stata formulata dall’azienda
>>> sanitaria dopo numerosi colloqui interdisciplinari». È il direttore
>>> sanitario Francesco Benazzi a chiarire quale fosse stato l’iter per
>>> definire i disturbi di cui soffriva il piccolo Massimiliano. Due anni di
>>> vita. Di sorrisi, di abbracci. Ma mai neppure una volta Egidio aveva potuto
>>> sentire la voce del piccolo Massimiliano chiamarlo papà. Il bimbo
>>> comunicava con gli sguardi, per imitazione, ma quelle parole non volevano
>>> uscire. Neanche come infantili lallazioni. E le parole che non ha mai detto
>>> da sole non sono certo sintomo di disabilità. Ma rimangono un campanello
>>> d’allarme importante. Egidio non aveva solo intuito. Egidio sapeva. Perchè
>>> c’era una diagnosi conclamata. «Ci sono le relazioni dello psicologo, del
>>> logopedista, di tutte le professionalità che compongono il team
>>> multidisciplinare che -all’interno dell’Usl 2- ha emesso una diagnosi di
>>> disturbi dello spettro autistico per il bimbo di 2 anni e mezzo» ribadisce
>>> l’azienda sanitaria.
>>>
>>> L’EQUIPE.
>>> Un percorso coerente e vigilato, che da solo non significava certo una
>>> grave disabilità. «Tengo a sottolineare che poter avere una diagnosi di
>>> questo tipo così presto in molti casi può garantire un percorso verso una
>>> forma di sostenibilità che i genitori all’inizio non riescono neanche a
>>> immaginare -esordisce Salvatore Borsellino, coordinatore del team di
>>> psicologi che si occupano anche dei disturbi legati all’autismo- L’esito
>>> del percorso di indagini legato al quadro del bimbo aveva portato a una
>>> diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Una diagnosi del genere
>>> include anche sindromi come l’Asperger. E al giorno d’oggi siamo bravi a
>>> lavorare sulle aree compromesse. Specie se iniziamo subito». Il fatto
>>> che il bimbo non parlasse, secondo Borsellino, si può spiegare in un
>>> duplice modo. «Accade che bimbi che hanno genitori non madrelingua
>>> inizino più tardi a parlare. Che non dicesse mamma o papà è certamente un
>>> aspetto che poteva colpire, ma davvero non significa nulla. Ci sono bambini
>>> che sviluppano prima l’area motoria, e bimbi che parlano in fretta e non
>>> controllano il proprio corpo». *Massimiliano, insomma sarebbe stato
>>> seguito. Subito con sessioni di psicomotricità e poi con un percorso di
>>> logopedia personalizzato*. «Non pareva un caso grave e i margini di
>>> movimento era moltissimi. Questo mi sento di dire a nome della Usl. La
>>> cartella del bimbo è stato consegnata alle autorità competenti. Ma noi
>>> siamo disponibili al confronto con la famiglia e con i nonni» conclude
>>> Benazzi.
>>>
>>> DENTRO IL LABIRINTO.
>>> Ma per Egidio tutte le rassicurazioni non contavano. Agiva in lui una
>>> verità che nasceva dalla sorpresa, e da convinzioni non suffragate dai
>>> fatti. «So che sarò definito un mostro, ma il dolore che sto provando lo
>>> conosco solo io. L’ho fatto per evitare a mio figlio un futuro di
>>> sofferenze. Meglio farla finita subito, prima che sia troppo tardi». Nella
>>> lettera lasciata in cucina prima di togliersi la vita, Egidio Battaglia
>>> scrive per filo e per segno il motivo che l’ha spinto a strangolare il
>>> figlio Massimiliano, di appena due anni e mezzo, e a uccidersi, ferendosi
>>> alla gola con un coltello da cucina. In quattro fogli bianchi, strappati da
>>> un block notes, il 43enne è tornato più volte sulla diagnosi che, da
>>> qualche mese, lo aveva gettato nel più profondo sconforto: quella di una
>>> possibile forma di autismo della quale il bimbo, in futuro, avrebbe
>>> rischiato di soffrire. Nelle 4 pagine della lettera fiume il 43enne torna
>>> più e più volte sulla forma di autismo che, a suo dire, avrebbero procurato
>>> pesanti sofferenze al figlio. Preoccupazioni che, forse, non aveva
>>> condiviso fino in fondo con i suoi familiari, al corrente di quell’abbozzo
>>> di diagnosi, seguita a una visita effettuata appena un paio di mesi fa, ma
>>> per nulla consapevoli di quanto quell’annuncio avesse destato il cuore e la
>>> mente di Egidio. «Gli altri non si rendono conto di quanto grave sia la
>>> situazione, io sì» ripete il 43enne nella missiva, scritta a mano, in cui
>>> traspare anche l’angoscia per il futuro. «Quando noi non ci saremo più, che
>>> ne sarà di lui?». Egidio e Massimiliano sono usciti dall’appartamento in
>>> un’unica bara bianca. Ed è così che la famiglia desidera che risposino.
>>> Insieme.
>>>
>>> di Elena Filini
>>> *Massimiliano, insomma sarebbe stato seguito. Subito con sessioni di
>>> psicomotricità e poi con un percorso di logopedia personalizzato!!!*
>>>
>>> La psicomotricità e la logopedia non rispondono alle esigenze
>>> abilitative dei bambini con autismo ma sono le uniche, dopo anni di lista
>>> d'attesa e poche eccezioni, offerte dal SSN.
>>>
>>>
>>> Enrico
>>>
>>>
>>> Il giorno mer 24 feb 2021 alle ore 10:52 Sonia Zen <
>>> soniazen.rusticali a gmail.com> ha scritto:
>>>
>>>> E' vero che la diagnosi arriva più precocemente come scrive la
>>>> presidente Benedetta Demartis, rispetto al rapporto epidemiologico delle
>>>> Dott.se Facchin e Manea ma di solito il trattamento non è immediato e ci
>>>> sono liste di attesa per accedere ai servizi anche di un anno.  Venti anni
>>>> fa solo dopo i sei anni definivano la diagnosi di autismo.
>>>> Diagnosi su disturbi così impegnativi richiedono la formazione della
>>>> famiglia e una abilitazione immediata del bambino con obiettivi concreti.
>>>> Proprio perché la plasticità del bambino permette maggiori successi nel
>>>> trattamento. Inoltre si permette alla famiglia un coinvolgimento importante
>>>> e una fiducia di cui ha bisogno. Purtroppo il sentimento di impotenza di
>>>> questi disturbi che colpiscono l'area sociale pervade i genitori.
>>>> Proprio per questo Angsa Veneto in questo periodo di pandemia ha
>>>> strutturato un progetto con il finanziamento del Ministero del Lavoro e
>>>> della Regione Veneto che da un supporto immediato alle famiglie che hanno
>>>> ricevuto una diagnosi  ma sono in lista di attesa per accedere ai servizi.
>>>> Il progetto ha coinvolto tre ULSS area di Vicenza, Verona e Padova.
>>>> Inizialmente il progetto prevedeva lavoro in piccoli gruppi per formazione,
>>>> obiettivi e insegnamento di strategie educative, successivamente a causa
>>>> della pandemia molta della formazione si è fatta on line con le famiglie
>>>> con lo scambio di video per mostrare come si erano applicate le indicazioni
>>>> dei formatori.
>>>> L'obiettivo sarebbe avviare un protocollo di intervento con la Regione
>>>> per dare da subito alle famiglie degli strumenti per affrontare il percorso
>>>> abilitativo del bambino
>>>> Sonia Zen
>>>>
>>>> Il giorno mar 23 feb 2021 alle ore 21:10 daniela <daniela a autismo33.it>
>>>> ha scritto:
>>>>
>>>>> Paola Facchin e Silvia Manea scrivevano una ventina di anni fa
>>>>> (Confronto tra i servizi che si occupano di disturbi generalizzati
>>>>> dello
>>>>> sviluppo e le famiglie nella Regione Veneto: modalità operative,
>>>>> criticità e bisogni, in «Il bollettino dell’Angsa», 16 (6), 6-9, Roma,
>>>>> 2002/2003)
>>>>>
>>>>> “I servizi sembrano mostrare una
>>>>> ritrosia nell’affrontare il carico di problematiche
>>>>> connesse ad una diagnosi di questo tipo,
>>>>> alla necessità di una presa in carico completa e
>>>>> continuativa del paziente e della famiglia, alla
>>>>> mancanza di un trattamento risolutivo e alla caratteristica
>>>>> cronico-invalidante propria di questa
>>>>> patologia….
>>>>>
>>>>> La comunicazione della diagnosi, dopo la sua
>>>>> definizione, rappresenta un punto critico importante,
>>>>> in quanto una comunicazione chiara
>>>>> e tempestiva è fondamentale per l’instaurarsi
>>>>> di una buona alleanza paziente-famiglia-operatore,
>>>>> riduce i frequenti pellegrinaggi delle famiglie
>>>>> alla ricerca di risposte che non trovano
>>>>> nei servizi vicini e permette di definire il prima
>>>>> possibile un percorso terapeutico-assistenziale
>>>>> condiviso”
>>>>> La comunicazione di diagnosi pesanti come l’autismo fa parte dei
>>>>> doveri
>>>>> del medico che, nel comunicarle, deve seguire un binario  stretto,
>>>>> che
>>>>> non deragli né nella bugia pietosa né nel terrorismo psicologico. Deve
>>>>> prospettare, insieme alla complessità della situazione, le prospettive
>>>>> terapeutiche realistiche e, soprattutto, i supporti presenti nel
>>>>> territorio (che dovrebbero esserci in ogni territorio) grazie ai quali
>>>>> i
>>>>> genitori non si troveranno soli a gestire i problemi del proprio
>>>>> figlio.
>>>>> Una comunicazione fatta in modo ottimale, che dovrebbe essere il primo
>>>>> atto di un’alleanza duratura, potrebbe prevenire, o almeno ridurre
>>>>> orrori come quello di cui abbiamo sentito parlare in questi giorni
>>>>> proprio nel Veneto, una delle regioni più avanzate d’Italia?
>>>>> Non è una domanda retorica. E’ un tragico interrogativo che mi pongo e
>>>>> che pongo agli iscritti alla lista.
>>>>>
>>>>> Intanto segnalo il link a quanto ha scritto la Presidente di ANGSA
>>>>> nazionale, Benedetta Demartis
>>>>>
>>>>>
>>>>> http://angsa.it/2021/02/21/omicidio-suicidio-a-treviso-demartis-angsa-mancano-percorsi-di-sostegno-alle-famiglie/
>>>>>
>>>>>      Daniela MC
>>>>>
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