[autismo-biologia] R: Shiftability Studies

cornacchianoemi a gmail.com cornacchianoemi a gmail.com
Dom 18 Lug 2021 17:33:36 CEST


Gentilissimo Dr. Mazzoni,

grazie infinite per il Suo lavoro, ed anche per avere avuto il coraggio 
di affrontare il tema delle resistenze di una percentuale di Persone con 
la diagnosi a sentirsi parte dello spettro. Non siamo stati noi 
famigliari a decidere di inserire nello spettro ogni condizione 
autistica, ma di certo subiamo le conseguenze di tali estreme prese di 
posizione, che si vanti o no l'orgoglio della condizione autistica.

Lei scrive : /"..//..//ma non devono batter//////si//////ora//////contro 
la ricerca che cerca di spiegarci come funziona//////(o dis-funziona a 
seconda de//////i//////casi o dei punti di vista) i//////l cervello 
autistico//////, perché in tanti aspettiamo un supporto alla correzione 
d//////e//////i sintomi//////quando questi//////possono 
essere//////paragonati a disabilità/ ".

Sposo appieno questo pensiero e rilevo quanto sia ingeneroso da parte di 
chi si trova in una condizione più favorevole dimenticare coloro che 
soffrono maggiormente. Mi aspetterei invece , come in certi casi è 
avvenuto, che una maggiore percentuale di persone con altissimo 
funzionamento o sindrome di Asperger potesse dare un contributo maggiore 
nella identificazione dei disfunzionamenti che affligono i più gravi. La 
stessa definizione che io ora ho usato "altissimo funzinamento" viene 
contestata, per usare un termine politicamente corretto avrei dovuto 
dire con "minimo bisogno di supporto". Quando migliaia di famiglie 
disperate vagano tra uno Specialista e l'altro, quando ancor oggi i 
Servizi non sono in grado di offrire trattamenti quali o 
quantitativamente adeguati, quando persino nella nostra stessa "grassa" 
Emilia Romagna  i Servizi  faticano a garantire un minimo orario di 
intervento, persino in età evolutiva,  ebbene, ferisce profondamente 
questo orgoglio vantato, questo soffermarsi quasi estetico su 
terminologie, che non vede altrettanto impegno nel chiedere diritto di 
cura ai meno fortunati.

Grazie ancora .

Noemi Cornacchia

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Il 18/07/2021 15:35, mazzoni.armando a libero.it ha scritto:
> R: [autismo-biologia] Shiftability Studies
>
> Allego come richiesto la traduzione completa del video, che viricordo 
> era preparatorio perinon addetti ai lavoriadun webinar a cui 
> partecipavanoancheiricercatori.
>
> Ho pensato di condividerlo qui perché, nonostante il contenuto 
> introduttivo, penso ci siano ormai molti “laici” nella lista che 
> apprezzeranno la divulgazione di alcuni concettied i correlatispunti 
> di riflessione;l’approccioscientificodi questistudi,invece,che hanno 
> l’obiettivo di anticipare gli studi clinici,potrebbeinteressare  molto 
> ai ricercatori.
>
> Alcune riflessioni: laProf.ssaGrainne McAlonanpone,come obiettivodegli 
> studi,ilfornire scelte terapeutiche che siano il più possibile 
> personalizzate; come sapete,al momento,non solo non abbiamo delle 
> scelte personalizzate, ma non abbiamoproprio nienteda scegliere, 
> ragion per cui non possiamoancoracontinuarearitardaregliincentivialla 
> ricercain autismo, di qualsiasi tipo.
>
> Dare delle scelte alle personecon autismo(o ai caregiver)che lo 
> desiderano significaanchericonoscere l’eterogeneitàdella comunità 
> autistica, in cui troviamo persone con sintomi molto più lievi ed in 
> grado di autorappresentarsi che non vorrebbero farmaci che inibiscano 
> i loro sintomi autistici,insieme a casi più gravi in cui i sintomi 
> autisticisono delle oggettive disabilità, checompromettono prima il 
> percorso evolutivo del bambino/adolescente e successivamente, nella 
> fase adulta, rendono la vita della persona con autismo e dei suoi 
> familiari ben lontana da unasoddisfacente qualità della vita.I 
> primiavrannoil diritto sacrosanto di rifiutare delle scelte 
> terapeutiche, quando ci saranno, ma non devono battersioracontro la 
> ricerca che cerca di spiegarci come funziona(o dis-funziona a seconda 
> deicasi o dei punti di vista) il cervello autistico, perché in tanti 
> aspettiamo un supporto alla correzione dei sintomiquando questipossono 
> essereparagonati a disabilità come la cecità e la sordità, 
> oggettivamente invalidantiepossibilmente darimediare omitigare.I 
> secondi, anche se questomi sembra uno scenario più improbabile,non 
> devono pensare che tutte le persone con autismo debbano 
> necessariamentesubire degli interventi, farmacologici e 
> non,“normalizzanti”, che estirpino l’autismodalla faccia della terra.
>
> Altro tema èpropriola normalità,come viene interpretata dai diversi 
> gruppi della comunità, ma è un argomento molto vasto e scivoloso che 
> meriterebbe commenti autorevoli.
>
> Altro tema che mi viene in mente,sentendo chi illustra il 
> perseguimentodella medicina personalizzata in autismo,è lo stridente 
> confronto tra questo e l’approccio ai farmaci che trapela dalle nuove 
> linee guida ISS, chea confrontoappare ancora di piùgrossolano, 
> soprattuttoquando si parla di psicofarmaci.
>
> Non se volete commentare o avete altre spunti di riflessione.
>
> Sottoriportola traduzione; se avete domande nel merito posso provare a 
> girarle allaProfessoressaper una rispostaepercapire se c’è altro 
> materiale pubblico da divulgare.
>
> Saluti
>
> AM
>
> *TRADUZIONE*
>
> Nello Shiftability Project dell’AIMS2-Trial si studia la chimica della 
> neurodiversità e si usa l’MRI (Magnetic Resonance Imaging), l’EEG 
> (Elettroencefalogramma) e stimoli sensoriali per vedere come il 
> cervello risponda ad alcuni farmaci che hanno come bersaglio le vie di 
> trasmissione dei segnali.
>
> Si spera che ciò aiuti a comprendere la chimica del cervello 
> nell’autismo e a fornire scelte (trattamenti) più personalizzate.
>
> Poichè molte influenze genetiche e ambientali sono state collegate 
> all’Autismo, queste interazioni rendono il cervello autistico molto 
> diversificato; questo significa che ciascuna persona può avere un 
> profilo di chimica cerebrale unico.
>
> Possiamo comprendere uno specifico profilo dal modo in cui il cervello 
> di una persona risponde ad un farmaco che ha come target un 
> particolare sistema chimico.
>
> Stiamo esaminando tre sistemi chimici del cervello://
>
> · 5HT o sistema della serotonina
>
> · Il sistema Glutammato//
>
> · Il sistema GABA
>
> Questi sono i sistemi che controllano l’eccitazione e l’inibizione nel 
> cervello e stiamo studiano anche il sistema endocannabinoide (NdT: è 
> uno dei sistemi più importanti per lo sviluppo e mantenimento 
> dell'omeostasi nel nostro organismo, che nel cervello è un target per 
> i medicinali a base di cannabis).//
>
> */Cosa è uno Shiftability Study?/*
>
> Uno Shiftability Study è il modo in cui chiamiamo uno studio iniziale 
> per capire se un potenziale farmaco ha degli effetti rilevanti sui 
> meccanismi del cervello rilevanti per l’autismo. I Partecipanti 
> (adulti) con e senza autismo si recano presso il nostro centro per 
> due/tre visite. In ogni visita, viene somministrato o un placebo (una 
> medicina finta) o una dose singola di un farmaco.
>
> Né i partecipanti, né i ricercatori sanno se è stato somministrato 
> placebo o farmaco e questo è chiamato “doppio cieco”; successivamente 
> misuriamo la risposta del cervello confrontando i risultati con e 
> senza l’utilizzo del farmaco e confrontando la risposta delle persone 
> con e senza autismo.
>
> */Cosa possiamo imparare da queste ricerche?/*
>
> Questi studi ci mostrano cha la risposta alle medicine del cervello 
> delle persone con autismo non è sempre la stessa delle persone 
> neurotipiche. Questo ci dice che il cervello autistico è chimicamente 
> differente. Se capiamo la differenza nell’autismo nei sistemi chimici 
> del cervello e capiamo cosa questi sistemi facciano in termini di 
> regolazione della salute mentale e delle capacità cognitive, potremmo 
> essere capaci di personalizzare meglio i farmaci e potremmo aiutare le 
> persone che hanno una specifica condizione di salute mentale o altri 
> problemi e a cui piacerebbe avere la possibilità di scegliere un 
> trattamento.
>
> */Sono state scoperte delle medicine attraverso queste ricerche?/*
>
> Nei fatti, siamo tra i primi ad usare questo approccio nell’autismo o 
> in qualsiasi altra condizione del neurosviluppo e nel passato c’è 
> stato un approccio piuttosto non specifico nel provare interventi 
> farmacologici per le persone autistiche, quasi un approccio per 
> tentativi. Pensiamo invece sia meglio capire se un intervento 
> raggiunge un particolare meccanismo prima di imbarcarci in un test 
> clinico di larga scala. Questa è quindi una nuova tecnica e, per mia 
> conoscenza, non ci sono stati farmaci scoperti in questo modo, ma si 
> spera possa essere utilizzata più ampiamente e non soltanto in 
> autismo, ma anche in altre condizioni del neurosviluppo e mentali, 
> perché il problema è che in Psichiatria ci imbattiamo nei farmaci per 
> puro caso. E questo non va più bene. Abbiamo bisogno di un modo 
> informato per sviluppare scelte farmacologiche per le persone che 
> voglio quella scelta.
>
> Abbiamo terminato recentemente uno Shiftability Study per l’Arbaclofen 
> e stiamo scrivendo i risultati; Arbaclofen è attualmente in test clinico.
>
> Abbiamo anche completato degli Shiftability Studies sui farmaci a base 
> di cannabis e ora ci sono test clinici su questi farmaci in persone 
> con autismo, inclusi anche in AIMS2-Trial.
>
> */Come gli Shiftability Studies portano a successivi e più ampi test 
> clinici?/*
>
> Gli studi vengono condotti su un piccolo gruppo di persone e se 
> vediamo un effetto su un meccanismo importante, ciò dà fiducia che 
> valga la pena verificare quel farmaco su uno studio di più larga scala.
>
> Attraverso uno Shiftability Study su un farmaco puoi scoprire che quel 
> particolare farmaco in quella specifica persona agisce in quel sistema 
> chimico e cambia quel meccanismo, si spera per il meglio. 
> Conseguentemente, ci potremmo muovere verso gli studi clinici e vedere 
> cosa succede in risultati più complessi. Inoltre, ci possono aiutare 
> ad evitare di far perdere tempo alle persone in studi clinici a causa 
> dell’eterogeneità tra le persone con autismo. In questo modo siamo 
> capaci di pensare a come risponde un individuo; e questo è un riflesso 
> dei suoi specifici meccanismi eziologici (meccanismi causali – NdT: 
> che hanno agito nel suo cervello) e questo è meglio che avere soltanto 
> l’approccio aperto a tutti per gli studi clinici, dove tutti sono 
> invitati. I meccanismi (NdT: dei sistemi chimici del cervello) dche si 
> incontrano in uno studio clinico sono probabilmente differenti tra i 
> partecipanti e per questo probabilmente non c’è modo in cui il farmaco 
> possa raggiungere il criterio di risultato primario. Inoltre, evita 
> che le persone vengano esposte ai farmaci, poiché è probabile che 
> tutto quello che stai facendo è esporli agli effetti collaterali.
>
> */Ci può dire chi potrà beneficiare dai farmaci usando questo metodo?/*
>
> Questa è una delle cose a cui stiamo guardando, presenterò dei dati 
> (nel webinar) che abbiamo da un “compito visivo”, con il quale 
> possiamo avere un indice individuale per capire se c’è un cambiamento 
> in quella misura (NdT: di come il cervello processa il compito) e 
> possiamo, per esempio, dire che chi ha quel cambiamento è più 
> probabile che risponda (Ndt: A quel farmaco), oppure possiamo guardare 
> alla misura di rifermento (NdT: Baseline Measure) e  dire che, in 
> realtà, alcune persone hanno una Baseline Measure che è molto simile a 
> quella del gruppo neurotipico. Non c’è molto vantaggio nel mettere 
> queste persone in uno studio clinico se il farmaco agisce su un 
> meccanismo che per loro è completamente tipico.
>
> E in alcuni casi, nei neurotipici, troviamo che il farmaco agisce in 
> modo opposto. Non vuoi dare alle persone che hanno una sorta di 
> “risposta tipica” un farmaco che in realtà potrebbe potenzialmente 
> avere addirittura un effetto dannoso. Non lo sappiamo  (NdT: in 
> anticipo). Ma questo è quello che pensiamo.
>
> */Non si perdono potenziali partecipanti se si introduce un placebo 
> così presto?/*
>
> In realtà non usiamo il placebo nello stesso modo degli studi clinici 
> e ciascuno riceve sia un placebo che un farmaco, in modo che non si 
> perda nessuno dei partecipanti.
>
> Ad una persona che si unisce ad un nostro studio viene richiesto di 
> recarsi al nostro centro, diciamo, per due visite e in una visita 
> riceve il placebo e nell’altra il farmaco; il partecipante o il 
> ricercatore non sanno se è stato somministrato il placebo o il farmaco 
> e l’ordine di somministrazione è casuale tra i partecipanti, così che 
> metà dei partecipanti potrebbe avere il placebo nella prima visita e 
> l’altra metà il farmaco.
>
> Un altro punto insito nella domanda è perché semplicemente non usiamo 
> una baseline (NdT: valori di riferimento) che già è disponibile, di 
> fatto, negli AIMS2-Trial; la ragione per cui usiamo un placebo è che 
> possiamo controllare altre possibili influenze sui risultati. Il 
> placebo ci fornisce una baseline  (NdT: valori di riferimento) con cui 
> confrontare la risposta al farmaco ed è identico in tutti gli aspetti 
> al farmaco, eccetto per il contenuto della capsula somministrata; 
> così, per esempio, qualche volta le persone sono più ansiose alla 
> prima visita e meno ansiose alla seconda e non vogliamo che tutti 
> abbiano la stessa somministrazione alla loro prima visita, perché 
> potremmo assistere agli effetti dell’ansia piuttosto che agli effetti 
> del farmaco a confronto con il placebo.
>
> */Avete considerato di includere test sulle funzioni esecutive in 
> questi studi?/*
>
> Lasciatemi prima ricordare cosa sia una funzione esecutiva. Funzione 
> Esecutiva è un termine “ombrello” che descrive la capacità di 
> pianificare, di inibire le risposte e di fare scelte in modo 
> flessibile (NdT. ad esempio vengono richiamate quando dobbiamo 
> compiere un azione che comporta problem solving, come aprire il tappo 
> di una bottiglia un po’ diverso dal solito); sì, certamente, le 
> funzioni esecutive sono state considerate ed incluse nei test. Il 
> nostro approccio considera che i comportamenti più complessi, per 
> esempio, i comportamenti adattivi e sociali, si sviluppano su blocchi 
> fondamentali di funzioni esecutive e di processazioni sensoriali; se 
> possiamo capire come la chimica del cervello regoli questi componenti 
> fondamentali del comportamento, avremo una più alta probabilità di 
> sviluppare interventi, sia farmacologici che psicologici (NdT: credo 
> si intenda anche educativi), che hanno come obiettivi i meccanismi e, 
> in definitiva, contribuire a funzioni più complesse.
>
> Nei protocolli che usanoMRI (Magnetic Resonance Imaging), abbiamo 
> incluso test delle funzioni esecutive, ad esempio, dell’attenzione o 
> dell’inibizione della risposta.
>
> Siamo molto interessati anche alla processazione sensoriale e nel 
> webinar parlerò di alcuni risultati che suggeriscono che ci sono 
> differenze nel modo in cui gli stimoli visivi vengono processati nelle 
> persone con autismo e che queste differenze potrebbero dipendere dal 
> sistema chimico di trasmissione dei segnali GABA. Pensiamo che i 
> problemi legati alla processazione sensoriale e alle funzioni 
> esecutive siano veramente importanti per la comunità autistica e per 
> questo li abbiamo inclusi questi test nel nostro progetto.
>
> */Avete considerato che le persone con autismo potrebbero avere 
> effetti collaterali inaspettati e dei controlli a medio e lungo termine?/*
>
> Questi sono punti incredibilmente importanti e in realtà sono la 
> ragione per cui pensiamo che questi studi siano così utili, perché i 
> farmaci che usiamo sono selezionati perché potrebbero avere effetti 
> benefici per almeno alcune delle persone con autismo. Inoltre, poiché 
> usiamo dosi singole, pensiamo che sia un approccio più sicuro rispetto 
> a somministrare un farmaco alle persone per periodi più lunghi, quando 
> poco è conosciuto di un farmaco.
>
> Ad esempio, se stiamo usando due dosi, proviamo ad usare la dose più 
> bassa nella prima visita, cosicché se il partecipante dovesse avere 
> qualsiasi problema, potremmo evitare di somministrare la dose più 
> alta. Rimaniamo in contatto molto ravvicinato con i nostri 
> partecipanti per assicuraci che stiano bene durante lo studio e anche 
> dopo e, infatti, molti dei partecipanti ci hanno aiutato su studi 
> multipli e siamo loro molto grati.
>
> Osserviamo molto attentamente tutti i nostri partecipanti e chiediamo 
> loro se hanno avuto reazioni, a prescindere se siano persone con 
> autismo o no.
>
> Anche così, non possiamo escludere completamente un effetto 
> imprevisto, ma i nostri partecipanti sono molto ben informati e lo 
> sanno. Detto questo, l’unico effetto imprevisto che abbiamo mai avuto 
> è stato con un partecipante che ha avuto vomito dopo l’inizio dello 
> studio; abbiamo scoperto che gli era stato somministrato il placebo, 
> la medicina finta, ma che era allergico al colorante alimentare rosso. 
> Così ora abbiamo imparato che dobbiamo chiedere informazioni anche 
> sulle allergie ai coloranti alimentari e il partecipante è stato 
> veramente gentile ed ha perfino chiesto di tornare per un altro 
> studio, ma senza il colorante rosso
>
> */Sarebbe interessante misurare la risposta immunitaria come elemento 
> di valutazione di un  nuovo trattamento?/*
>
> Concordo che lo sarebbe. Infatti, ora riconosciamo che i neuroni nel 
> cervello lavorano insieme alle cellule immunitarie del cervello, la 
> così detta microglia, per regolare la trasmissione dei segnali; 
> possiamo quindi aspettarci un cambiamento in una parte di questo 
> sistema strettamente collegato che causi un cambiamento in un altro.
>
> In questi studi, sebbene non stiamo ricercando direttamente la 
> risposta immunologica del cervello, i nostri dati ci permettono di 
> raccogliere alcuni marcatori che potrebbero essere rilevanti, inclusa 
> forse uno dei componenti chimici che è stato trovato nelle cellule 
> immunitarie del cervello, il glutatione. Siamo interessati al 
> glutatione perché quella sostanza chimica è coinvolta nella produzione 
> del Glutammato e del GABA, le sostanze responsabili per l’eccitazione 
> e l’inibizione che ho citato poc’anzi.
>
> Quello che potremmo trovare è che un farmaco che causa un cambiamento 
> nel livello di queste sostanze chimiche potrebbe essere associato ad 
> un cambiamento in un meccanismo rilevante per l’autismo, per esempio, 
> un meccanismo di una funzione esecutiva o un meccanismo sensoriale; 
> questo è il nostro obiettivo nei nostri studi rimanenti.
>
> Lo stiamo facendo perché queste sostanze chimiche sono correlate, 
> perciò, diversamente da studi precedenti che hanno analizzato queste 
> sostanze in modo isolato, stiamo provando ad ottenere un quadro di 
> insieme. L’idea è che potresti non vedere un cambiamento in una di 
> queste sostanze, ma possibilmente nelle altre, è importante per noi, 
> perché sono comunque parte di un sistema collegato e ci dà una 
> migliore comprensione della biologia del cervello. Direi che è una 
> parte veramente importante e che c’è un lavoro in corso 
> sull’immunologia, in altre parti del AIMS2-Trial, ma non è un 
> obiettivo diretto di questo progetto.
>
>
>
> *Da:*autismo-biologia <autismo-biologia-bounces a autismo33.it>*Per 
> conto di*mtcento a libero.it
> *Inviato:*sabato 10 luglio 2021 08:06
> *A:*Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>
> *Oggetto:*Re: [autismo-biologia] Shiftability Studies
>
> Grazie. Sarei interessata alla traduzione completa.
>
>
>
> Inviato da Libero Mail per iOS
>
>
>
> venerdì 9 luglio 2021, 15:35 +0200 
> da_rosannaspatola69 a gmail.com_<mailto:rosannaspatola69 a gmail.com><_rosannaspatola69 a gmail.com_<mailto:rosannaspatola69 a gmail.com>>:
>
> Sì, grazie! Sarei molto interessata alla traduzione completa.Mia 
> figlia nell'aminoacidogramma mostra di avere valori alterati di 
> glutammina, triptofano....
>
> Ancora grazie.   Rosanna Spatola
>
> Il ven 9 lug 2021, 13:18 
> <_mazzoni.armando a libero.it_<mailto:mazzoni.armando a libero.it>> ha 
> scritto:
>
> Condivido con piacere questo video 
> pubblico_https://youtu.be/SjFoozgppQE_<https://youtu.be/SjFoozgppQE>estratto 
> dai lavori dell’AIMS2-Trial, a cui partecipo come Autism 
> Representative; il tema trattato da Grainne McAlonan, Prof.ssa in 
> Neuroscienze Traslazionali al Kings College di Londra, sono gli 
> Shiftability Studies.
>
> Credo che andare sempre più a fondo nella biologia e nella chimica del 
> cervello, oltre a rendere disponibili delle_scelte_terapeutiche in un 
> termine che speriamo il meno lungo possibile, aiuterà ad avere una 
> visione migliore dell’individualità di ciascuna persona; pensare alla 
> normalità, alla normotipicità  come ad un’espressione di individualità 
> è, a mio modesto avviso, sbagliato. La neurodiversità è l’espressione 
> dell’unicità di ciascun individuo; perciò, in qualche modo, siamo 
> tutti neurodiversi e la contrapposizione tra neurodiversi e 
> normotipici non ha senso, perché la normalità è “solo” una necessaria 
> entità statistica, senza la quale sarebbe difficile se non impossibile 
> capire i fenomeni e riconoscere i bisogni delle persone.
>
> Nessuno di noi pone troppe questioni nel leggere le proprie analisi 
> del sangue e, anzi, controlla accuratamente che i propri valori siano 
> all’interno dei valori fisiologici o “normali”; non sono a conoscenza 
> di gruppi di orgoglio iperglicemico o di movimenti di persone 
> leucociti-diverse. Le analisi del sangue difficilmente vanno a ledere 
> o minacciare la nostra individualità, i diritti e l’integrità della 
> persona, ma ci danno delle indicazioni chiare su delle necessità di 
> intervento o di approfondimento; questo ragionamento, difficilmente 
> contestabile, diventa meno facilmente applicabile quando arriviamo al 
> cervello, per una serie molto nutrita di ragioni a volte, ma non 
> sempre, giustificabili,  provenienti da molte discipline e orientamenti.
>
> Personalmente, credo che non abbiamo bisogno di altre etichette ma 
> sempre di più di occuparci della persona, dell’individuo, attraverso 
> la comprensione scientifica delle sue specificità.
>
> Segue la traduzione di primi 3 minuti del video:
>
> /Nello Shiftability Project dell’AIMS2-Trial si studia la chimica 
> della neurodiversità e si usa l’MRI (//Magnetic Resonance Imaging), 
> l’EEG e stimoli sensoriali per vedere come il cervello risponde ad 
> alcuni farmaci che hanno come bersaglio le vie di trasmissione dei 
> segnali./
>
> /Si spera che ciò aiuti a comprendere la chimica del cervello 
> nell’autismo e a fornire scelte (trattamenti) più personalizzate./
>
> /Poichè molte influenze genetiche e ambientali sono state collegate 
> all’Autismo, queste interazioni rendono il cervello autistico molto 
> diversificato; questo significa che ciascuna persona può avere un 
> profilo di chimica cerebrale unico./
>
> /Possiamo comprendere uno specifico profilo dal modo in cui il 
> cervello di una persona risponde ad un farmaco che ha come target un 
> particolare sistema chimico./
>
> /Stiamo esaminando tre sistemi chimici del cervello:/
>
> · /5HT o sistema della serotonina/
>
> · /Il sistema Glutammato/
>
> · /Il sistema GABA/
>
> /Questi sono i sistemi che controllano l’eccitazione e l’inibizione 
> nel cervello e anche il sistema endocannabinoide (NdT://è uno dei 
> sistemi più importanti per lo sviluppo e mantenimento dell'omeostasi 
> nel nostro organismo, che nel cervello è un target per i medicinali a 
> base di cannabis).//Questi questi son/
>
> /Uno Shiftability Study è il modo in cui chiamiamo uno studio iniziale 
> per capire se un potenziale farmaco ha degli effetti rilevanti sui 
> meccanismi del cervello rilevanti per l’autismo…/
>
> Per chi è interessato e non parla inglese, posso fornire 
> successivamente la traduzione completa.
>
> Un saluto
>
> Armando Mazzoni
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