[autismo-biologia] 35 autori italiani propongono un cambio di sguardo per l'autismo
daniela
daniela a autismo33.it
Lun 8 Feb 2021 16:37:56 CET
Il 2021-01-31 17:24 daniela ha scritto:
> Dai numerosi lavori riportati nell’articolo, alcuni dei quali firmati
> dagli stessi autori, si possono ricavare numerose idee per
> sperimentazioni terapeutiche innovative.
> Daniela MC
Tra i filoni di ricerca che potrebbero avere ripercussioni terapeutiche
immediate c’è quello degli anticorpi anti recettore dell’acido folico di
cui abbiamo già parlato in questa lista nel gennaio 2017
http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2017-January/002391.html
Dall’articolo firmato dai 35 autori italiani
https://www.mdpi.com/2075-4426/11/2/70/htm
traduco quanto segue
“Gli autoanticorpi materni che hanno come bersaglio il recettore α per
il folato (FRα) meritano di essere menzionati in questa sezione
(Risposta immune materna nei disordini del neurosviluppo). Il folato ha
un ruolo chiave nello sviluppo neurale durante il periodo embrio-fetale
e nei primi anni di vita. Esso ha un ruolo essenziale nella
comunicazione intercellulare e nelle vie metaboliche delle purine, della
metilazione e della ossido-riduzione.
Dal momento che la sua concentrazione nel cervello è parecchie volte più
alta che nel plasma, questo è reso possibile da un meccanismo attivo di
trasporto basato sul recettore α per il folato, necessario per
attraversare sia la placenta che la barriere cerebrale, ma il trasporto
è inibito dagli autoanticorpi anti‐FRα (FRAAs).
In modelli animali si è documentata una correlazione tra l’esposizione
in utero agli anticorpi FRAAs e i sintomi simil autistici nella prole.
Questo dato, ricavato da modelli animali, correla con quanto osservato
nell’uomo in rapporto ad una maggior gravità dei sintomi di autismo nei
figli di madri positive per FRAAs rispetto a bambini con autismo figli
di madri negative per FRAAs.
La rilevanza di questo meccanismo è ulteriormente confermata dalla più
alta prevalenza di FRAAs nei bambini con autismo rispetto ai controlli,
dal momento che gli anticorpi FRAAs vengono riscontrati nel 58–76% dei
bambini con autismo e i titoli di questi anticorpi nel sangue correlano
con i livelli di folati nel liquido cerebro-spinale. La scoperta di
questa disfunzione del metabolismo del folato ha condotto a opportunità
di trattamento incoraggianti”
Una strada obbligata per arrivare a terapie innovative, che agiscano non
superficialmente sui sintomi, mitigandone uno e peggiorandone altri,
come avviene con gli psicofarmaci, è quella di isolare dei gruppi
omogenei dal punto di vista biologico che permetta di agire a monte dei
sintomi, sui fattori patogenetici. La presenza di autoanticorpi anti
recettore dei folati potrebbe identificare un sottogruppo omogeneo sul
quale fare ulteriori approfondimenti e sperimentare nuove terapie.
L’acido folinico, che bypassa i recettori per l’acido folico, inibiti
dagli anticorpi, è un farmaco molto promettente, ma la parola
“promettente” dovrebbe diventare “sicuro” “evidence based” o “indicato
per un sottogruppo più ristretto”, dal momento che gli anticorpi sono
numerosi e forse alcuni di loro sono predittivi più di altri di un esito
positivo del trattamento. Il lavoro citato, del febbraio 2018, definito
dagli autori incoraggiante
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5794882/
si conclude con queste parole
“These findings should be considered preliminary until treatment is
assessed in larger multicenter studies with longer duration”
Gli studi multicentrici di più ampie dimensioni e di più lunga durata
dovrebbero seguire immediatamente gli studi di piccole dimensioni e di
breve durata in modo che l’eventuale sottogruppo, non importa quanto
ampio, che rispondesse bene ad una terapia nuova, in questo caso l’acido
folinico, potesse beneficiare di detta terapia in ogni parte del mondo
Daniela MC
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