[autismo-biologia] ricerca scientifica

gmarino melat a libero.it
Gio 27 Ago 2020 15:14:47 CEST


mi collego a questa nota scritta un paio di anni fa, per richiamare la 
attenzione degli studiosi che seguono questa lista ad uno studio di 
Akido Iwasaki dell'università di Yale pubblicato su Nature a proposito 
chegli effetti del Covid -19 sulla popolazione con effetti più gravi nei 
maschi a causa di una diversa risposta immunitaria:

Le pazienti femminili mostrano di avere una più forte e sostenuta 
risposta delle cellute T ( o linfociti T), una parte essenziale dei 
sistema di difesa dell'organismo. Si era già rilevato che la mortalità 
da coronavirus fosse 2,5/3 volte più diffusa negli uomini che nelle 
donne per effetto di più elevati livelli di citochine e chemochine. 
Nelle donne invece livelli più alti di risposta immunitaria innata data 
dalle citochine sono risultati collegati ad una malattia più forte.....

A me sembra evidente una analogia con i dati che conosciamo sull'autismo 
e se le ipotesi sulla cause immunologiche richiamate nella nota 
sottostante hanno fondamento, sarebbe ora che la ricerca scientifica 
dedicasse maggiore attenzione.

L'epigenetica si confonde  con la immunologia innata?

saluti

giovanni marino



Il 28/10/2018 11:26, Fondazione Marino ha scritto:
>
>                          Autismo: Dove va la ricerca scientifica?
>
> Abbiamo combattuto una lunga battaglia per il riconoscimento della 
> causa organica e da questa ipotesi sono nate ricerche di biologia 
> molecolare e di genetica che per anni ci hanno aggiornato su un numero 
> sempre crescente di geni modificati cui si attribuisce la causa 
> dell’autismo. Parimenti l’indagine epidemiologica ci spiega che da 1-2 
> su 10.000 del 1995 si è passati nel 2017 ad 1su 60 nati.
>
> La spiegazione di questa esplosione, salvo la migliore accuratezza 
> diagnostica e la emersione dei casi nascosti, è dovuta ai fattori 
> epigenetici che si aggiungono alla “causa madre” del difetto genetico 
> come fattore evolutivo o ereditario. Con questa ipotesi risulta 
> evidente la preponderanza del fattore epigenetico che si somma su una 
> base genetica costante e comune in ogni popolazione.
>
> Mi sono sempre meravigliato però che, da questa ipotesi, l’incidenza 
> crescente dell’autismo si sia mantenuta costante sia nei riguardi del 
> rapporto maschio/femmina che in ogni territorio. E’ una contraddizione 
> se si prende atto che i fattori epigenetici variano grandemente per 
> tipo di ambiente, esposizione, ecc, ecc, fino ad includere il 
> benessere socio economico della comunità di riferimento. Non mi 
> risulta che la comunità scientifica si sia mai applicata per 
> approfondire questa contraddizione che certamente individua i difetti 
> genetici alla base dell’autismo, ma non necessariamente la causa che 
> li scatena.
>
> Forse che la comunità scientifica che si occupa di questa materia non 
> ha la giusta formazione? In fin dei conti gli esperti di autismo 
> continuano sempre ad essere identificati tra i professionisti che si 
> prendono carico del percorso assistenziale ed educativo. Se così fosse 
> sarebbe un grave limite al progresso della conoscenza.
>
> In ogni caso, da genitore, non ho mai fatto il tifo per la ipotesi 
> genetica come causa, semplicemente perché la complessità di 
> “aggiustare” oltre 100 geni coinvolti rende impossibile la soluzione 
> del problema e penso che le risorse impiegate su questo filone di 
> ricerca sono in gran parte sprecate.
>
> Invito a leggere qualche libro che invece si occupa di una nuova 
> disciplina, la Neuroimmunologia.
>
> 1-Structural and Funnctional Features of Central Nervous System 
> Lymphatic Vessel
>
> ( Nature , vol 523 pp 337-341 , 16 /07/2015 )
>
> 2- Multifaceted Interactions Between Adaptive Immunity and the Central 
> Nervous System ( Science  vol 353 pp. 766-771 19/08/2016 )
>
> 3- Immune System: The Seventh Sense ( Journal of Experimental Medicine 
> del 16/01/2018)
>
> Un interessante articolo di Jonathan Kipnis pubblicato sulla rivista 
> Le Scienze di questo mese riassume l’argomento:
>
> Si pensava che il cervello ed il sistema immunitario esistono del 
> tutto isolati l’uno dall’altro. Il cervello è deputato al 
> funzionamento del corpo mentre il sistema immunitario a difenderlo. 
> Ora si sa invece che i due organi interagiscono in modo sistematico 
> tanto che il sistema immunitario svolge perfino il ruolo di aiutare il 
> cervello ad affrontare lo stress in funzioni essenziali quali 
> l’apprendimento ed il comportamento sociale ed i ricercatori 
> ipotizzano che l’informazione immunologica influenza i circuiti del 
> cervello in molte malattie come l’autismo e l’Alzheimer.
>
> Si sono studiate le componenti innate ed adattive dell’immunità. La 
> immunità adattiva consiste principalmente di cellule chiamate 
> linfociti T e linfociti B che riconoscono uno specifico agente 
> patogeno ed organizzano un attacco mirato contro di esso. Il problema 
> è che l’uno per cento della popolazione immunitaria adattiva perde il 
> controllo e attacca cellule nei tessuti propri dell’individuo causando 
> malattie autoimmuni. Si ritiene cioè che la risposta infiammatoria sia 
> uno strumento impreciso che elimina gli elementi buoni insieme a 
> quelli cattivi. Per tutti gli altri  tessuti questo non è un problema 
> ma il tessuto del snc ha una capacità di crescita limitata e la 
> risposta infiammatoria causerà un danno permanente. Infatti, i  
> ricercatori hanno  scoperto che i topi senza immunità adattiva se la 
> cavano male in compiti come l’apprendimento , la memoria spaziale e 
> comportamento sociale.
>
> C’è poi tutta la trattazione del come il sistema immunitario sia 
> presente nel snc e come le citochine e l’interferone gamma modificano 
> il comportamento del cervello. Uno studio recente ( Gloria Choi del 
> Mit ) ha dimostrato come la citochina IL-17 interagisce con neuroni 
> nella corteccia celebrale modificando i comportamenti dei disturbi 
> dello spettro autistico.
>
> Si tratta certamente di studi ancora agli albori ma a me piace 
> moltissimo pensare che il sistema immunitario, essendo un bersaglio 
> più accessibile ai farmaci rispetto al snc, sia più facilmente 
> riparabile per esempio con terapia genica o mediante trapianto di 
> midollo osseo che renderebbero più trattabili i disturbi cerebrali. 
> Raccomando perciò di assegnare i fondi necessari per la ricerca su 
> questa nuova disciplina molto promettente e di individuare gli 
> istituti più aggiornati da sostenere.
>
> Questa parte è una sintesi di quello che ho letto e che mi affascina 
> come ipotesi di intervento risolutivo al problema ma mi rendo conto 
> che per approfondire questi concetti bisogna rivolgersi ad esperti che 
> notoriamente, come dicevo, non fanno parte della cerchia dei 
> professionisti che si occupano di autismo e forse non sono presenti 
> nemmeno nella lista autismo- biologia. A questi ultimi però chiedo di 
> volere commentare ed anche correggere delle inesattezze che certamente 
> avrò potuto scrivere.
>
> giovanni marino
>
>
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