[autismo-biologia] “L’autistico di Schrödinger " nuovo libro autobiografico

daniela daniela a autismo33.it
Ven 29 Mar 2019 22:31:52 CET


"Ora, già al mio affermare che sono figlia di divorziati, le due 
psicologhe si guardarono sobbalzando dalla sedia ma con un certo 
compiacimento tipo “Ecco, visto! Abbiamo trovato!” ...
  Io cercando di spiegare che la mia vita familiare, quella con i miei 
genitori intendo, era tutto fuorché propedeutica al narrare le gesta 
dei nonni scomparsi, feci ancor più danno. Non riuscivamo io e mio 
marito a capire cosa c’entrasse questo con la malattia di mio figlio….
Da me pretendevano che io avessi saputo del matrimonio dei miei nonni 
dai miei genitori divorziati. Sarebbe stato comico se non fosse stato 
drammatico. ...
Comunque rimanevamo soli con un bambino problematico a cui avevano già 
affibbiato un futuro infausto. Non avevamo una diagnosi, quindi nemmeno 
una terapia. Non sapevamo da chi andare o dove andare. Non sapevamo 
nemmeno quale potesse essere il problema. Io continuavo a pensare che 
fosse autismo, per quel poco che ne sapevo, perché quelle che poi ho 
imparato a chiamare stereotipie gestuali erano eclatanti. Io e mio 
marito un giorno arrivammo a guardarci e dirci all’unisono: «Lo portiamo 
da un prete?!». Le urla, i morsi, le stereotipie, l’aggressività 
facevano di lui il protagonista di un film dell’orrore"

Questo brano é tratto dal libro autobiografico di Simonetta Chiandetti 
“L’autistico di Schrödinger "

https://www.aliberticompagniaeditoriale.it/catalogo/reply/KikSyxqebNfPcaiFqmUt4EMmo0ZAOFHx14MUQhaTcN7S3eWAYCmTRgP5Lxg70GTM0dyStrh49T_nyVQuaXha6kVWW9UMhKwJNvfIZ9krK-DpJi0l2f9MATx5YETvBVUTddFB7V7x0_WSoXvCjRiH4LsBkRniTHkiYbBCwqw5p1Q=/p1

La scena descritta si riferisce all’incontro tra i genitori di un 
bambino che presenta dei sintomi di autismo da manuale e due psicologhe 
che, anziché esaminare il bambino, cercano dei fattori patogeni nella 
famiglia e, non riuscendo a trovarli nei genitori, li trovano nei nonni 
in quanto divorziati. Qualsiasi coincidenza viene presa come causa delle 
anomalie  comportamentali del bambino.

Questa testimonianza si riferisce non al secolo scorso, ma a quello 
presente, essendo il bambino in questione nato nel 2000. E quanto 
narrato non é eccezionale. Ancora oggi si sentono genitori che 
riferiscono che al primo incontro con i professionisti questi non hanno 
esaminato il bambino, ma hanno cercato cosa non andava in loro, 
lasciando poi i genitori nell’angoscia dell’incertezza e 
nell’impossibilitá di iniziare il trattamento abilitativo nell’etá di 
massima plasticitá del cervello.

La scrittrice racconta i fatti cosí come le sono capitati e proprio 
dalla sua narrazione emergono tante criticitá delle Istituzioni nel 
campo dell’autismo e non solo.

Il libro é interessante per le criticitá che mette a nudo, ma anche e 
soprattutto per un altro motivo: la buona evoluzione di questo bambino, 
che da “protagonista di un film dell’orrore” diventa un giovane 
autosufficiente, garbato e capace di frequentare con profitto e senza 
sostegno il liceo classico.

E’ un libro consigliabile a tutti, ma in particolare ai professionisti 
della Scuola e della Sanitá che dalle criticitá narrate dall’autrice 
possono trarre numerosi insegnamenti.
      Daniela Mariani Cerati




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