[autismo-biologia] R: vitamina D e omega3: una nuova sperimentazione randomizzata controllata con placebo

Chiappedi Matteo matteo.chiappedi a unipv.it
Dom 13 Gen 2019 20:38:08 CET


Gentile sig.ra Fidani,
non mi risulta al momento ci siano dati abbastanza solidi da far assurgere
la vitamina D e i PUFA al rango di terapie, anche se è possibile abbiano un
certo ruolo nel complesso discorso della "terapia dell'autismo".

Per quanto vale, posso dirle che il dosaggio della vitamina D potrebbe
avere un certo senso i tutti i quadri di disturbi di interesse
neuropsichiatrico infantile.
Riguardo ai PUFA, il dosaggio è meno diffuso sia nella pratica che nella
ricerca. E del resto anche l'articolo citato, pubblicato su una rivista di
buon impact factor, utilizza  solo il DHA senza alcun dosaggio di base dei
diversi PUFA (e questa procedura, onestamente, potrebbe avere limitato la
risposta dei pazienti alla integrazione, almeno per come posso capire).

Cordiali saluti
Matteo Alessio Chiappedi

Il giorno dom 13 gen 2019 alle ore 14:12 Paola Fidani <paola.fidani a alice.it>
ha scritto:

>
> Cara Daniela,
>
> ti ringrazio ancora una volta per il tuo impegno e le informazioni
> scientifiche e dettagliate che inoltri alla lista.
>
> Le ultime segnalazioni di articoli sull’uso di Vit D e Acidi grassi omega
> 3 mi inducono a chiedere se sia  opportuno effettuare il dosaggio della vit
> D e valutare il rapporto omega 6/omega 3 in tutti i bambini e adulti con
> autismo, in ordine ad un possibile trattamento.
>
> Mi scuso se sono imprecisa e se pongo una domanda superflua, ma mio figlio
> è ormai adulto e non so quali siano attualmente i protocolli diagnostici
> per l’autismo all’esordio, nè se siano in corso in Italia studi
> randomizzati su questo tipo di approccio terapeutico.
>
> Grazie.
>
> Paola Fidani
>
>
> ----Messaggio originale----
> Da: daniela a autismo33.it
> Data: 12-gen-2019 19.44
> A: <autismo-biologia a autismo33.it>
> Ogg: [autismo-biologia] vitamina D e omega3: una nuova sperimentazione
> randomizzata controllata con placebo
>
> Non é facile portare a termine una sperimentazione randomizzata
> controllata con placebo di lunga durata con pazienti che non sono
> ricoverati in ospedale, ma che se ne stanno al proprio domicilio. La
> difficoltá aumenta ulteriormente quando chi deve assumere la sostanza in
> esame é per definizione poco collaborante, come lo  sono i bambini in
> generale e ancor piú i bambini con disturbi dello spettro autistico.
> Sono riusciti nell’impresa Mazahery H e coll., un gruppo di ricercatori
> delle Nuova Zelanda che ha pubblicato recentemente i risultati di una
> sperimentazione con vitamina D e acidi grassi poliinsaturi omega3 a
> lunga catena
> A randomised controlled trial of vitamin D and omega-3 long chain
> polyunsaturated fatty acids in the treatment of irritability and
> hyperactivity among children with autism spectrum disorder
> Mazahery, H., Journal of Steroid Biochemistry and Molecular Biology,
> https://doi.org/10.1016/j.jsbmb.2018.10.017
>
> https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0960076018303923?via%3Dihub
>
> I risultati non sono trionfali, ma ci sono delle positivitá. Le due
> sostanze testate sono risultate entrambe superiori al placebo per quanto
> riguarda l’irritabilitá (tantrum, aggression and self-injuries) e la
> vitamina D é risultata superiore al placebo anche per la iperattivitá.
>
> I bambini inclusi nella sperimentazione avevano un’etá cmpresa tra 2.5 e
> 8 anni, una diagnosi di spettro autistico secondo i criteri del DSM5 e
> un inizio dei sintomi dopo i 18 mesi di etá.
>
> Dal momento che la vitamina D puo’ dare una intossicazione per
> ipervitaminosi, i bambini venivano esclusi se la concentrazione sierica
> di 25(OH)D era uguale o superiore a 75 + 10 nmol/L (≥85 nmol/L) se
> entravano nello studio durante l’inverno e se era uguale  o superiore a
> 105 nmol/L + 10 nmol/L (≥115 nmol/) se entravano nello studio in estate.
>
> Il disegno sperimentale era uno studio randomizzato in doppio cieco
> controllato con placebo.
> Oltre al dosaggio della vitamina D, i bambini venivano sottoposti ad
> esami del sangue per evidenziare eventuali deficit nutrizionali
> (emocromo, acidi grassi, calcio, albumina, ferro,  ferritina,
> saturazione della transferrina, vitamina B12 e folato ) che, se
> presenti, venivano corretti prima dell’inizio della sperimentazione.
>
> I bambini venivano poi assegnati ad uno dei seguenti 4 trattamenti:
> vitamina D3 2000 UI/die; acido docosaexaenoico (DHA) 722mg./die;
> entrambi o placebo.
> Il test utilizzato per misurare i livelli di irritabilitá e iperattvitá
> prima e dopo il trattamento é stato l’ABC (Aberrant Behaviour Checklis).
> Di 111 bambini, 73 hanno completato lo studio, con un follow up mediano
> di 54 settimane.
> E’ stata ritenuta positiva una riduzione di almeno il 25% del punteggio
> al test ABC.
> Questa riduzione é stata ottenuta dopo un anno nel 63% (12/19, P =
> 0,02),  74 %(17/23, P = 0.003), e 53% (8/15, P = 0.11) rispettivamente
> nei gruppi vitamina D, Omega3 e vitamina D piú omega3, e nel 25% (4/16)
> nel gruppo placebo.
>
> Per quanto riguarda l’iperattivitá la riduzione rispetto al placebo é
> stata significativa solo per la vitamina D da sola: 68% (13/19, P =
> 0.03) contro 31% (5/16) nel gruppo placebo.
>
>   Gli autori concludono l’articolo con la seguente considerazione
> “Future studies with a larger sample size are warranted to investigate
> the impact of both nutrients on problem behaviours associated with ASD,
> to replicate the findings of the current study, and to explore the
> mechanistic pathways involved"
>
> Per realizzare quanto auspicato dagli autori é necessaria non solo la
> determinazione di ricercatori competenti e motivati, ma anche la
> disponibilitá dei genitori a partecipare a ricerche che vengono
> presentate come tali, accettando la possibilitá di ricevere il placebo
> nei casi in cui non ci sono farmaci attivi di riferimento per la
> sperimentazione.
>       Daniela Mariani Cerati
>
>
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