[autismo-biologia] NOTA E PROPOSTA - CRISPIANI

Piero Crispiani pierocrispiani a gmail.com
Lun 5 Ago 2019 10:44:42 CEST


Approvato il Decreto sull'Inclusione Scolastica

Approvato il Testo Riformato del Decreto Legislativo 66/2017

Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità.

Posizione personale di P. Crispiani inviata alle Associazioni 4-8-19

Gentili in indirizzo,

esprimo un parere ed un invito sulla discussione odierna introno al Decreto ma, soprattutto inernete i trattamenti abilitativi a fronte dello Spettro.

Assente da tutta questa discussione e dai provvedimenti centrali è l'interesse per l'AGIRE reale in favore della INTEGRAZIONE.

Integrare vuol dire intessere, intrecciare, far partecipare: questo è il vero obiettivo della scuola, porre l'alunni nelle trame del lavoro, delle attività, del pensiero. 

Non cadiamo nell'errore (moda, annosa povertà della Pedagogia, "formalismo pedagogico") di abrogare questo termine in favore del generico "includere", nato in ambito civile-politico (Lisbona, Salamanca) e tracimato in ambito scolastico, psico-pedagogico. Termine che piace tanto.perché elusivo.

L'Inclusione è un atto culturale e civile di accettarne, condivisione, accoglienza. 

L'Integrazione è un atto professionale.

Il Decreto (in buona fede) torna a sanitarizzare ulteriormente ed a render macchinoso il processo rendendo sempre più periferica la posizione e l'esperienza dei docenti (per non dire dei genitori).

Già (positivamente) oggi c'è una posizione di stallo, di "attesa teorica" intorno all'Autismo, allo Spettro, ai Disturbi del neurosviluppo, ai sistemi di connessione, rilanciando questioni centrali come la esecutività, l'adattamento, il potenziamento delle abilità, i modi di conduzione della relazione educativa (didattica, terapica, di training): cioè il sapere dei docenti.

Bisogna avere esperienza di come  questo bambino impatta "la costruzione del 
numero".
Come questo bambino impatta "la costruzione della lingua scritta"?
E poi, l'autistico è goffo, disprassico, lento, lateralizzato? Lo si dice 
solo nei corridoi, continuando poi a negarlo?

E ancora: non produce foni? Non sequenzializza foni? Non può farlo o lo fa con difficoltà esecutiva?

E' prima afasico o prima autistico?

Cosa comprende delle comunicazioni verbali?

Se viene pre-allertato?

Potremmo continuare con una quantità di criticità fondamentali, le cui esperienze utili restano però nel silenzio dei docenti e della scuola.

Suggerisco (alle varie organizzazioni private) di attivare un 

FORUM NAZIONALE DEI DOCENTI sul nebuloso "Spettro Autistico".

Invitare la "Scienza" ad ascoltare gli operatori, le loro esperienze, le intuizioni, gli errori, i guadagni educativi, le perdite di tempo, le comparazioni con altre sindromi, cioè tutto ciò che non varca i confini del "privato docente".

Che le Associazioni si facciano protagoniste.

Cordiali saluti

Prof. Piero Crispiani

Università di Macerata - Ordinario di Pedagogia e Didattica speciale

Già Direttore Didattico

 
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