[autismo-biologia] effetto placebo
daniela
daniela a autismo33.it
Lun 29 Apr 2019 16:39:53 CEST
Qualche anno fa ho commentato un articolo sul placebo nei disturbi del
neurosviiluppo che avevo trovato molto interessante.
Dal momento che la potenza del placebo ritorna in molte sperimentazioni
e ci é stata recentemente ricordata dal professor Bosco, condivido con
i componenti della lista le mie considerazioni sul tema
Effetto placebo
Le sperimentazioni controllate col placebo hanno mostrato quanto il
placebo sia efficace, soprattutto quando una sedicente terapia è stata
preceduta e accompagnata dai clamori della pubblicità con le conseguenti
attese miracolistiche da parte di utenti disperati.
Segnalo a questo proposito un articolo di Adrian Sandler che, pur
essendo del 2005, è ancora attuale
PLACEBO EFFECTS IN DEVELOPMENTAL
DISABILITIES: IMPLICATIONS FOR RESEARCH
AND PRACTICE
Ment Retard Dev Disabil Res Rev. 2005;11(2):164-70.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15977316
L’autore inizia le sue considerazioni paragonando la diversa percentuale
di miglioramenti col placebo in due studi controllati: sul risperidone e
sulla secretina.
I responders al placebo in una sperimentazione col risperidone sono
stati il 12%, mentre nello studio sulla secretina sono stati il 30%.
L’autore ritiene che due fattori abbiano contribuito al successo del
placebo nella sperimentazione sulla secretina: il grande clamore che
c’era stato sui media con proclami di miracoli e con la conseguente
induzione di aspettative miracolistiche, e la via di somministrazione
endovenosa.
Dall’interessante articolo riporto alcuni stralci nella traduzione di
Assunta Pelli
• il 30% dei pazienti sia del gruppo a cui è stato somministrata la
secretina sia del gruppo a cui è stato somministrato il placebo
mostrava un significativo miglioramento in seguito all'infusione,
secondo il parere di genitori e insegnanti.
• Alcuni individui mostravano miglioramenti nei sintomi di base
dell'autismo, come il contatto visivo, i comportamenti ripetitivi e la
comunicazione, mentre altri mostravano miglioramenti in sintomi
associati come l’insonnia e la diarrea.
• In alcuni casi i miglioramenti erano quasi sensazionali e avvenivano
presto, anche dopo 1 giorno dall'infusione
L'attenzione dei media portava a una condivisa speranza che la secretina
rappresentasse una cura per l'autismo e, a partire dall'inizio del 1999
circa 2500 bambini con autismo avevano ricevuto iniezioni di secretina.
Le speranze dei genitori vengono facilmente amplificate da resoconti
sensazionali e aneddotici riportati su Internet o sui giornali.
All'inizio del 1999 abbiamo cominciato il nostro studio in un'atmosfera
influenzata dai media con un'aspettativa insolitamente alta
sull'efficacia della secretina. I titoli dei giornali proclamavano che
la secretina era una potenziale cura dell'autismo.
Le importanti risposte al placebo negli esperimenti con la secretina
potevano essere il risultato delle aspettative eccessive.
Un altro fattore che può aver contribuito è che la secretina e il
placebo venivano somministrati con infusioni intravenose. C'è qualcosa
di enormemente suggestivo nell'esperienza delle iniezioni e questo può
spiegare l'osservazione che le iniezioni sollecitano effetti placebo più
forti delle medicine prese per via orale.
Non si può paragonare l'esperienza di deglutire una pillola con quella
di una puntura di un ago in seguito alla quale si vede il sangue che
entra in un tubicino e poi si vede un liquido misterioso scorrere nel
tubicino.
Un’altra considerazione dell’autore è la seguente. I genitori sapevano
che partecipavano ad una sperimentazione col placebo e quindi sapevano
che l’iniezione poteva essere di placebo.
Il miglioramento sarebbe stato verosimilmente maggiore se la
sperimentazione fosse stata in aperto, se cioè i genitori avessero avuto
la certezza che si trattava del farmaco di cui avevano sentito declamare
meraviglie.
“Benchè l'effetto placebo nelle sperimentazioni controllate randomizzate
della secretina sia notevole, è probabile che le dimensioni dell'effetto
placebo sarebbero state ancora maggiori se questo esperimento fosse
stato presentato non come tale ma come una vera terapia. Nella nostra
sperimentazione i genitori sapevano che c'era una uguale probabilità che
il loro figlio non ricevesse la secretina ma il placebo, e questa
consapevolezza aveva probabilmente moderato la loro aspettativa di
miglioramento. Il significato di questa osservazione è che ogni
trattamento clinico è paragonabile a una sperimentazione aperta (open
label), che crea quindi la possibilità di un effetto placebo maggiore di
quello osservato con una sperimentazione vera in doppio cieco”
Queste considerazioni dovrebbero aiutare genitori e terapeuti a fare
scelte razionali e in questo dovrebbero aiutare le linee guida stilate
da organi privi di conflitto di interessi.
Dovrebbero anche aiutare, come dice l’autore, a sfruttare l’effetto
placebo non tanto per dare medicine placebo, ma per recuperare il
rapporto di fiducia medico-paziente, che è uno degli ingredienti del
placebo e che presumibilmente è stata l’unica cosa realmente efficace
della medicina per molti secoli.
Dovrebbero anche ricordare a chi propone nuove terapie di seguire la
strada della sperimentazione fatta a regola d’arte, senza la quale si
passa da illusione a illusione
Aggiungo l’importanza dell’effetto Pigmalione. Se tu ti aspetti che un
bambino sia il primo della classe, quello lo sarà davvero.
Nel nostro caso, quando un bambino è sottoposto ad una terapia che i
genitori ritengono molto efficace, gli danno un’attenzione particolare,
gli danno fiducia e questa attenzione e questa fiducia migliorano le
prestazioni del bambino. E dunque sono esse stesse terapeutiche,
indipendentemente dalla sostanza chimica che gli viene somministrata
Daniela Mariani Cerati
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