[autismo-biologia] Benessere, sport e alimentazione

giovanni tommasini giovannitommasini8 a gmail.com
Mar 15 Maggio 2018 10:44:39 CEST


Sono d'accordo con il professore Carlo Hanau.
Negli ultimi trent'anni, per fortuna, è cambiata l'analisi del sistema
famiglia nei confronti delle implicazioni delle relazioni familiari come
causa effetto sui comportamenti problema del figlio disabile.
Tutti, famigliari e addetti al lavoro d'aiuto ad ogni livello di relazione
con la persona aiutata (dall'educatore direttamente coinvolto nella
relazione d'aiuto, ai professionisti con i quali analizzare l'esperienza e
costruire un "piano di aiuto") ricordano la teoria colpevolizzante e
assolutamente fuori luogo della " mamma frigorifero ".
Cosa è meglio fare, prevedere, mettere in campo, nei confronti di gravi
problemi comportamentali quali le crisi psicomotorie con espressione di
aggressività nei confronti di se stessi e dell'Altro da parte della persona
che si cerca di aiutare a vivere meglio, più serenamente e nel reciproco
riconoscimento, la relazione con l'Altro?
Quali i motivi per cui l'applicazione di modelli e strategie con un marcato
approccio comportamentale sembrano alle volte non aiutare alla diminuzione
della intensità sia nella espressione della aggressività nei momenti di "
crisi" sia nella frequenza nel tempo?
Due prime risposte possono essere proposte per una comune riflessione.
La prima considerazione è la preminenza del "metodo", della tecnica messa
al servizio della ricerca di risoluzione del comportamento problema,
rispetto alle caratteristiche proprie della persona, educatore nel mio
caso, che va a intervenire sul comportamento problema.
Sembra che poco serva al fine del cambiamento un approccio da " tecnico del
comportamento " ma sia altresì necessario aver acquisito qualità umane e di
gestione della relazione d'aiuto molto raffinate.
Ci si dimentica per cui, concentrandosi sulla "tecnica" o modello da
applicare, delle caratteristiche della personalità di chi  si può definire
un buon "modificatore del comportamento".
Capacità di osservazione delle dinamiche che possono essere state
determinanti per l'inizio e lo sviluppo della "crisi".
Vedere obiettivi a lungo termine senza farsi scoraggiare da iniziali
fallimenti nell'aiutare la persona.
Procedere per minimi obiettivi da consolidare una volta ottenuti.
Capacità percettive che ho si hanno o non si hanno. Cioè riuscire a
cogliere con un sistema di raccolta dati appropriato anche i minimi segnali
di miglioramento, non solo attendersi macroscopici cambiamenti che
distolgono l'attenzione e l'osservazione di particolari che possono dare
all'aiuto e all'intervento riflessioni e direzioni importanti nella
costruzione di una relazione (intesa come intervento educativo da
progettare fuori dall'esperienza in supervisione e équipe
multidisciplinare) sempre più centrata sull'aiutato.
Sicuramente è necessario non far confusione tra se stessi e il proprio
"ruolo" ,  avere creciuto in se stessi una sufficiente "indipendenza
psicologica" tale da avere sempre presente la strada da percorrere assieme
e la missione da compiere a prescindere dai risultati ottenuti nel qui e
ora.
Per cui capacità di persistenza e costanza e fiducia nel credere che nessun
comportamento, anche quello che sembra evidentemente immodificabile, sia
impossibile da cambiare con un approccio pieno di Accoglienza, Attenzione e
Ascolto di se stessi e dall'Altro.
Capacità di distacco per vedere le dinamiche in atto "dall'alto" fuori dal
"tutto o niente" proposto dal comportamento problema.
La possibilità quindi di aiutare veramente non scendendo "personalmente"
nelle dinamiche proprie della logica aggressiva sia su se stessi o
sull'altro.
Un atteggiamento "pro attivo " per vivere meglio e non fissarsi solo su
quello "reattivo".
Il comportamento problema viene a rappresentare un vero e proprio motivo
relazionale basato su un ricatto di fondo. O stai con me perché prima o poi
accade questo o non stai con me.
È nel saper proporre alternative a questo tutto o niente la capacità di
proporre nuovi orizzonti relazionali. Con la possibilità di rimediare al
comportamento problema e " vedere " vantaggi nella diminuzione della
frequenza e intensità del comportamento.
Spesso nel comportamento problema il soggetto che lo mette in atto lo vede
come una unica e disperata possibilità di avvicinare a se persone care con
un tornaconto di "richiesta di presa in carico di se stesso"
incomprensibile se ci si ferma alla "reazione" all'acting.
Comunque l'argomento è molto articolato e fonte di profonde e articolate
riflessioni.
Lascio un video in cui racconto un episodio in cui propongo alla persona
autistica che mi aveva aggredito pesantemente la possibilità di "rimediare".

https://youtu.be/xAzXD2ZAYSg

Vi ringrazio per l'attenzione.
Rimanendo a disposizione.
Giovanni Tommasini
3481124999

Il dom 13 mag 2018, 12:18 Carlo Hanau <hanau.carlo a gmail.com> ha scritto:

> Nel 1995 sono riuscito, con grandi sforzi, a fare tradurre uno dei libri
> che erano stati messi all'indice dalla scuola psicodinamica e lacaniana del
> tutto prevalente in Italia:
> Schopler E. et al. (ed. it. a cura di C. Hanau) (1995) Attività didattiche
> per autistici. Masson: Milano.
> L'Autore, che dava ai genitori il ruolo di COTERAPEUTI, togliendo alla
> madre quello di madre frigorifero, scriveva nella prefazione che le
> tantissime attività proposte derivavano dall'esperienza delle famiglie da
> lui seguite.
> Le famiglie accumulano esperienze che possono essere di aiuto ad altre
> famiglie con problemi di autismo, se opportunamente descritte e rivisitate
> da esperti che le estendono con successo ad altri casi e le codificano.
> Occorre tuttavia essere realisti: i comportamenti problema come
> l'aggressività verso sé e gli altri non possono essere tranquillamente
> accettati dalla società. Perciò il primo sforzo va rivolto a ridurre questi
> comportamenti e poi ad aumentare le autonomie. Qui non si tratta di
> produttività nel lavoro industriale, ma di dotare queste persone di
> capacità utili alla sopravvivenza.
> Cordiali saluti
> Carlo Hanau
>
>
>
>
>
>
>
> Il giorno 12 maggio 2018 18:47, giovanni tommasini <
> giovannitommasini8 a gmail.com> ha scritto:
>
>> Buonasera a tutti. Ho letto il messaggio e la richiesta di opinione in
>> merito ai temi portati da Marie Giangi.
>> Mi chiamo Giovanni Tommasini sono stato aggiunto ai due gruppi proprio
>> oggi.
>> Gli argomenti portati sono argomenti universali che tutti i genitori
>> devono affrontare.
>> L'importanza di fare uno sport sotto tutti i punti di vista, la
>> educazione alla corretta alimentazione, la strutturazione del tempo libero.
>> La mia esperienza trentennale nell'assistenza di famiglie con figli
>> disabili intellettivi e relazionali (il più delle volte adolescenti,
>> ragazzi, adulti autistici) conferma le maggiori, enormi, difficoltà che i
>> genitori hanno nell'affrontare tali problematiche in presenza di figli con
>> disabilità intellettiva e relazionale. Vivo quotidianamente le reazioni in
>> mezzo alla gente sia dei ragazzi che assisto che di chi incontriamo. Si
>> creano due tipi di atteggiamenti ben descritti da Marie che non aiutano ad
>> entrare serenamente in relazione. Chi è assieme alla persona che evidenzia
>> comportamenti originali e poco leggibili inizia a selezionare e prevenire
>> situazioni di reciproco disagio già vissute e chi si incontra non sa come
>> comportarsi e spesso evita ogni possibile contatto. Io l'ho definito "Il
>> nostro autismo e quello del mondo attorno a noi". Vi è una grande
>> difficoltà ad entrare in contatto con persone che elicitano emozioni
>> intense e alle volte  esprimono una sofferenza molto profonda. È meramente
>> un aspetti di deficit culturale nell'affrontare il contatto con emozioni e
>> sofferenza in generale.
>> In più si inserisce un'altra situazione paradossale. Le persone
>> adolescenti, ragazzi/e, adulti  autistici, asperger, sono persone
>> dall'aspetto assolutamente normale e la loro patologia non viene
>> riconosciuta immediatamente e comunque è poco riconosciuta in generale
>> sotto ogni aspetto. Si legge dalle parole di Marie un aspetto che rende
>> impossibile la vita di queste famiglie. La solitudine.
>> È necessario un cambiamento radicale a livello culturale da parte di
>> tutti. Noi siamo esseri relazionali ma la società dai primi anni di vita
>> chiede e salva solo gli aspetti prestazionali. E questa mancanza culturale
>> sull'argomento relazionale pone le basi per una incomunicabilità
>> assordante. La reciproca diversità do ognuno di noi non viene vista e
>> vissuta come una possibilità di reciproco arricchimento.
>> Per esempio è perfetto l'esempio fatto degli specialisti che danno un
>> loro parere sull'argomento di cui sono stati interpellati ma poco sanno e
>> poco mettono in conto che hanno di fronte una persona con autismo, che vive
>> diversamente tutto. Per cui sarebbe necessario partiresti genitori, dal
>> loro vissuto per procedere in ogni ambito e progetto. I genitori hanno
>> costruito negli anni il "libretto di istruzioni" che andrebbe restituito a
>> tutti coloro che sono interessati ad entrare  in relazione ai loro figli.
>> Vi lascio due riflessioni in merito a ciò che ho scritto.
>> Un video nel quale mi chiedo come poter dare un vero aiuto alle famiglie
>> che assisto.
>> https://youtu.be/WfYAytP9pTY
>> Un video nel quale affronto l'argomento "siamo esseri relazionali o
>> prestazionali?"
>> https://youtu.be/bM2YIq-cP-I
>>
>> È evidente che è fondamentale, come scrive Marie, che le famiglie non
>> possono assumersi tutti i costi di questa gravissima patologia non
>> riconosciuta pienamente dalle istituzioni. Con la sensazione assolutamente
>> realistica di sentirsi abbandonate dalle istituzioni e nel lungo periodo le
>> risorse sono sempre minori sotto ogni punto di vista, economico, di energia
>> fisica, emotiva.
>>
>> Queste le mie opinioni in merito alla richiesta di Marie di portare un
>> contributo alle sue parole che tutti i giorni ascolto dai genitori delle
>> famiglie che cerco di aiutare.
>>
>> Vi ringrazio per l'attenzione. Rimanendo a disposizione.
>>
>> Giovanni Tommasini
>>
>> 3481124999
>>
>> Sab 12 Mag 2018 17:47 marie giangi <mariegiangi a hotmail.com> ha scritto:
>>
>>>
>>>
>>> Ottieni Outlook per Android <https://aka.ms/ghei36>
>>>
>>>
>>>
>>> Da: marie giangi
>>> Inviato: Sabato 12 Maggio, 15:56
>>> Oggetto: Benessere, sport e alimentazione
>>> A: Autismo e Scuola
>>>
>>> Copio e incollo dopo avere inviato il messaggio alla lista autismo e
>>> scuola. Ho pensato di chiedere aiuto anche a voi professionisti.
>>> A chi mi volesse rispondere, chiedo di farlo in maniera semplice, non
>>> essendo io un medico. Mi scuso per la forma molto "famigliare" del
>>> messaggio ma, come ho già detto, era stato inviato solamente ad un'altra
>>> lista.
>>> Buongiorno
>>> Chiedo un consiglio alla lista: martedì dovrei rappresentare l'Ass. di
>>> cui faccio parte ad un convegno locale riguardante il benessere delle
>>> persone con disabilità con focus sul tema dello sport  e
>>> dell'alimentazione. Sono invitate cooperative che racconteranno le loro
>>> esperienze. Io faccio parte di un'associazione che si autofinanzia
>>> totalmente e che costringe noi genitori a fare delle scelte. Abbiamo
>>> puntato prevalentemente sulle attività abilitative/educative e
>>> occupazionali pur non tralasciando lo sport, ad esempio con l'ippoterapia e
>>> per alcuni ragazzini la canoa. Molti di noi, al di fuori delle attività
>>> dell'Associazione fanno svolgere ai propri figli attività sportiva e
>>> ludica, tutto questo privatamente a costi esorbitanti (parlo di adulti) e
>>> naturalmente accompagnando personalmente, come e cosa si potrebbe fare? Mi
>>> piacerebbe raccontare dei molti ragazzi, adulti che, se non frequentano
>>> cooperative o non lavorano (ad esempio molti Asperger ) sono spesso a
>>> rischio depressione, come fare per il loro benessere? Come si potrebbero
>>> far uscire di casa, fare sport, andare al cinema organizzando piccoli
>>> gruppi e chiedere alla sanità di considerare queste attività come diritto
>>> al benessere? Poi vorrei riportare il problema dell'alimentazione, passando
>>> dalla selettività alimentare, al rischio del sottopeso e sovrappeso che
>>> conosciamo bene, anche qui, che fare? A quali professionisti rivolgersi? Se
>>> ci rivolgiamo ad un gastroenterologo, ad un nutrizionista, alimentarista...
>>> sicuramente si fermerà a valutare ciò che riguarda la propria professione
>>> senza conoscere l'autismo. In sintesi é facile prescrivere una dieta, ma
>>> come farla rispettare alle persone con autismo senza rischiare in risposta
>>> comportamenti che ben conosciamo? In ultima istanza il benessere di noi
>>> famigliari. È risaputo che una bella passeggiata facendo due chiacchiere
>>> con amici procuri benessere psicofisico. Vorrei conoscere invece gli
>>> effetti sul nostro benessere quando facciamo una passeggiata con i nostri
>>> figli, attenti ad ogni piccolo rumore, odore, ogni oggetto a cui passiamo a
>>> fianco, sempre allerta, con la paura che qualsiasi cosa possa scatenare in
>>> nostro figlio paure o fastidi incontrollato oppure che inopportuni o le
>>> persone bloccandole nella morsa di alcune stereotipi comportamentali.
>>> Aiutatemi, se volete, condividendo le vostre opinioni in merito.
>>> Grazie
>>> Mariella
>>>
>>> Ottieni Outlook per Android <https://aka.ms/ghei36>
>>>
>>>
>>>
>>> _______________________________________________
>>> Lista di discussione autismo-biologia
>>> autismo-biologia a autismo33.it
>>> ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).
>>> Fondazione Augusta Pini ed Istituto del Buon Pastore Onlus.
>>> Per cancellarsi dalla lista inviare un messaggio a:
>>> valerio.mezzogori a autismo33.it
>>
>>
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>> Fondazione Augusta Pini ed Istituto del Buon Pastore Onlus.
>> Per cancellarsi dalla lista inviare un messaggio a:
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> --
> Prof. Carlo Hanau
> già docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e
> sanitari
> Università di Modena e Reggio Emilia e Università degli Studi di Bologna
> _______________________________________________
> Lista di discussione autismo-biologia
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> ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).
> Fondazione Augusta Pini ed Istituto del Buon Pastore Onlus.
> Per cancellarsi dalla lista inviare un messaggio a:
> valerio.mezzogori a autismo33.it


Il 13 mag 2018 12:18, "Carlo Hanau" <hanau.carlo a gmail.com> ha scritto:

Nel 1995 sono riuscito, con grandi sforzi, a fare tradurre uno dei libri
che erano stati messi all'indice dalla scuola psicodinamica e lacaniana del
tutto prevalente in Italia:
Schopler E. et al. (ed. it. a cura di C. Hanau) (1995) Attività didattiche
per autistici. Masson: Milano.
L'Autore, che dava ai genitori il ruolo di COTERAPEUTI, togliendo alla
madre quello di madre frigorifero, scriveva nella prefazione che le
tantissime attività proposte derivavano dall'esperienza delle famiglie da
lui seguite.
Le famiglie accumulano esperienze che possono essere di aiuto ad altre
famiglie con problemi di autismo, se opportunamente descritte e rivisitate
da esperti che le estendono con successo ad altri casi e le codificano.
Occorre tuttavia essere realisti: i comportamenti problema come
l'aggressività verso sé e gli altri non possono essere tranquillamente
accettati dalla società. Perciò il primo sforzo va rivolto a ridurre questi
comportamenti e poi ad aumentare le autonomie. Qui non si tratta di
produttività nel lavoro industriale, ma di dotare queste persone di
capacità utili alla sopravvivenza.
Cordiali saluti
Carlo Hanau







Il giorno 12 maggio 2018 18:47, giovanni tommasini <
giovannitommasini8 a gmail.com> ha scritto:

> Buonasera a tutti. Ho letto il messaggio e la richiesta di opinione in
> merito ai temi portati da Marie Giangi.
> Mi chiamo Giovanni Tommasini sono stato aggiunto ai due gruppi proprio
> oggi.
> Gli argomenti portati sono argomenti universali che tutti i genitori
> devono affrontare.
> L'importanza di fare uno sport sotto tutti i punti di vista, la educazione
> alla corretta alimentazione, la strutturazione del tempo libero. La mia
> esperienza trentennale nell'assistenza di famiglie con figli disabili
> intellettivi e relazionali (il più delle volte adolescenti, ragazzi, adulti
> autistici) conferma le maggiori, enormi, difficoltà che i genitori hanno
> nell'affrontare tali problematiche in presenza di figli con disabilità
> intellettiva e relazionale. Vivo quotidianamente le reazioni in mezzo alla
> gente sia dei ragazzi che assisto che di chi incontriamo. Si creano due
> tipi di atteggiamenti ben descritti da Marie che non aiutano ad entrare
> serenamente in relazione. Chi è assieme alla persona che evidenzia
> comportamenti originali e poco leggibili inizia a selezionare e prevenire
> situazioni di reciproco disagio già vissute e chi si incontra non sa come
> comportarsi e spesso evita ogni possibile contatto. Io l'ho definito "Il
> nostro autismo e quello del mondo attorno a noi". Vi è una grande
> difficoltà ad entrare in contatto con persone che elicitano emozioni
> intense e alle volte  esprimono una sofferenza molto profonda. È meramente
> un aspetti di deficit culturale nell'affrontare il contatto con emozioni e
> sofferenza in generale.
> In più si inserisce un'altra situazione paradossale. Le persone
> adolescenti, ragazzi/e, adulti  autistici, asperger, sono persone
> dall'aspetto assolutamente normale e la loro patologia non viene
> riconosciuta immediatamente e comunque è poco riconosciuta in generale
> sotto ogni aspetto. Si legge dalle parole di Marie un aspetto che rende
> impossibile la vita di queste famiglie. La solitudine.
> È necessario un cambiamento radicale a livello culturale da parte di
> tutti. Noi siamo esseri relazionali ma la società dai primi anni di vita
> chiede e salva solo gli aspetti prestazionali. E questa mancanza culturale
> sull'argomento relazionale pone le basi per una incomunicabilità
> assordante. La reciproca diversità do ognuno di noi non viene vista e
> vissuta come una possibilità di reciproco arricchimento.
> Per esempio è perfetto l'esempio fatto degli specialisti che danno un loro
> parere sull'argomento di cui sono stati interpellati ma poco sanno e poco
> mettono in conto che hanno di fronte una persona con autismo, che vive
> diversamente tutto. Per cui sarebbe necessario partiresti genitori, dal
> loro vissuto per procedere in ogni ambito e progetto. I genitori hanno
> costruito negli anni il "libretto di istruzioni" che andrebbe restituito a
> tutti coloro che sono interessati ad entrare  in relazione ai loro figli.
> Vi lascio due riflessioni in merito a ciò che ho scritto.
> Un video nel quale mi chiedo come poter dare un vero aiuto alle famiglie
> che assisto.
> https://youtu.be/WfYAytP9pTY
> Un video nel quale affronto l'argomento "siamo esseri relazionali o
> prestazionali?"
> https://youtu.be/bM2YIq-cP-I
>
> È evidente che è fondamentale, come scrive Marie, che le famiglie non
> possono assumersi tutti i costi di questa gravissima patologia non
> riconosciuta pienamente dalle istituzioni. Con la sensazione assolutamente
> realistica di sentirsi abbandonate dalle istituzioni e nel lungo periodo le
> risorse sono sempre minori sotto ogni punto di vista, economico, di energia
> fisica, emotiva.
>
> Queste le mie opinioni in merito alla richiesta di Marie di portare un
> contributo alle sue parole che tutti i giorni ascolto dai genitori delle
> famiglie che cerco di aiutare.
>
> Vi ringrazio per l'attenzione. Rimanendo a disposizione.
>
> Giovanni Tommasini
>
> 3481124999
>
> Sab 12 Mag 2018 17:47 marie giangi <mariegiangi a hotmail.com> ha scritto:
>
>>
>>
>> Ottieni Outlook per Android <https://aka.ms/ghei36>
>>
>>
>>
>> Da: marie giangi
>> Inviato: Sabato 12 Maggio, 15:56
>> Oggetto: Benessere, sport e alimentazione
>> A: Autismo e Scuola
>>
>> Copio e incollo dopo avere inviato il messaggio alla lista autismo e
>> scuola. Ho pensato di chiedere aiuto anche a voi professionisti.
>> A chi mi volesse rispondere, chiedo di farlo in maniera semplice, non
>> essendo io un medico. Mi scuso per la forma molto "famigliare" del
>> messaggio ma, come ho già detto, era stato inviato solamente ad un'altra
>> lista.
>> Buongiorno
>> Chiedo un consiglio alla lista: martedì dovrei rappresentare l'Ass. di
>> cui faccio parte ad un convegno locale riguardante il benessere delle
>> persone con disabilità con focus sul tema dello sport  e
>> dell'alimentazione. Sono invitate cooperative che racconteranno le loro
>> esperienze. Io faccio parte di un'associazione che si autofinanzia
>> totalmente e che costringe noi genitori a fare delle scelte. Abbiamo
>> puntato prevalentemente sulle attività abilitative/educative e
>> occupazionali pur non tralasciando lo sport, ad esempio con l'ippoterapia e
>> per alcuni ragazzini la canoa. Molti di noi, al di fuori delle attività
>> dell'Associazione fanno svolgere ai propri figli attività sportiva e
>> ludica, tutto questo privatamente a costi esorbitanti (parlo di adulti) e
>> naturalmente accompagnando personalmente, come e cosa si potrebbe fare? Mi
>> piacerebbe raccontare dei molti ragazzi, adulti che, se non frequentano
>> cooperative o non lavorano (ad esempio molti Asperger ) sono spesso a
>> rischio depressione, come fare per il loro benessere? Come si potrebbero
>> far uscire di casa, fare sport, andare al cinema organizzando piccoli
>> gruppi e chiedere alla sanità di considerare queste attività come diritto
>> al benessere? Poi vorrei riportare il problema dell'alimentazione, passando
>> dalla selettività alimentare, al rischio del sottopeso e sovrappeso che
>> conosciamo bene, anche qui, che fare? A quali professionisti rivolgersi? Se
>> ci rivolgiamo ad un gastroenterologo, ad un nutrizionista, alimentarista...
>> sicuramente si fermerà a valutare ciò che riguarda la propria professione
>> senza conoscere l'autismo. In sintesi é facile prescrivere una dieta, ma
>> come farla rispettare alle persone con autismo senza rischiare in risposta
>> comportamenti che ben conosciamo? In ultima istanza il benessere di noi
>> famigliari. È risaputo che una bella passeggiata facendo due chiacchiere
>> con amici procuri benessere psicofisico. Vorrei conoscere invece gli
>> effetti sul nostro benessere quando facciamo una passeggiata con i nostri
>> figli, attenti ad ogni piccolo rumore, odore, ogni oggetto a cui passiamo a
>> fianco, sempre allerta, con la paura che qualsiasi cosa possa scatenare in
>> nostro figlio paure o fastidi incontrollato oppure che inopportuni o le
>> persone bloccandole nella morsa di alcune stereotipi comportamentali.
>> Aiutatemi, se volete, condividendo le vostre opinioni in merito.
>> Grazie
>> Mariella
>>
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