[autismo-biologia] prevalenza USA di ASD nel 2014 secondo il CDC

ANGSA - RAVENNA angsaravenna a gmail.com
Mer 2 Maggio 2018 10:53:33 CEST


Buongiorno, grazie a  coloro che hanno inviato queste chiarificazioni, molto fruibili ed utili a chiarire la situazione.
Purtroppo la Politica è diventata molto brava a pubblicare numeri soddisfacenti, dimostrando che l'aumento delle diagnosi precoci, ma dall'altra parte i Servizi non garantiscono l'intervento precoce ed intensivo. Di queste liste di attesa per i trattamenti, di 8/10 mesi,  nessuno parla. 
E pare che di adulti , nonostante il nostro impegno, si cerchi di occuparsi solo in alcune realtà avanzate. Che restano isole in un mare di desolazione. 
Grazie quindi a tutti coloro che si impegnano per questo e che, nel farlo, non dimenticano la specificità dell'autismo ( il che mi pare si tenti di fare, accomunandoci nel mare magnum della D.I con manovre di scarico anche al Sociale, che mi appaiono gattopardesche ).
Grazie per l'attenzione,

Noemi Cornacchia 
  ----- Original Message ----- 
  From: Carlo Hanau 
  To: Autismo Biologia 
  Sent: Wednesday, May 02, 2018 9:59 AM
  Subject: Re: [autismo-biologia] prevalenza USA di ASD nel 2014 secondo il CDC


  Il motivo per il quale si può ritenere di essere arrivati al tetto delle diagnosi è proprio il fatto che secondo il CDC i bianchi non ispanici restano invariati, così come la percentuale di bambini che presentano anche un QI medio o elevato e la percentuale delle bambine, dove la diagnosi può essere più difficoltosa per le loro strategie di compensazione. Si pensa che in USA per questa etnia bianca non ispanica sia praticamente eliminata ogni barriera per l'accesso alla diagnosi, e la costanza di questo dato di prevalenza indicherebbe il tetto per le altre etnie, che gradualmente lo stanno raggiungendo.

  Ovviamente quando il fenomeno reale dell'autismo aumenta, allora il tetto si alzerà per tutte le etnie.

  Occorre distinguere l'effetto miglioramento delle diagnosi e l'effetto aumento reale del fenomeno.

  Una ricerca danese attribuiva il 60% dell'aumento sul lungo periodo all'effetto miglioramento della diagnosi e lasciava un 40% non spiegato, e cioè presumibilmente questa è la parte dovuta ad un aumento reale del fenomeno in DK.



  Per fare una prima grossolana verifica si può guardare alle variazioni del totale dei disturbi del neurosviluppo in una regione e vedere se c'è un aumento, poichè se questo totale non aumenta mentre aumenta quello dei casi di autismo si può presumere che si tratti di una mera riclassificazione interna senza aumenti reali. Nel caso dell'Italia e degli altri Paesi che conosco purtroppo non è così, poichè c'è un aumento costante del totale dei disturbi del neurosviluppo, anno dopo anno. Un noto Autore, il Dr.Federico Bianchi di Castelbianco, Direttore dell’IdO di Roma, (cfr p.17 in http://www.ortofonologia.it/babelenews/archivio/babele_vol_3_2017[70].pdf), attribuisce l'aumento delle diagnosi nella prima infanzia (disturbi della condotta, dell’attenzione e dell’apprendimento) a due fattori: a) si diagnostica medicalizzandola la reazione dei bambini ai quali si richiede troppo, molto di più rispetto a 30 anni fa, in termini di prestazioni e nell’adeguamento alle regole sociali; b) si mandano i bambini all’asilo già a 18 mesi.

  Personalmente ritengo che il fenomeno reale sia in aumento, e per altri motivi, come l'aumento dell'età di uno dei due genitori, la maggior efficacia della medicina perinatale che garantisce gravidanze un tempo destinate ad abortire e la sopravvivenza dei nati sottopeso o con altri gravi problemi che un tempo sarebbero stati causa di morte, l'inquinamento... La ricerca scientifica di base dovrebbe essere favorita con stanziamenti adeguati, diversamente da quanto accade in Italia, dove l'art.5 della legge 134 del 2015 viene dimenticato.

  Art. 5 

  Attivita' di ricerca 

  1. Il Ministero della salute promuove lo sviluppo di progetti di ricerca riguardanti la conoscenza del disturbo dello spettro autistico e le buone pratiche terapeutiche ed educative.





  Il giorno 2 maggio 2018 07:14, raffaella faggioli <rafbeans a gmail.com> ha scritto:

    Ciao Marco, si come sempre i CDC fanno report ogni due anni riferito a 4 anni prima e a bambini d 8 anni (queso perchè così la diagnosi è praticamente indiscutibile perchè i sintomi e la storia c clinica dovrebbero essere incontrastabili).
    Colpisce che nei due report precedenti sia successo per a prima volta che l dato di prevalenza fosse rimasto fermo.


    Colpisce e si conferma anche il dato sulla comorbidità con la Disabilità intellettiva che colpisce più o meno l 30% delle persone con autismo, un dato che 20 anni fa era esattamente al contrario.
    E se non capisco male si sta alzando anche il numero di femmine diagnosticate.


    Non ho visto dati più recenti, mi mandi un link dove possa vederli? Ma Coe fanno a sapere che siamo al tetto se continuano a cambiare?
    grazie
    Raffaella 






      Il giorno 01 mag 2018, alle ore 13:58, Marco Bertelli <bertelli.fi a tiscali.it> ha scritto:


      Grazie Raffaella!
      Fatto molto bene, anche dal punto di vista grafico.
      A quanto capisco i dati di prevalenza di questo report appena uscito, si riferiscono però a survey del 2014.
      Negli ultimi 2-3 anni sembra che si sia arrivati a un plateau, anche se i dati a riguardo non mi convincono del tutto.

      Marco
      ___

      Dr. Marco Bertelli

      Direttore Scientifico CREA (Centro Ricerca E Ambulatori), Fondazione San Sebastiano
      Via del Sansovino, 176 50142 Firenze - Tel. 0557392880

      Da: convegni a autismo33.it
      Inviato: lunedì 30 aprile 2018 21:08
      A: autismo-biologia a autismo33.it
      Oggetto: [autismo-biologia] prevalenza USA di ASD nel 2014 secondo il CDC

      Buon giorno vi inoltro il link al report del 2018 dei CDC americani. I
      dati sulla prevalenza danno un nuovo aumentato a 1 persona con autismo
      ogni 59
                                      Raffaella Faggioli


      https://www.cdc.gov/ncbddd/autism/addm-community-report/documents/addm-community-report-2018-h.pdf




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  Prof. Carlo Hanau
  già docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari
  Università di Modena e Reggio Emilia e Università degli Studi di Bologna

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