[autismo-biologia] la dieta nell'autismo

ANNA RITA STASI annarita.stasi a gmail.com
Mar 1 Maggio 2018 22:24:18 CEST


Ringrazio sia  per queste informazioni molto interessanti, ben spiegate
dalla prof. Marini,  sia per il commento di Daniela, che condivido.
Cordiali saluti
Annarita Stasi


Il giorno 1 maggio 2018 15:01, <daniela a autismo33.it> ha scritto:

> > Commento all’articolo “Diet: the keystone of autism spectrum disorder?”
> > di S. Peretti, M. Mariano, C. Mazzocchetti, M. Mazza, M. C. Pino, A.
> > Verrotti Di Pianella & M. Valenti, Nutritional Neuroscience, 18 aprile
> > 2018
>
> > Mi siano consentiti alcuni commenti. Innanzitutto, a mio parere, le
> > diete o in generale gli interventi nutrizionali o nutraceutici non
> > dovrebbero essere somministrati in maniera indiscriminata, bensì
> > dovrebbero essere supportati da evidenze di carenze o di situazioni che
> > necessitano un intervento.
>
> > Marina Marini - Università di Bologna
>
>
> Marina Marini ha espresso molto bene ció che io penso da molto tempo.
> Partire dai sintomi che definiscono l’autismo e passare tout court a un
> intervento nutrizionale o nutraceutico equivale, a mio parere, a curare la
> sete con l’insulina.
> In medicina la sete eccessiva é un motivo per fare l’esame della glicemia
> per evidenziare un possibile diabete che, se presente, andrá curato.
>
> Se l’autismo é tanto eterogeneo che non si parla piú di autismo, ma di
> spettro, il primo obiettivo della ricerca dovrebbe essere quello di
> individuare dei sottogruppi omogenei dal punto di vista biologico e a
> questi applicare le cure, quando esse sono giá indicate, associando alla
> correzione di eventuali carenze il monitoraggio dei sintomi
> (ad esempio si conferma il dato che correggendo una carenza di vitamina D
> migliorano i sintomi propri dell’autismo?) o disegnare sperimentazioni
> cliniche quando il parametro biologico riscontrato non impone una terapia
> per la quale esista giá un’indicazione collaudata (ad esempio correggendo
> gli indici di aumentato stress ossidativo migliorano i sintomi propri
> dell’autismo?).
>
> Approfitto per fare i complimenti non solo a Marina, che ci ha dato un
> resoconto chiaro e approfondito dell’articolo, ma anche agli autori
> dell’articolo, tra i quali Marco Valenti, che conosco da tempo.
>
> E’ impresa non facile riassumere una mole cosí grande di dati, spesso tra
> loro contraddittori. Ad maiora!
>     Daniela Mariani Cerati
>
>
>
>
>
>
>
> _______________________________________________
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