[autismo-biologia] Sequenziamento esoma e importanza dello studio delle condizioni monogeniche che da esso possono emergere

daniela a autismo33.it daniela a autismo33.it
Mar 17 Lug 2018 11:27:24 CEST


> 4 luglio
>> Buongiorno.. Scusate dovrei fare eseguire alla mia bimba l'esame
>> "sequenziamento dell'esoma"..
>
>
> 8 luglio
> La scrivente é in accordo con quanto scrivono Shafali S. Jeste  e Daniel
> H. Geschwind nell’articolo  “Disentangling the heterogeneity of autism
> spectrum disorder through genetic findings, Nat Rev Neurol. 2014 Feb;
> 10(2): 74–81.”
> https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4125617/

da cui copio quanto segue

> "Such single-gene disorders provide an important opportunity to
> investigate specific molecular mechanisms underlying aberrant
> neurodevelopment through use of mouse models and, in turn, to identify
> treatment targets to modify development"

> L’articolo porta poi come esempio la sclerosi tuberosa, di cui abbiamo
> parlato anche recentemente su questa lista
>
> http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2018-March/002818.html

> Daniela Mariani Cerati

17 luglio

La ricerca biologica attuale é molto attiva in questo senso e la via che
parte dalla mutazione o delezione  di un singolo gene per poi passare ad
un modello animale mancante di quel gene, verificare che l’animale
presenti dei deficit in ambito cognitivo e comportamentale  e sperimentare
sull’animale terapie mirate per documentarne l’efficacia clinica viene
praticata in molti laboratori all’avanguardia nel mondo. Tra questi
l’Istituto di Neuroscienze del CNR di Milano, che ha studiato le
disabilità intellettive associate a mutazioni nel gene TM4SF2.

Delle loro interessanti e promettenti ricerche ci dá un resoconto  Maria
Passafaro, Senior research scientist di tale prestigioso Istituto.

Scoperto un possibile nuovo ed efficace approccio per la cura delle
disabilità intellettive associate a mutazioni nel gene TM4SF2
Un farmaco chiamato CX516, appartenente alla classe di molecole chiamate
AMPAkine e precedentemente proposto come cura per l’Alzheimer, si è
mostrato estremamente efficace nel migliorare i sintomi della disabilità
intellettiva collegata a mutazioni del gene TM4SF2. Lo studio dei
ricercatori dell’ Istituto di Neuroscienze del CNR di Milano (IN-CNR) è
stato pubblicato su Cerebral Cortex.

Le disabilità intellettive colpiscono circa il 2-3% della popolazione
mondiale e tipicamente si manifestano durante i primi anni di vita
causando gravi alterazioni nelle abilità cognitive e nelle capacità di
interagire socialmente con le altre persone.
Tali patologie sono frequentemente causate da mutazioni genetiche e tra i
geni coinvolti nell’insorgenza delle disabilità intellettive troviamo
anche il gene chiamato TM4SF2 che codifica per la proteina TSPAN7.
Mutazioni a carico di questo gene sono state descritte in diversi pazienti
affetti da disabilità intellettive. Tuttavia, al momento attuale, nessuna
terapia farmacologica risulta disponibile per migliorare le condizioni dei
pazienti affetti da disabilità intellettiva associata a mutazioni del gene
TM4SF2.

Lo studio, coordinato dalla Dott.ssa Maria Passafaro dell’Istituto di
Neuroscienze del CNR di Milano, condotto da Luca Murru e colleghi e
finanziato dalla Fondazione Telethon, la Fondazione Mariani e la
Fondazione Lejeune, ha dimostrato, utilizzando un animale transgenico
privato della funzionalità del gene TM4SF2 e della proteina TSPAN7, come
mutazioni a carico di questo gene siano responsabili delle alterazioni
comportamentali associate alle disabilità intellettive.
I ricercatori hanno studiato un’area del cervello strettamente implicata
nei fenomeni di apprendimento e memoria, capacità fortemente compromesse
nei pazienti affetti da disabilità intellettive.
Precedentemente, il Team della Dott.ssa Passafaro ha dimostrato in vitro
l’importante funzione della proteina TSPAN7 nella regolazione del
recettore AMPA e nella struttura delle sinapsi. Con questo studio è stato
dimostrato in vivo che l’assenza della proteina TSPAN7 causa la riduzione
dell’espressione di un particolare recettore eccitatorio chiamato AMPA,
inoltre è stato dimostrato come il trattamento con una molecola, il CX516,
in grado di potenziare l’attività del recettore AMPA, sia in grado di
correggere i difetti neurologici evidenziati nei topi geneticamente
modificati.
Tali risultati suggeriscono fortemente il recettore AMPA come nuovo
“target” per il trattamento dei disturbi associati a disabilità
intellettive causate da mutazioni a carico del gene TM4SF2.
Hanno collaborato: il dipartimento BIOMETRA e DiSFeB dell’Università degli
Studi di Milano; la divisione di Neuroscienze dell’Ospedale San Raffaele;
Fondazione Umberto Veronesi, Milano; Biological and Environmental Sciences
and Engineering Division, King Abdullah University for Science and
Technology (KAUST), Thuwa, Kingdom of Saudi Arabia.
       Maria Passafaro







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