[autismo-biologia] dalla pagina facebook di Roberto Burioni

daniela a autismo33.it daniela a autismo33.it
Lun 22 Gen 2018 19:34:36 CET


Dalla pagina facebook di Roberto Burioni copio quanto segue

Il sovraccarico immunologico non esiste, e tanto meno potrebbe conseguire
alla somministrazione di dodici vaccini. Un bambino esce dall'utero
materno (sostanzialmente sterlile) e al momento della nascita viene invaso
da moltissimi miliardi di batteri che stimolano il suo sistema immune
senza sovraccaricarlo: cosa volete che facciano dodici vaccini in quindici
mesi?
Ma vediamo la questione da un altro punto di vista, e spieghiamo cosa è un
antigene. Un antigene è una singola sostanza che stimola il sistema
immune, come una proteina purificata. Quando il bambino si provoca un
graffietto nella cute o viene punto da una zanzara viene a contatto
istantaneamente con migliaia e migliaia di antigeni: nei "dodici vaccini",
distribuiti in quindici mesi di vita, ce ne sono meno di centosessanta!

Addressing Parents’ Concerns: Do Multiple Vaccines Overwhelm or Weaken the
Infant’s Immune System? - Pediatrics, January 2002, 109:1

>
>      Il Lunedì 22 Gennaio 2018 18:36, Burioni Roberto
> <burioni.roberto a hsr.it> ha scritto:
>
>
>  #yiv6026253741 #yiv6026253741 -- P
> {margin-top:0;margin-bottom:0;}#yiv6026253741 Ho affrontato più volte il
> tema nella mia pagina Facebook e nei miei due libri.
> Cordialmente
> Roberto Burioni
>
>
> Prof. Roberto BurioniOrdinario di Virologia e MicrobiologiaUniversità
> Vita-Salute San RaffaeleVia Olgettina 60 - DiBit220132 Milano Tel.     02
> 2643 3023Segr.  02 2643 3168Fax.    02 2643 4288 e-mail
> roberto.burioni a hsr.it
>
>
> Il Lunedì 22 Gennaio 2018 18:01, Ilaria Granata
> <ilariagranata.65128 a gmail.com> ha scritto:
>
>
> Grazie per la condivisione di questo  articolo, molto interessante. Mi
> viene in mente una domanda che rivolgo a tutti, come spunto di
> riflessione: non è possibile che in soggetti predisposti da mutazioni
> metaboliche preesistenti (ereditarie) la somministrazione di vaccinazioni
> multiple e  precocissime, come è uso fare oggi, accenda, inneschi,
> l'interruttore della patologia? Si parla in effetti di citochine
> infiammatorie e sistema immunitario.
>
> Il 22 gen 2018 4:16 PM, <daniela a autismo33.it> ha scritto:
>
> La ricerca biologica sull’autismo e in generale sui disturbi del
> neurosviluppo é partita tardi e non ha ancora dato risultati concreti
> intesi come terapie di provata efficacia.
> Ci sono molti filoni di ricerca, con qualche successo in modelli animali e
> in sperimentazioni umane su campioni troppo esigui per essere
> significativi.
> Tra i tanti filoni di ricerca un campo che é agli albori, ma che pare
> abbastanza promettente, é la terapia cellulare.
> Sun JM e Kurtzberg J hanno fatto il punto della situazione sulla terapia
> con cellule staminali emopoietiche nelle malattie metaboliche ereditarie e
> nell’autismo.
> Il Professor Giorgio Lenaz, pur consapevole che si tratta di ricerche
> ancora lontane da una applicazione terapeutica, ritiene che questo
> approccio possa avere un  grande sviluppo. Ha pertanto letto e riassunto
> l’interessante lavoro. Ecco il suo resoconto
>
>
> Cell therapy for diverse central nervous system disorders: inherited
> metabolic diseases and autism.
> Sun JM, Kurtzberg J.
> Pediatr Res. 2017 Nov 8. doi: 10.1038/pr.2017.254
>
> Questa rassegna esamina lo stato attuale di una terapia cellulare con
> cellule staminali emopoietiche in malattie che interessano lo sviluppo del
> sistema nervoso centrale, tra cui i disordini dello spettro autistico.
> L’approccio terapeutico si basa sulla nozione che le cellule ottenute da
> un donatore si inseriscono nel midollo osseo del paziente e si
> distribuiscono nell’intero organismo, incluso il sistema nervoso centrale,
> apportandovi enzimi o altri fattori mancanti o alterati nella patologia
> indagata. Si tratta di un tipo di terapia ancora agli albori, ma
> sufficientemente promettente, che potrebbe in futuro diventare la terapia
> elettiva di molte malattie che colpiscono lo sviluppo del sistema nervoso.
> Poiché in queste malattie molti danni, una volta prodotti, sono
> irreversibili, si presume che anche questa terapia sostitutiva debba
> essere eventualmente applicata il più precocemente possibile.
>
> Terapia cellulare per disturbi del sistema nervoso centrale: malattie
> metaboliche ereditarie ed autismo.
> J.M. Sun e J. Kurtzberg
> Duke University, Durham N.C., USA
>
> Al momento non esistono terapie risolutive per la maggior parte delle
> malattie neurologiche congenite ed acquisite dell’infanzia, che di solito
> lasciano una sequela di disabilità per tutta la vita e spesso portano a
> morte prematura.  Lo sviluppo della cosiddetta Medicina Rigenerativa ha
> suscitato un nuovo interesse sulla possibilità di utilizzare terapie
> biologiche cellulari per queste malattie. Questa rassegna illustra lo
> stato attuale delle terapie cellulari per due condizioni che si
> manifestano nella prima infanzia: il trapianto di cellule staminali
> emopoietiche in pazienti con malattie metaboliche ereditarie, e la ricerca
> di terapie cellulari nei disordini dello spettro autistico (ASD).
>
> Malattie metaboliche ereditarie
>
>  Si tratta di un gruppo eterogeneo di malattie causate in genere da
> mutazioni singole in un gene che codifica per un enzima chiave di un
> determinato metabolismo: la mancanza dell’enzima può portare all’accumulo
> di prodotti intermedi tossici oppure alla mancanza di componenti
> essenziali per la vita cellulare. In ogni caso il sistema nervoso viene
> gradualmente implicato con progressivo aggravamento di deficit
> strutturali e funzionali che di solito portano a morte precoce.
> Tentativi terapeutici sono stati effettuati tramite terapia sostitutiva
> dell’enzima mancante o terapia genica: entrambi sono stati finora poco
> efficaci sia per le reazioni immunologiche avverse sia per la difficoltà
> dei sostituti enzimatici o genici di superare la barriera
> emato-encefalica. L’unica terapia finora convalidata in alcuni casi di
> malattie metaboliche è il trapianto di cellule staminali emopoietiche: le
> cellule ottenute da un donatore si inseriscono nel midollo osseo del
> paziente e si distribuiscono nell’intero organismo, incluso il sistema
> nervoso centrale e servono da continua sorgente dell’enzima mancante in
> modo da rallentare o fermare il decorso della malattia. Purtroppo questa
> terapia funziona solo per un dato sottotipo di malattie metaboliche
> (malattie da accumulo lisosomiali e perossisomiali e poche altre) e anche
> nei casi ad esito positivo non sono curate le alterazioni strutturali
> conseguenti alla malattia e soprattutto le eventuali alterazioni del
> sistema nervoso periferico. Un motivo è che solitamente i donatori sono
> parenti che spesso sono portatori sani eterozigoti e quindi hanno di per
> sé minori livelli dell’enzima in questione. Inoltre è imperativo eseguire
> il trapianto il più precocemente possibile, tenendo conto che la
> migrazione delle cellule trapiantate può richiedere parecchi mesi: è
> quindi importante avere una diagnosi precoce del difetto genico.
>
>
> Disordini dello spettro autistico
>
>  Gli approcci terapeutici ora in uso per i disordini dello spettro
> autistico (ASD) includono in prevalenza terapie comportamentali o la cura
> farmacologica di alcuni sintomi particolarmente spiacevoli, ma non
> modificano lo stato morboso di base. Per una terapia dell’autismo si sta
> ora esplorando il campo delle terapie cellulari. Esistono molteplici
> meccanismi attraverso i quali le terapie cellulari potrebbero avere
> effetto. Una immuno-modulazione cellulare con inibizione delle cellule T
> potrebbe diminuire la secrezione di citochine pro-infiammatorie. Infatti
> gli autori danno particolare risalto, nell’ambito della eziologia
> multifattoriale della malattia, alla alterata regolazione infiammatoria e
> immunitaria, dato il ruolo riconosciuto di molte citochine nello sviluppo
> del sistema nervoso. Un’ipotesi sullo sviluppo di ASD è che modificazioni
> immunologiche dei profili di citochine cerebrali possano risultare in
> anormale sviluppo del sistema nervoso centrale sia direttamente sia
> indirettamente tramite attivazione della microglia. In molti modelli di
> ASD sono state descritte anomalie nel numero, funzione, e regolazione
> genica delle cellule della microglia, nonché infiammazioni neuronali
> localizzate e attivazione patologica degli astrociti.
> Poiché una delle alterazioni che più viene collegata all’autismo è una
> disfunzione sinaptica, non è escluso che le cellule impiantate possano
> attivamente facilitare lo sviluppo di sinapsi funzionali.
>
> Modelli animali.
> Alcuni studi di terapia cellulare sono stati compiuti su modelli animali
> di forme monogeniche con sintomatologia autistica. Per esempio in un
> modello murino di sindrome di Rett l’infusione endovenosa di cellule del
> midollo osseo ha arrestato il decorso della malattia. Altri studi su
> analoghi modelli animali in genere indicano che la terapia cellulare può
> effettivamente migliorare la sintomatologia autistica. Purtroppo non si sa
> quanto questi risultati possano essere generalizzati alle forme
> idiopatiche di ASD.
>
> Studi clinici
> Attualmente sono in corso parecchi studi di terapia cellulare di ASD, ma
> al momento di stesura di questa rassegna (giugno 2017) solo 4 studi sono
> stati pubblicati.
> Uno studio in India su 32 pazienti (età 3-33 anni) mediante iniezione
> intracranica di cellule mononucleate autologhe dal midollo osseo,
> nonostante frequenti effetti collaterali avversi, ha mostrato
> significativi miglioramenti riscontrati su scale di valutazione
> dell’autismo.
> Un altro studio in Ucraina su 45 soggetti (età 3-15 anni) con infusioni
> endovenose di cellule staminali fetali ha mostrato un netto miglioramento
> del comportamento sociale, senza effetti collaterali di rilievo.
> Negli USA è stato compiuto [dagli autori di questa rassegna] un trial
> aperto in Fase I su 25 bambini (2-5 anni) mediante iniezione singola di
> cellule del cordone ombelicale. Sono stati osservati miglioramenti dei
> sintomi autistici a 6 mesi che permanevano a 12 mesi. E’ ora in corso uno
> studio di Fase II randomizzato con placebo.
> Infine in uno studio in Cina soggetti con ASD erano trattati con cellule
> del cordone ombelicale (14 soggetti) oppure con cellule staminali
> mesenchimali (9 soggetti) oppure a terapia convenzionale (14 soggetti). I
> pazienti che ricevevano la terapia cellulare hanno mostrato un
> miglioramento significativo rispetto a quelli con terapia tradizionale.
>
> Conclusione
> Potenzialmente una terapia cellulare sostitutiva potrebbe essere utile per
> la cura dei disordini dello spettro autistico. In realtà il vantaggio di
> una terapia cellulare è concettualmente più semplice per le malattie
> metaboliche ereditarie in cui manca la sintesi di un enzima, in quanto le
> cellule impiantate divengono fonti perenni dell’enzima mancante. Più
> difficile é comprendere il meccanismo con cui una terapia cellulare possa
> migliorare una condizione in cui molteplici fattori contribuiscono a un
> alterato sviluppo del sistema nervoso centrale. Tuttavia i risultati
> promettenti di alcuni studi clinici preliminari, descritti in questa
> rassegna, incoraggiano a proseguire con studi clinici con un numero molto
> piú  alto di casi e una sperimentazione con placebo.
>         Giorgio Lenaz
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