[autismo-biologia] dalla pagina facebook di Roberto Burioni

Marina Marini Marina.marini a unibo.it
Mar 23 Gen 2018 12:48:32 CET


Condivido l'interesse per l'articolo riassunto dal prof. Lenaz e vorrei 
aggiungere qualche considerazione e chiarimento. Il problema che gli 
autori intendono affrontare è quello della "neuroinfiammazione", 
riscontrata nell'autismo idiopatico da diverse ricerche, che hanno 
evidenziato un aumento delle citochine pro-infiammatorie, lo stato 
reattivo della microglia e numerosi altri aspetti che validano la 
presenza di questa alterazione. Lo stress ossidativo riscontrato a 
diversi livelli nei pazienti affetti da autismo potrebbe essere una 
conseguenza (ma anche una causa) della neuroinfiammazione stessa. Quello 
che non è affatto chiaro è quale sia (o siano) la causa (o le cause) 
della neuroinfiammazione né se, risolvendola, si potrebbe assistere alla 
remissione completa dei sintomi. Vi sono diverse ipotesi di lavoro, e se 
ci fosse più ricerca (ossia più finanziamenti per la ricerca specifica), 
si potrebbero illuminare un po' questi aspetti. In particolare, alcuni 
progetti di ricerca sono rivolti a risolvere il problema della 
neuroinfiammazione con modalità diverse da quelle della terapia 
cellulare, che resta comunque complessa e ancora non del tutto sicura.

Per quanto riguarda la terapia cellulare, sono comunque utili alcune 
precisazioni. Infatti il pubblico conosce l'uso potenziale delle cellule 
staminali a fini rigenerativi, ma in questo caso  si intendono sfruttare 
diverse proprietà delle cellule staminali. La terapia cellulare con 
cellule staminali da tessuti perinatali (es. da membrane fetali quali 
amnios e placenta) si basa infatti sulle loro capacità 
immunomodulatrici, in quanto esse sono in grado di ridurre l'attivazione 
delle cellule immunitarie preposte alla risposta infiammatoria. Inoltre, 
le cellule staminali perinatali non danno luogo a rigetto anche se 
provengono da soggetti estranei. Sono in corso diverse ricerche in cui 
queste proprietà immunomodulatrici vengono applicate in molteplici 
ambiti e altre ricerche stanno esaminando come potenziare le capacità 
immunomodulanti.

Ripeto il mio appello: se desideriamo che tutti questi studi proseguano 
e che possano esserci anche sperimentazioni in Italia dobbiamo 
prodigarci per ottenere più finanziamenti alla ricerca.

Marina Marini, Bologna


Il 22/01/2018 19:34, daniela a autismo33.it ha scritto:
> Dalla pagina facebook di Roberto Burioni copio quanto segue
>
> Il sovraccarico immunologico non esiste, e tanto meno potrebbe conseguire
> alla somministrazione di dodici vaccini. Un bambino esce dall'utero
> materno (sostanzialmente sterlile) e al momento della nascita viene invaso
> da moltissimi miliardi di batteri che stimolano il suo sistema immune
> senza sovraccaricarlo: cosa volete che facciano dodici vaccini in quindici
> mesi?
> Ma vediamo la questione da un altro punto di vista, e spieghiamo cosa è un
> antigene. Un antigene è una singola sostanza che stimola il sistema
> immune, come una proteina purificata. Quando il bambino si provoca un
> graffietto nella cute o viene punto da una zanzara viene a contatto
> istantaneamente con migliaia e migliaia di antigeni: nei "dodici vaccini",
> distribuiti in quindici mesi di vita, ce ne sono meno di centosessanta!
>
> Addressing Parents’ Concerns: Do Multiple Vaccines Overwhelm or Weaken the
> Infant’s Immune System? - Pediatrics, January 2002, 109:1
>
>>       Il Lunedì 22 Gennaio 2018 18:36, Burioni Roberto
>> <burioni.roberto a hsr.it> ha scritto:
>>
>>
>>   #yiv6026253741 #yiv6026253741 -- P
>> {margin-top:0;margin-bottom:0;}#yiv6026253741 Ho affrontato più volte il
>> tema nella mia pagina Facebook e nei miei due libri.
>> Cordialmente
>> Roberto Burioni
>>
>>
>> Prof. Roberto BurioniOrdinario di Virologia e MicrobiologiaUniversità
>> Vita-Salute San RaffaeleVia Olgettina 60 - DiBit220132 Milano Tel.     02
>> 2643 3023Segr.  02 2643 3168Fax.    02 2643 4288 e-mail
>> roberto.burioni a hsr.it
>>
>>
>> Il Lunedì 22 Gennaio 2018 18:01, Ilaria Granata
>> <ilariagranata.65128 a gmail.com> ha scritto:
>>
>>
>> Grazie per la condivisione di questo  articolo, molto interessante. Mi
>> viene in mente una domanda che rivolgo a tutti, come spunto di
>> riflessione: non è possibile che in soggetti predisposti da mutazioni
>> metaboliche preesistenti (ereditarie) la somministrazione di vaccinazioni
>> multiple e  precocissime, come è uso fare oggi, accenda, inneschi,
>> l'interruttore della patologia? Si parla in effetti di citochine
>> infiammatorie e sistema immunitario.
>>
>> Il 22 gen 2018 4:16 PM, <daniela a autismo33.it> ha scritto:
>>
>> La ricerca biologica sull’autismo e in generale sui disturbi del
>> neurosviluppo é partita tardi e non ha ancora dato risultati concreti
>> intesi come terapie di provata efficacia.
>> Ci sono molti filoni di ricerca, con qualche successo in modelli animali e
>> in sperimentazioni umane su campioni troppo esigui per essere
>> significativi.
>> Tra i tanti filoni di ricerca un campo che é agli albori, ma che pare
>> abbastanza promettente, é la terapia cellulare.
>> Sun JM e Kurtzberg J hanno fatto il punto della situazione sulla terapia
>> con cellule staminali emopoietiche nelle malattie metaboliche ereditarie e
>> nell’autismo.
>> Il Professor Giorgio Lenaz, pur consapevole che si tratta di ricerche
>> ancora lontane da una applicazione terapeutica, ritiene che questo
>> approccio possa avere un  grande sviluppo. Ha pertanto letto e riassunto
>> l’interessante lavoro. Ecco il suo resoconto
>>
>>
>> Cell therapy for diverse central nervous system disorders: inherited
>> metabolic diseases and autism.
>> Sun JM, Kurtzberg J.
>> Pediatr Res. 2017 Nov 8. doi: 10.1038/pr.2017.254
>>
>> Questa rassegna esamina lo stato attuale di una terapia cellulare con
>> cellule staminali emopoietiche in malattie che interessano lo sviluppo del
>> sistema nervoso centrale, tra cui i disordini dello spettro autistico.
>> L’approccio terapeutico si basa sulla nozione che le cellule ottenute da
>> un donatore si inseriscono nel midollo osseo del paziente e si
>> distribuiscono nell’intero organismo, incluso il sistema nervoso centrale,
>> apportandovi enzimi o altri fattori mancanti o alterati nella patologia
>> indagata. Si tratta di un tipo di terapia ancora agli albori, ma
>> sufficientemente promettente, che potrebbe in futuro diventare la terapia
>> elettiva di molte malattie che colpiscono lo sviluppo del sistema nervoso.
>> Poiché in queste malattie molti danni, una volta prodotti, sono
>> irreversibili, si presume che anche questa terapia sostitutiva debba
>> essere eventualmente applicata il più precocemente possibile.
>>
>> Terapia cellulare per disturbi del sistema nervoso centrale: malattie
>> metaboliche ereditarie ed autismo.
>> J.M. Sun e J. Kurtzberg
>> Duke University, Durham N.C., USA
>>
>> Al momento non esistono terapie risolutive per la maggior parte delle
>> malattie neurologiche congenite ed acquisite dell’infanzia, che di solito
>> lasciano una sequela di disabilità per tutta la vita e spesso portano a
>> morte prematura.  Lo sviluppo della cosiddetta Medicina Rigenerativa ha
>> suscitato un nuovo interesse sulla possibilità di utilizzare terapie
>> biologiche cellulari per queste malattie. Questa rassegna illustra lo
>> stato attuale delle terapie cellulari per due condizioni che si
>> manifestano nella prima infanzia: il trapianto di cellule staminali
>> emopoietiche in pazienti con malattie metaboliche ereditarie, e la ricerca
>> di terapie cellulari nei disordini dello spettro autistico (ASD).
>>
>> Malattie metaboliche ereditarie
>>
>>   Si tratta di un gruppo eterogeneo di malattie causate in genere da
>> mutazioni singole in un gene che codifica per un enzima chiave di un
>> determinato metabolismo: la mancanza dell’enzima può portare all’accumulo
>> di prodotti intermedi tossici oppure alla mancanza di componenti
>> essenziali per la vita cellulare. In ogni caso il sistema nervoso viene
>> gradualmente implicato con progressivo aggravamento di deficit
>> strutturali e funzionali che di solito portano a morte precoce.
>> Tentativi terapeutici sono stati effettuati tramite terapia sostitutiva
>> dell’enzima mancante o terapia genica: entrambi sono stati finora poco
>> efficaci sia per le reazioni immunologiche avverse sia per la difficoltà
>> dei sostituti enzimatici o genici di superare la barriera
>> emato-encefalica. L’unica terapia finora convalidata in alcuni casi di
>> malattie metaboliche è il trapianto di cellule staminali emopoietiche: le
>> cellule ottenute da un donatore si inseriscono nel midollo osseo del
>> paziente e si distribuiscono nell’intero organismo, incluso il sistema
>> nervoso centrale e servono da continua sorgente dell’enzima mancante in
>> modo da rallentare o fermare il decorso della malattia. Purtroppo questa
>> terapia funziona solo per un dato sottotipo di malattie metaboliche
>> (malattie da accumulo lisosomiali e perossisomiali e poche altre) e anche
>> nei casi ad esito positivo non sono curate le alterazioni strutturali
>> conseguenti alla malattia e soprattutto le eventuali alterazioni del
>> sistema nervoso periferico. Un motivo è che solitamente i donatori sono
>> parenti che spesso sono portatori sani eterozigoti e quindi hanno di per
>> sé minori livelli dell’enzima in questione. Inoltre è imperativo eseguire
>> il trapianto il più precocemente possibile, tenendo conto che la
>> migrazione delle cellule trapiantate può richiedere parecchi mesi: è
>> quindi importante avere una diagnosi precoce del difetto genico.
>>
>>
>> Disordini dello spettro autistico
>>
>>   Gli approcci terapeutici ora in uso per i disordini dello spettro
>> autistico (ASD) includono in prevalenza terapie comportamentali o la cura
>> farmacologica di alcuni sintomi particolarmente spiacevoli, ma non
>> modificano lo stato morboso di base. Per una terapia dell’autismo si sta
>> ora esplorando il campo delle terapie cellulari. Esistono molteplici
>> meccanismi attraverso i quali le terapie cellulari potrebbero avere
>> effetto. Una immuno-modulazione cellulare con inibizione delle cellule T
>> potrebbe diminuire la secrezione di citochine pro-infiammatorie. Infatti
>> gli autori danno particolare risalto, nell’ambito della eziologia
>> multifattoriale della malattia, alla alterata regolazione infiammatoria e
>> immunitaria, dato il ruolo riconosciuto di molte citochine nello sviluppo
>> del sistema nervoso. Un’ipotesi sullo sviluppo di ASD è che modificazioni
>> immunologiche dei profili di citochine cerebrali possano risultare in
>> anormale sviluppo del sistema nervoso centrale sia direttamente sia
>> indirettamente tramite attivazione della microglia. In molti modelli di
>> ASD sono state descritte anomalie nel numero, funzione, e regolazione
>> genica delle cellule della microglia, nonché infiammazioni neuronali
>> localizzate e attivazione patologica degli astrociti.
>> Poiché una delle alterazioni che più viene collegata all’autismo è una
>> disfunzione sinaptica, non è escluso che le cellule impiantate possano
>> attivamente facilitare lo sviluppo di sinapsi funzionali.
>>
>> Modelli animali.
>> Alcuni studi di terapia cellulare sono stati compiuti su modelli animali
>> di forme monogeniche con sintomatologia autistica. Per esempio in un
>> modello murino di sindrome di Rett l’infusione endovenosa di cellule del
>> midollo osseo ha arrestato il decorso della malattia. Altri studi su
>> analoghi modelli animali in genere indicano che la terapia cellulare può
>> effettivamente migliorare la sintomatologia autistica. Purtroppo non si sa
>> quanto questi risultati possano essere generalizzati alle forme
>> idiopatiche di ASD.
>>
>> Studi clinici
>> Attualmente sono in corso parecchi studi di terapia cellulare di ASD, ma
>> al momento di stesura di questa rassegna (giugno 2017) solo 4 studi sono
>> stati pubblicati.
>> Uno studio in India su 32 pazienti (età 3-33 anni) mediante iniezione
>> intracranica di cellule mononucleate autologhe dal midollo osseo,
>> nonostante frequenti effetti collaterali avversi, ha mostrato
>> significativi miglioramenti riscontrati su scale di valutazione
>> dell’autismo.
>> Un altro studio in Ucraina su 45 soggetti (età 3-15 anni) con infusioni
>> endovenose di cellule staminali fetali ha mostrato un netto miglioramento
>> del comportamento sociale, senza effetti collaterali di rilievo.
>> Negli USA è stato compiuto [dagli autori di questa rassegna] un trial
>> aperto in Fase I su 25 bambini (2-5 anni) mediante iniezione singola di
>> cellule del cordone ombelicale. Sono stati osservati miglioramenti dei
>> sintomi autistici a 6 mesi che permanevano a 12 mesi. E’ ora in corso uno
>> studio di Fase II randomizzato con placebo.
>> Infine in uno studio in Cina soggetti con ASD erano trattati con cellule
>> del cordone ombelicale (14 soggetti) oppure con cellule staminali
>> mesenchimali (9 soggetti) oppure a terapia convenzionale (14 soggetti). I
>> pazienti che ricevevano la terapia cellulare hanno mostrato un
>> miglioramento significativo rispetto a quelli con terapia tradizionale.
>>
>> Conclusione
>> Potenzialmente una terapia cellulare sostitutiva potrebbe essere utile per
>> la cura dei disordini dello spettro autistico. In realtà il vantaggio di
>> una terapia cellulare è concettualmente più semplice per le malattie
>> metaboliche ereditarie in cui manca la sintesi di un enzima, in quanto le
>> cellule impiantate divengono fonti perenni dell’enzima mancante. Più
>> difficile é comprendere il meccanismo con cui una terapia cellulare possa
>> migliorare una condizione in cui molteplici fattori contribuiscono a un
>> alterato sviluppo del sistema nervoso centrale. Tuttavia i risultati
>> promettenti di alcuni studi clinici preliminari, descritti in questa
>> rassegna, incoraggiano a proseguire con studi clinici con un numero molto
>> piú  alto di casi e una sperimentazione con placebo.
>>          Giorgio Lenaz
>>
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