[autismo-biologia] aggressivitá negli adulti con autismo: quali risposte dalle Istituzioni?

Sonia Zen soniazen.rusticali a gmail.com
Gio 13 Dic 2018 17:41:09 CET


Sembra così chiaro nell'oggetto di questa discussione che le Istituzioni
latitano.
In particolare con i casi dei più gravi. Pure Shopler riconosceva un ampio
successo nei trattamenti psicoeducativi, ma anche una minoranza che non
traeva beneficio dal trattamento educativo, si riporta il beneficio
con il *calo
dell’istituzionalizzazione manicomiale degli adulti autistici dal 90% al
10%*.
Faccio una grande fatica a leggere le testimonianze come quella dei
genitori di Sergio perché quello che più fa male è sentire la solitudine e
la disperazione. Anche fatti più recenti ci fanno capire che l'abbandono di
situazioni molto difficili con tragedie annunciate.
Quante volte abbiamo ribadito il bisogno di strutture con personale
altamente specializzato in particolar modo per quelle criticità che
faticano a inserirsi in un tessuto sociale.
In questi anni ho visto molti familiari che hanno lavorato per creare
alternative nella vita adulta dei figli con autismo, creando strutture,
laboratori occasioni di socialità ...etc dando dignità a una condizione a
rischio di emarginazione.
Eppure anche in queste offerte si fatica ad inserire casi altamente critici.
Nelle linee di indirizzo   per gli interventi più appropriati per
l'autismo approvate
il 10 maggio 2018
*Sono anche da individuare équipe specialistiche multidisciplinari *dedicate
nell'ambito dei servizi di neuropsichiatria dell'età evolutiva; analoghe
equipe devono essere previste per l'età adulta, con la garanzia della
governance clinica da parte del Dipartimenti di salute mentale, e dei
servizi di salute mentale per l’età adulta che formulino la diagnosi e
definiscano il progetto individualizzato abilitativo e di assistenza, ne
valutino l'andamento attraverso l'analisi di un profilo di indicatori e
svolgano anche attività di consulenza nei diversi contesti di vita della
persona. Nella definizione del progetto e nella valutazione degli esiti le
équipe  multidisciplinari  devono  considerare  le caratteristiche
individuali della persona, le sue aspettative e preferenze, il contesto in
cui vive la persona e la sua famiglia nell'ottica del miglioramento della
qualità della vita.
Eppure tante testimonianze non avvertono ancora cambiamenti sotto questo
profilo.
Auspichiamo che non servano le tragedie  per promuovere quel processo di
cambiamento a sostegno delle persone con autismo e le loro famiglie
Sonia Zen Presidente Angsa Veneto




Il giorno mer 12 dic 2018 alle ore 20:37 <daniela a autismo33.it> ha scritto:

> Maria Carmela ha chiesto aiuto per un giovane ricoverato da otto mesi in
> ospedale, il luogo meno adatto per lui, per una aggressivitá incontenibile
> e incurabile.
> Marialba ha parlato di un giovane che, avendo anch’egli una aggressivitá
> incontenibile e incurabile, viene tenuta a casa in modo che l’aggressivitá
> si riversi soprattutto sulla mamma e non su altre persone.
> Mauro Paissan ha dedicato un intero libro alla storia di Sergio, sperando
> che la sua penna sapiente e accorata smuovesse le acque, facesse sí che
> finalmente le istituzioni affrontassero l’angosciosa realtá degli adulti
> disabili che presentano, non per cattiveria, ma per la loro patologia, una
> aggressivitá incontenibile. Sono passati dieci anni, ma purtroppo il libro
> non é diventato obsoleto e potrebbe essere stato scritto adesso. Ecco la
> recensione che ne ho fatto subito dopo la pubblicazione
>
> Il mondo di Sergio
> Mauro Paissan
> Fazi Editore
> Roma, marzo 2008
> 184 pagine, 16 euro
>
> “Per Sergio non c’è posto in questo mondo e io, che non l’ho mai
> abbandonato, lo seguirò ancora, compiendo con questa atroce e disperata
> opera di misericordia un estremo atto d’amore.” Un preannuncio di
> suicidio. Sì. “Il programma era quello. Di uccidermi subito dopo aver
> ucciso Sergio. Poi è entrata mia moglie e le cose sono andate in modo
> diverso”
> Così comincia “Il mondo di Sergio”, la storia della famiglia Piscitello:
> padre dentista, madre insegnante e due figli: femmina e maschio,
> quest’ultimo autistico e sordomuto.
> Una storia durata 39 anni: 39 anni di “dolori, disavventure, conflitti,
> disgrazie, solitudini, abbandoni, rotture, disperazione” come dice Stefano
> Rodotà nella prefazione.
> Il figlicidio, che doveva essere seguito dal suicidio, non è stato
> innescato da un momento di collera, ma da una lucida decisione : il figlio
> peggiorava; l’aggressività, la distruttività, l’agitazione incontenibile
> presentavano nel tempo un crescendo inarrestabile e l’unico sostegno a
> questo figlio sofferente era la famiglia, ovvero due anziani genitori le
> cui forze andavano spegnendosi. Il padre per di più aveva una malattia
> grave. La morte contemporanea di figlio e padre  appariva sempre di più la
> meno peggiore delle soluzioni.
> Per chi non lo sapesse verrebbe da pensare che questa tragedia si sia
> consumata in un paese in via di sviluppo e in una famiglia povera e priva
> di mezzi economici e culturali.
> Si è invece  consumata a Roma in una famiglia benestante, nel corso di 39
> lunghi anni.
> I Servizi sociali conoscevano bene la situazione tanto che ad un certo
> punto Sergio usufruisce dell’assistenza domiciliare.
> Non per cattiveria, ma per la sua patologia Sergio è aggressivo con
> chiunque gli capiti a tiro, e quindi anche con l’assistente domiciliare.
> Quale la soluzione? Si sospende l’assistenza domiciliare e non si dà nulla
> in cambio. La constatazione della gravità del caso avrebbe dovuto fare
> scattare un allarme, un surplus di aiuto e di assistenza. No. Di fronte
> all’impotenza per una disabilità tanto grave l’assistenza viene tolta e il
> peso viene lasciato interamente sulle spalle dei vecchi genitori, che
> presentano ferite, lividi, ossa rotte, denti avulsi.
> La tendenza a dare molto a chi ha piccoli bisogni e poco o nulla a chi ha
> enormi bisogni è un dato che si riscontra frequentemente e il caso di
> Sergio rappresenta più la regola che l’eccezione.
> Quando c’è una disabilità grave e una famiglia che si sacrifica fino
> all’estremo, i servizi sanitari e sociali si ritirano e fanno presagire
> ai genitori che dopo la loro morte il figlio sarà abbandonato a se stesso.
> Un’altra situazione, che non è solo di Sergio, ma dell’intera categoria
> delle persone autistiche divenute adulte: non sono di competenza di
> nessuno.
> Sergio aggredisce, distrugge, è agitatissimo. Dovrebbe avere il pieno
> diritto ad essere ricoverato nel reparto di Psichiatria e di ricevere qui
> la cura per l’emergenza e l’avviamento ad una cura e/o ad un luogo di cura
> a lui adatto dopo il momento acuto.
> No. Ai genitori viene detto “ questo non è il suo posto. E’ un
> handicappato e quindi non  è di competenza psichiatrica”  Ma non viene
> visitato e preso in carico da qualche servizio o professionista che lo
> ritenga poi di sua competenza. Viene semplicemente dimesso e riaffidato ai
> genitori che devono fornire l’assistenza che nessun servizio è capace di
> fornire.
> Anche questa situazione è la regola e non l’eccezione. Le persone
> autistiche adulte, a parte lodevoli eccezioni, non sono di nessuno. I
> servizi di neuropsichiatria infantile non li vogliono perché hanno
> superato l’età, i servizi di psichiatria adulti non li vogliono perché
> sono handicappati ed evidentemente l’onore di essere da loro curati lo
> hanno solo persone brillanti e intelligenti. Eppure ad un certo punto del
> libro c’è un elenco lunghissimo di farmaci psicotropi, di cui per Sergio è
> stata verificata l’inefficacia o, spesso, l’effetto paradosso. Non si
> capisce chi, se non gli psichiatri, li dovrebbe prescrivere, sospendere,
> monitorarne gli effetti collaterali, adattarne il dosaggio.
> E i privati, a cui la famiglia ha fatto ampio ricorso, non fanno una
> figura migliore.
> Si vede come venga elargita a caro prezzo la improvvisazione e la
> ciarlataneria, come quando, dal momento che Sergio ha un interesse forte e
> ossessivo per la televisione, in particolare per Domenica In, gli viene
> consigliato di andare negli studi di Domenica In, cosa che dovrebbe
> produrre una facile guarigione.
> Naturalmente la cosa crea solo una situazione di estremo disagio nel
> padre, soprattutto quando si accorge che, a trasmissione iniziata, non è
> possibile uscire dallo studio.
> Molte delle situazioni descritte nel libro sono famigliari a chi pratica
> persone autistiche, così come quando la madre chiede il posto e il
> trattamento per l’handicap per un viaggio in aereo e viene guardata in
> modo incredulo. Sergio è bello, non ha nulla nel suo aspetto che
> suggerisca la presenza di un handicap. Cosa vuole quella mamma?
> E’ raro trovare dei resoconti così veri, frutto di una immersione da parte
> dello scrittore in questa  tragica realtà attraverso la lettura dei diari,
> l’intervista approfondita dei protagonisti e una profonda empatia e
> comprensione della tragedia. Il tutto raccontato con la professionalità
> del giornalista consumato.
> A chi consiglierei questo libro? A tutti i cittadini, tranne che ai
> genitori. Troppi genitori di autistici adulti si riconoscerebbero in
> Salvatore e in Elvira
> I cittadini e in particolare i dirigenti del servizio sociale e sanitario
> e gli uomini politici dovrebbero leggere e meditare questo libro e
> affrontare il problema, smettere di fare la politica dello struzzo, come
> si è fatto con la famiglia Piscitello, e come si fa, nel silenzio e
> nell’abbandono, con tante altre famiglie che devono far fronte da sole a
> ciò a cui non sanno fare fronte i Servizi, né pubblici né privati.
>      Daniela MC
>
>
>
>
> > Il caso riportato non é isolato, come si puo’ vedere dal trafiletto
> > comparso oggi su Repubblica Bologna. La politica fatta sino ad ora dalle
> > istituzioni é la politica dello struzzo e lo scaricabarile sulla
> famiglia,
> > che spesso é rappresentata da una madre sola.
> >
> > Temo che le residenze di cui tu chiedi non esistano, nonostante ve ne sia
> > un bisogno tremendo. Ecco il trafiletto di oggi
> >
> >
> > La Repubblica del 10-12-2018
> >
> > *Ragazzi autistici, il grido d'allarme delle famiglie *
> >
> > BOLOGNA. «Nessuno si prende la responsabilità di dire: "Adesso basta". Io
> > spero che adesso si muovano tutti, che si faccia rumore, che quella mamma
> > abbia un po' di tranquillità ». Marialba Corona è la presidente di ANGSA
> > Bologna, l'associazione dei genitori di soggetti autistici. Ha letto la
> > storia di Roberto, il ragazzo autistico di 19 anni che vive con la madre
> a
> > San Lazzaro, e che venerdì sera, durante una delle sue crisi, ha dato
> > fuoco
> > alla casa. Una situazione molto difficile.
> > La madre dice che il figlio la picchia, la sveglia di notte, le tira i
> > capelli. Che è pericoloso per sé e per gli altri. Chiede che venga
> > ospitato
> > in una struttura adatta a lui. Corona conosce la loro storia perché
> Maria,
> > la mamma, è iscritta alla sua associazione. « Per fortuna a San Lazzaro è
> > stata aiutata dal sindaco Isabella Conti, molto sensibile sul tema
> > dell'autismo. Ma a Bologna non ci sono strutture per questi ragazzi. Non
> > ci
> > sono operatori formati per i nostri figli ed è un problema che ci sarà
> > sempre di più, perché le diagnosi di autismo aumentano. Nei centri già a
> > disposizione le liste d'attesa si allungano. A che serve avere
> specialisti
> > eccellenti invidiati in tutta Italia se non vengono messi in grado di
> > lavorare? Se non c'è personale formato in autismo sufficiente per mettere
> > in atto dei percorsi?».
> > L'ANGSA a Bologna conta 240 iscritti. «I nostri genitori sono molto
> > provati. La percentuale di separazioni in queste famiglie è più alta
> della
> > media e tante volte è la sola mamma a occuparsi del bambino. Spesso la
> > madre e a volte il padre sono costretti a rinunciare al lavoro, alla
> > propria previdenza e alla pensione. Sono spesso famiglie monoreddito che
> > debbono sobbarcarsi anche gli oneri di trattamenti educativi privati che
> > sopperiscono alle carenze della Sanità ».
> >
> > di Rosario Di Raimondo
> >
> > Il giorno lun 10 dic 2018 alle ore 15:30 mariacarmela.pipito a alice.it <
> > mariacarmela.pipito a alice.it> ha scritto:
> >
> >> Grazie per il tuo contributo e la tua sensibilità alla questione. Ne
> >> approfitto per rilanciare l'appello nella ricerca di una struttura
> >> abilitativa residenziale x autistici gravi in tutta Italia. Se qualcuno
> >> é a
> >> conoscenza di questi Centri vi prego di farmi sapere al più presto. Vi
> >> ringrazio tutti.
> >> Dott. ssa Pipitò Mariacarmela
> >> N. P. I.
>
>
> _______________________________________________
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