[autismo-biologia] Come la musica puo' aiutare i bambini con autismo

benedetta demartis demartisbenedetta a gmail.com
Dom 5 Nov 2017 00:13:28 CET


A me questi studi fanno sempre un po' paura. Il mio timore è che facciano
perdere di vista l'obbiettivo principale che a mio parere tutti noi
dovremmo avere, e cioè rendere davvero autonomi i bambini e i ragazzi con
autismo.
La mia paura è che si possano confondere i genitori con offerte
terapeutiche che non vanno al nocciolo del problema ma che continuano a
girargli intorno.
Sono certa che la musica faccia bene. Così come altri stimoli. Tutto serve
ad aprire canali di comunicazione. Penso anche all'acquaticità, agli
animali, allo sport, ecc...Di fatto le proviamo tutte, ma proprio tutte con
i nostri figli! Mi ricordo che anni fa, al parco, quando mettevo mia figlia
sull'altalena, mentre la spingevo sempre più forte e sempre più in alto,
finalmente mi guardava! Lei che non guardava mai. Avrei continuato a
spingerla all'infinito pur di farmi guardare negli occhi!
E allora? Facciamo uno studio sull'altalena? Ci inventiamo
l'altalenaterapia? Specializziamo gli operatori a spingere le altalene per
catturare sguardi che apriranno finalmente alla comunicazione? Per trovare
canali affettivi che ci permettano di entrare nel mondo dei nostri figli?
Va bene. È quanto costerà? 35-40€ all'ora? Perché questi sono i costi della
musicoterapia.
Ce la facciamo finanziare dalla Sanità?
Prima però vorrei ci venissero offerti trattamenti *educativi* *intensivi*
e *precoci*. Per insegnare ai nostri figli a stare seduti 5 minuti, per
insegnargli a chiedere le cose senza comportamenti inaccettabili. Per
insegnargli a vestirsi da soli, a lavarsi, a stare in classe, a scrivere, a
parlare, a giocare, ecc...ecc....
E credetemi, tutto questo oggi è possibile. In questo modo si aprirebbero
tantissimi canali! Perché un bambino più gestibile, più educato, si integra
meglio a casa, a scuola, al parco, con i parenti e gli amici. Si può
insegnare tutto questo attraverso il gioco. Lo vedo fare dagli educatori
del Centro per l'autismo a Novara. Vedo bambini che in pochi mesi
raggiungono risultati impensabili rispetto a 10 anni fa. Peccato che ancora
non venga offerto dalle nostre Asl.
Peccato che anni fa mia figlia abbia potuto fare solo psicomotricità,
ippoterapia e musicoterapia, restando una disabile grave per sempre.
Ecco, cari studiosi neuropsichiatri e psicologi. Non giriamoci intorno.
Tutto aiuta, ma aiutiamo le famiglie a capire davvero cosa è essenziale e
cosa non lo è. Mi spiacerebbe vederli spendere quel poco che hanno in
lezioni di musicoterapia invece di cercare un buon educatore esperto in ABA.

Benedetta Demartis
ANGSA (associazione nazionale genitori soggetti autistici)

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Press-IN <info a letturagevolata.it>
Date: 3 novembre 2017 22:32
Oggetto: [2838] Come la musica puo' aiutare i bambini con autismo
A: Iscritti a Press-IN <info a letturagevolata.it>


*Press-IN anno IX / n. 2838*

Superando.it del 03-11-2017

*Come la musica puo' aiutare i bambini con autismo *

L’obiettivo della musicoterapia non è far “guarire” dall’autismo, ma aprire
nuove forme di comunicazione e la musica ha questo potere, come hanno ben
dimostrato i risultati del progetto di ricerca internazionale “TIME-A”, dei
quali si parlerà il 4 novembre a Calambrone (Pisa), presso l’IRCCS
Fondazione Stella Maris, Centro che ha coordinato per l’Italia
l’iniziativa. Quel che è emerso in sostanza è che la musicoterapia – e in
particolare l’improvvisazione musicale – può costituire una delle chiavi
per entrare nel mondo delle persone con autismo e per comunicare con loro.

CALAMBRONE. I bambini con disturbo autistico possono trovare nella
musicoterapia e soprattutto nell’improvvisazione musicale, un aiuto per
esprimersi e per comunicare con gli altri: è quanto verrà ribadito nel
convegno in programma per il 4 novembre all’IRCCS Fondazione Stella Maris
di Calambrone (Pisa), appuntamento medico-scientifico nel corso del quale
gli specialisti faranno il punto sulla relazione tra musica e linguaggio,
presentando i risultati di TIME-A, progetto di ricerca internazionale che
ha indagato appunto gli effetti della musicoterapia sull’autismo, e che per
l’Italia è stato coordinato da Filippo Muratori, direttore dell’Unità di
Psichiatria dello Sviluppo della Stella Maris e da Ferdinando Suvini,
musicoterapeuta.

I primi dati pubblicati nell’agosto scorso dall’autorevole rivista
scientifica «JAMA» («Journal of the American Medical Association») e alla
cui elaborazione aveva partecipato Enzo Grossi dell’Istituto Santa Maria di
Milano, potevano apparire scoraggianti: la musicoterapia, infatti, non
sembrava avere effetti sulla gravità dei sintomi di autismo. «Ma non è
questa la direzione in cui vanno letti i risultati della ricerca e non
potrebbe nemmeno essere altrimenti – afferma Christian Gold dell’Università
di Bergen in Norvegia, da dove ha diretto questo progetto di ricerca -,
infatti, i 400 bambini tra i 4 e i 7 anni che hanno aderito allo studio
hanno partecipato in media ad appena diciannove sedute di musicoterapia».
Quel che dunque appare molto interessante si trova nei “risultati
collaterali” del progetto: l’entusiasmo nella partecipazione dei bambini e
delle famiglie sono infatti elementi importanti per migliorare il loro
benessere, se è vero che il coinvolgimento del bambino con autismo in
un’attività sociale per lui piacevole costituisce un passo importantissimo.
In tal senso, la motivazione sociale dei piccoli partecipanti a TIME-A è
aumentata, mentre sono diminuiti i classici manierismi autistici, i
movimenti stereotipati e ripetitivi di questi bambini. «Ed è migliorata –
aggiunge Filippo Muratori – anche la regolazione emotiva, che è una
premessa per lo sviluppo delle abilità di interazione sociale. L’effetto è
stato più evidente nei casi in cui è stato possibile “improvvisare”, da
parte dell’adulto e del bambino, brevi brani musicali che sono indice di
una migliore sintonizzazione affettiva».

Continuare a lavorare in questo àmbito è poi importante perché spesso le
persone con autismo hanno una sensibilità e una predisposizione particolare
alla musica. Come per altri interventi, per altro, anche la musicoterapia
va modulata in base alla specificità di ciascun paziente: a fronte infatti
di bambini che non parlano, ma comunicano, ce ne sono altri che parlano, ma
hanno evidenti deficit comunicativi. Il percorso va quindi personalizzato,
evitando ogni aspettativa “magica” o prodigiosa. L’esperienza musicale può
però costituire una delle chiavi per entrare nel mondo delle persone con
autismo e comunicare con loro.

Da dire infine che anche una recente revisione degli studi su questo tema
svolta da Cochrane Collaboration, noto e accreditato ente di ricerca
indipendente, ha dimostrato come il suono e la musica possano aiutare i
bambini autistici, migliorando la comunicazione, anche verbale, favorendo
un contatto emotivo, incrementando le capacità di adattamento sociale e
facilitando la relazione con i genitori. Tutto questo a patto che il
musicoterapeuta abbia seguito un’opportuna formazione, sia musicale che
clinica, e lavori all’interno di un team specialistico, come è avvenuto in
TIME-A. L’obiettivo della musicoterapia, infatti, non è far “guarire”
dall’autismo, ma aprire nuove forme di comunicazione. E la musica ha questo
potere. (R.R. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa IRCCS
Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa) (Roberta Rezoalli),
r.rezoalli a gmail.com.


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Prof. Carlo Hanau
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