[autismo-biologia] R: Re: (senza oggetto)

ccelenza a libero.it ccelenza a libero.it
Ven 17 Feb 2017 11:22:43 CET


 Avrei voluto scrivere la stessa cosa, ma non sapevo come. Ognuno di noi ha davanti l'esperienza del proprio figlio. Con il passare del tempo la diagnosi si chiarisce e si capisce che l'intervento avrebbe potuto essere più mirato. Nel nostro caso, abbiamo capito che il bambino ha avuto comunque uno sviluppo, atipico ma sicuramente sviluppo, che la natura ha deciso e che l'intervento ha deviato solo di poco. Devo dire quindi che, nel nostro caso, perchè io conosco bene solo il mio caso, che non è affatto vero che il ragazzo autistico non apprende dall'ambiente.
Adesso possiamo sicuramente "raffinare" quello che andiamo a fare ma non possiamo certo prendere uno dei modelli pensati per i bambini fino a 6 anni (lui ne ha 9) e applicarlo.

"...nei
 prossimi anni sarà più complicato, anziché più
semplice, proporre e correggere i principi abilitativi attuali (già 
tendenzialmente circoscritti nei primi anni di vita, mentre prevale il 
TEACCH più ci si sposta verso il grave o l'adulto)  e la paralisi 
propositiva  aumenterà".

Possiamo dire che deve aumentare la competenza e la flessibilità dei professionisti? 
Claudia Celenza





----Messaggio originale----

Da: "Francesca" <francescamontanamontana a gmail.com>

Data: 16/02/2017 23.39

A: "Autismo Biologia"<autismo-biologia a autismo33.it>

Ogg: Re: [autismo-biologia] (senza oggetto)



Salve non riesco a leggere tra le parole potrebbe spiegarmi meglio cosa significa questo breve pezzo della sua mail... "Dico questo perché nei prossimi anni sarà più complicato, anziché più semplice, proporre e correggere i principi abilitativi attuali (già tendenzialmente circoscritti nei primi anni di vita, mentre prevale il TEACCH più ci si sposta verso il grave o l'adulto) ..La ringrazio Francesca 
Inviato da iPhone
Il giorno 16 feb 2017, alle ore 19:23, Tiziano Alice <tgabrielli a alice.it> ha scritto:










 
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Con
lo spalancarsi dei criteri diagnostici inclusivi (DSM-V), non solo la casistica ma
anche gli approcci
educativo-comportamentali si 
complicheranno nelle singolarità dei casi, perché gli interventi si dovranno misurare con livelli di autismo estremi (dal poco al tanto) associati a livelli intellettivi assai
difformi. Si potrà toccare il cielo delle competenze o sprofondare nel nulla. I metodi abilitativi
si dovranno adattare ulteriormente alla nuova attenzione per i livelli intellettivi più alti (e
numerosi) con livelli di autismo sempre più sfumati, avvalendosi di strategie psico-educative molto vicine a
quelle usate nella normodotazione ma sempre più lontane dai principi abilitativi adatti all’autismo grave.
Dico questo perché nei prossimi anni sarà più complicato, anziché più
semplice, proporre e correggere i principi abilitativi attuali (già tendenzialmente circoscritti nei primi anni di vita, mentre prevale il TEACCH più ci si sposta verso il grave o l'adulto)  e la paralisi propositiva  aumenterà. Il concentrarsi dell’intervento
educativo ABA in una fascia di età sempre più specifica e recettiva _Denver Model- sembra anche ribadire indirettamente l’esiguità del range di applicabilità-efficacia della metodica. A fronte di questo dato il
dilatarsi della casistica verso la normodotazione rallenterà definitivamente la ricerca della
soluzione abilitativa dei casi di autismo grave. Questi anni sono quindi
cruciali per applicare e misurare l’impegno abilitativo per l’autismo più di quanto si creda. Tiziano & Patrizia 

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