[autismo-biologia] R: Analisi del Comportamento Applicata e Autismo

mazzoni.armando a libero.it mazzoni.armando a libero.it
Ven 28 Ott 2016 08:32:25 CEST


Colgo l’occasione per ringraziare nuovamente Daniela per le ricerca delle risposte e per l’aiuto alla comprensione degli articoli.

 

Il  fatto che ad oggi non ci sia una risposta chiara e oggettiva a tutto campo e soprattutto sul singolo è un fatto forse scontato ma spesso dimenticato, soprattutto nella pratica abilitativa.

 

E’ vero però che una parte della risposta è già contenuta nei criteri stessi, come viene ricordato negli articoli; la ricompensa naturale per il comportamento sociale è zero o molto scarsa, se non sbaglio in modo abbastanza costante in tutto lo spettro, qualunque sia il ritardo mentale, rispetto ad altri criteri. 

Quindi già sappiamo che questa contingenza non funziona o funziona molto poco in un’area cruciale.

 

Quando non funziona la ricompensa naturale (il condizionamento naturale a cui tutti siamo esposti), apportiamo dei condizionamenti non naturali, utilizzando ricompense spesso non naturali (non solo il cibo, etc ma anche il rinforzo sociale fa parte di un setting, una procedura). Questo come “palestra” che riattivi un comportamento verso una ricompensa naturale, ricercata spontaneamente in ciò che offre un ambiente naturale.

A volte funziona (non so quante e non so con che ritenzione e ricaduta a lungo termine).

A volte no (non so quante e con che effetti collaterali dannosi). 

 

Quando non funziona ci si pone il dubbio che ci sia intatta la capacità mnemonica di ricordare una contingenza tra stimolo, risposta e rinforzo, ma che questo sia solo un simulacro di un evento naturale, ovvero che non ci sia reale e naturale contingenza al comportamento. 

 

Continuo quindi a non comprendere come si possa andare avanti senza ricercare risposte integrando interventi educativi con le Neuroscienze e continuando a ricercare risposte alla periferia del disturbo (casi lievi e/o QI>70).

 

 

 

 

 

Da: autismo-biologia [mailto:autismo-biologia-bounces a autismo33.it] Per conto di daniela marianicerati
Inviato: martedì 25 ottobre 2016 14:59
A: Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>
Oggetto: Re: [autismo-biologia] Analisi del Comportamento Applicata e Autismo

 

Il Mercoledì 12 Ottobre 2016 10:18, "mazzoni.armando a libero.it" <mazzoni.armando a libero.it> ha scritto:

 

 

L’Analisi del Comportamento Applicata è solo da pochi anni diventata la metodologia elettiva per i programmi educativi di bambini e adulti con autismo; questo, in generale, ritengo sia una cosa positiva. Come è noto i principi di base non sono specifici dell’Autismo, né sono stati sviluppati facendo ricerca sull’Autismo.

 

La contingenza a tre termini (Stimolo -> Risposta->Rinforzo) appare come un principio, verificato sperimentalmente, con basi evoluzionistiche, applicabile sia ad animali che all’uomo; su quest’ultimo, appunto, viene applicato anche in caso di disabilità mentale.

 

Dal punto di vista dell’Analisi del Comportamento Applicata la domanda che sto per porre non ha senso, perché l’efficacia è misurabile, ma forse nel dominio della Neuropsicologia lo ha: nel caso della disabilità mentale e in particolare dell’Autismo, possiamo considerare questa contingenza sempre “intatta”, oppure può essere danneggiata o addirittura mancante, a seconda della gravità del caso?

 

25 ottobre

Ho inoltrato la domanda di Armando a Giacomo Vivanti il quale, come risposta, mi ha mandato i seguenti articoli


Response of neural reward regions to food cues in autism spectrum disorders


*	Carissa J Cascio 

Email author

, 

*	Jennifer H Foss-Feig,

*	Jessica L Heacock,

*	Cassandra R Newsom,

*	Ronald L Cowan,

*	Margaret M Benningfield,

*	Baxter P Rogers and

*	Aize Cao

Journal of Neurodevelopmental Disorders20124:9

Response of neural reward regions to food cues in autism spectrum disorders <http://jneurodevdisorders.biomedcentral.com/articles/10.1186/1866-1955-4-9> 

 




	
		
 






	

Response of neural reward regions to food cues in autism spectrum disorders


Di Carissa J Cascio

One hypothesis for the social deficits that characterize autism spectrum disorders (ASD) is diminished neural re...

	

 

 <http://jneurodevdisorders.biomedcentral.com/articles/10.1186/1866-1955-4-9> 


 

Preserved reward outcome processing in ASD as revealed by event-related potentials 

James C McPartland*, Michael J Crowley, Danielle R Perszyk, Cora E Mukerji, Adam J Naples, Jia Wu and Linda C Mayes 

Journal of Neurodevelopmental Disorders 2012, 4:16 

 <http://jneurodevdisorders.biomedcentral.com/articles/10.1186/1866-1955-4-16> http://jneurodevdisorders.biomedcentral.com/articles/10.1186/1866-1955-4-16

 

In entrambi i lavori é stata studiata la rete neurale della ricompensa con indagini strumentali: risonanza magnetica funzionale nel primo e potenziali evocati nel secondo. 

La rete neurale é risultata funzionante in entrambe le sperimentazioni per quanto riguarda la risposta a stimoli semplici, come denaro e cibo. Gli autori ipotizzano che la differenza tra persone con autismo e persone a sviluppo regolare si manifesti soprattutto per stimoli sociali e non per stimoli semplici

 

Results do not support a pervasive problem with reward system function in ASD, instead suggesting any dysfunction lies in more specific domains, such as social perception, or in response to particular feedback-monitoring contexts, such as self-evaluation of one’s errors.

 

Children with ASD showed neural response to feedback signals comparable to that of typically developing peers

 

The current study also focused exclusively on monetary reward. Given the pronounced social deficits that characterize ASD, others have suggested specific dysfunction in brain circuitry systems subserving social reward 

 

Non-social rewards are most often money, food, or tangible rewards (e.g., toys). In ASD research, behavioral studies indicate diminished effects of social reinforcement in ASD relative to TD [ <http://jneurodevdisorders.biomedcentral.com/articles/10.1186/1866-1955-4-16#CR66> 66], and neuroimaging studies reveal selectively reduced activity in frontal-striatal reward circuitry to social reward in ASD compared to TD”

 

Faccio peró notare una cosa: in entrambi gli studi i bambini oggetto dello studio hanno un quoziente intellettivo superiore a 70, mentre nella vita reale la maggioranza dei bambini con diagnosi di spettro autistico ha un QI inferiore a 70, per cui il quesito posto da Armando non trova una risposta per questi bambini da tali pur interessanti e raffinate ricerche. 

     Daniela MC

 

 

 

 







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