[autismo-biologia] ridotta azione GABAergica nel cervello autistico

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Gio 7 Gen 2016 14:27:04 CET


Il 16 dicembre scorso e' statopubblicato l'articoloCurrBiol. 2015Dec 16. pii: S0960-9822(15)01413-X. doi: 10.1016/j.cub.2015.11.019.[Epub ahead of print]
ReducedGABAergic Action in the Autistic Brain.
RobertsonCE, RataiEM, KanwisherN.di cui e' stato dato un ampio resocontoil giorno successivo nella Harvard Gazette.
Dell'articolo, di non facilecomprensione per i non addetti ai lavori, e' stato fatto un resocontodivulgativo dal Professor Giorgio Lenaz, professore emerito dichimica biologica all'Universita' di Bologna, che ringrazio a nomedegli iscritti alla lista. Ed ecco il resoconto del promettentelavoro
Alla Harvard University un gruppo diricerca guidato da Caroline Robertson ha scoperto che un difettonella catena di segnalazione del GABA (ovvero acidogamma-amino-butirrico, specifico neurotrasmettirore delle sinapsiinibitorie del sistema nervoso centrale) è associato all’autismo;la scoperta è stata fatta utilizzando un test visivo che suscita reazioni diverse in soggetti normali ed autistici. Lo studio èdescritto nel numero del 17 dicembre del J. Current Biology.Si tratta della prima volta che il comportamento autistico nell’uomoviene collegato a uno specifico neurotrasmettitore; la teoria che lavia del GABA abbia un ruolo nell’autismo era finora statasuffragata solo in studi su modelli animali.La ricercatrice afferma che lo studioper ora non porta a eventuali approcci terapeutici, ma sicuramenterappresenta un enorme passo avanti, anche perché il test visivopermetterà una diagnosi precoce dei disordini autistici in bambinimolto piccoli, permettendo così un intervento più precoce.Poiché l’autismosembra accompagnato da un affastellamento di stimoli sensoriali,l’idea che sia alterato un neurotrasmettitore inibitorio apparefondata; inoltre i soggetti autistici hanno spesso convulsioni el’autismo nel 20-25% dei casi è accompagnato da epilessia,favorendo l’ipotesi di una mancata inibizione degli stimolisensoriali.Per provare la loro ipotesi laRobertson e collaboratori hanno ideato un test visivo basato sullacosiddetta rivalità binoculare. Si tratta dell’osservazioneche l’immagine binoculare deriva dalla sovrapposizione di dueimmagini leggermente diverse la cui media dà l’immagine cheeffettivamente vediamo. Il test forza i due occhi a vedere dueimmagini molto diverse, p.es. un cavallo e una mela; in tal caso unadelle due immagini viene eliminata e alternativamente vediamo l'una ol’altra immagine. I ricercatori hanno visto che il passaggio daun’immagine all’altra avviene in tempi più lunghi nei soggettiautistici. Usando metodi di risonanza magnetica la Robertson ecolleghi hanno scoperto che i livelli di GABA nei soggetti autisticierano normali, ma sembrava interrotta la via con cui il GABA modificalo stimolo visivo.Per ora non è ancora chiaro qualepassaggio è alterato, lo studio è difficile perché complicatodall’esistenza di due diversi tipi di recettori (A e B) e didiverse forme del GABA A. Forse l’uso di farmaci agonisti eantagonisti di tali recettori potrà dare risposte in tal senso.Il punto importante secondo laRobertson è soprattutto la possibilità di avere un test diagnosticoprima che i bambini imparino a parlare, il che potrà avereimportanti sviluppi per iniziare un trattamento precoce.La Robertson comunque mette in guardiache la storia del GABA, comunque importante, non è necessariamentel’unica, ed altri neurotrasmettitori potrebbero essere implicati.                     Giorgio Lenaz
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