[autismo-biologia] R: R: R: Re: Fwd: Re: Altered gut microbiota in Rett syndrome

ccelenza a libero.it ccelenza a libero.it
Lun 29 Ago 2016 18:29:31 CEST


E' certamente riduttivo studiare il comportamento umano attraverso i topi, sempre che lo spettro autistico sia una questione di comportamento. Sono una profana ma da quanto ho capito è così che si fa la diagnosi. Può darsi che mio figlio si sentirebbe umiliato, ma quello che più conta è che lo studio dei topi abbia qualche potenzialità, anche se parziale. L'umiliazione si mette da parte in fretta.
Claudia Celenza





----Messaggio originale----

Da: "Roberto MILITERNI" <Roberto.MILITERNI a unina2.it>

Data: 26/08/2016 17.38

A: "Autismo Biologia"<autismo-biologia a autismo33.it>, <autismo-biologia a autismo33.it>

Ogg: [autismo-biologia] R: R: Re: Fwd: Re: Altered gut microbiota in	Rett syndrome





R: [autismo-biologia] R: Re: Fwd: Re: Altered gut microbiota in Rett syndrome
-->




Se fossi una persona con un disturbo dello spettro autistico mi sentirei profondamente umiliato se qualcuno cercasse di spiegare i miei comportamenti paragonandomi a un topo.

"There are more things in heaven and earth, Horatio, than are dreamt of in your philosophy."







-----Messaggio originale-----

Da: autismo-biologia per conto di Marina Marini

Inviato: ven 26/08/2016 15.48

A: autismo-biologia a autismo33.it

Oggetto: Re: [autismo-biologia] R: Re: Fwd: Re: Altered gut microbiota in Rett syndrome



Il fatto che ci sia chi specula su questi temi senza aver fatto studi

specifici non deve distogliere dallo studiare al meglio, con metodiche

serie, il fenomeno, soprattutto se si considera che comunque ci sono

sempre più prove che la composizione del microbioma intestinale ha

grandi influenze su tanti aspetti legati al benessere in generale, e in

particolare alla salute e alla performance psichica e mentale. Giusto

perché è recentissimo, vi segnalo un interessante studio che lega la

flessibilità cognitiva alla composizione del microbioma intestinale e

alle influenze che su di esso può avere la dieta.



Neuroscience.

<http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=long+and+short+term+memory+and+microbioma#>

2015 Aug 6;300:128-40. doi: 10.1016/j.neuroscience.2015.05.016. Epub

2015 May 14.Relationships between diet-related changes in the gut

microbiome and cognitive flexibility.Magnusson KR

<http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Magnusson%20KR%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^1

, Hauck L

<http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Hauck%20L%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^2

, Jeffrey BM

<http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Jeffrey%20BM%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^3

, Elias V

<http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Elias%20V%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^4

, Humphrey A

<http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Humphrey%20A%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^5

, Nath R

<http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Nath%20R%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^6

, Perrone A

<http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Perrone%20A%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^7

, Bermudez LE

<http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Bermudez%20LE%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^8

.



In quanto alla complessità dei Disturbi dello Spettro Autistico non

monogenici, sono io la prima a sottolineare l'ostacolo che tale

complessità comporta; per superare questi aspetti è necessario un

approccio "intelligente", come quello che pensiamo di aver identificato

(ma ce ne saranno sicuramente anche altri!). Lungi da noi l'idea di

generalizzare dei risultati ottenuti in campi affini ma non del tutto

sovrapponibili.

A tal fine, vorrei portare due contributi metodologici derivanti dalla

nostra esperienza diretta, che portano a due conclusioni apparentemente

discordi:

- Lo studio di un numero relativamente piccolo di casi di bambini

affetti da Disturbi dello Spettro Autistico non monogenici ha mostrato,

con nostra sorpresa, dei fenotipi comuni inattesi, riconducibili a una

situazione, sicuramente generalizzata, di stress ossidativo e/o di stato

infiammatorio: questo apre la strada a possibili trattamenti,

deontologicamente giustificabili e aventi come finalità un miglioramento

dei sintomi.

- Le alterazioni morfologiche degli eritrociti descritte nella sindrome

di Rett non hanno una rispondenza PUNTUALE nei Disturbi dello Spettro

Autistico non monogenici, anche se sono presenti, come se ogni sindrome

desse luogo a morfologie anomale ma diverse (nostro dato ancora non

pubblicato).

L'esperienza da noi accumulata ci spinge certamente a non generalizzare

in maniera automatica, ma allo stesso tempo ci suggerisce di

approfondire gli studi per conoscere le basi eziopatologiche comuni

all'ASD e cercare di individuare approcci terapeutici che abbiano una

base scientifica.

Grazie per l'attenzione

Marina Marini



/-- //

Marina Marini Associate Professor of Applied Biology Department of

Experimental, Diagnostic and Specialty Medicine- University of Bologna,

Italy voice (+39)0512094-116/094/100; fax (+39)0512094110; cellulare

(+39)3454316414; e-mail marina.marini a unibo.it/











Il 25/08/2016 13:04, ccelenza a libero.it ha scritto:

> E' per questo motivo che l'argomento mi trova sempre scettica. In

> questo caso non mi convince il tentativo di generalizzazione da una

> condizione monogenica al resto dello spettro. Ci sono secondo me anche

> ipotesi molto più semplici da indagare. Problemi come la difficoltà a

> masticare o la selettività alimentare possono influenzare la

> composizione della flora intestinale, senza andare tanto lontano?

> Esistono studi su persone nello spettro che hanno/non hanno problemi

> nell'alimentazione?

> Claudia Celenza

>

>

>     ----Messaggio originale----

>     Da: "Armando Mazzoni" <mazzoni.armando a libero.it>

>     Data: 25/08/2016 11.17

>     A: "Autismo Biologia"<autismo-biologia a autismo33.it>

>     Ogg: Re: [autismo-biologia] Fwd: Re: Altered gut microbiota in

>     Rett syndrome

>

>

>     Segnalo cosa ben risaputa: i disturbi intestinali (presunti) sono

>     una dei cavalli di battaglia dei ciarlatani che propinano cure e

>     diete, spesso non innocue; gli ambienti istituzionali, però, non

>     sono totalmente impermeabili a questo sottobosco, come a tanti

>     altri dell'autismo.

>

>     Benvenute quindi le ricerche serie con augurio di buon e utile

>     esito per gli autistici e per le loro famiglie

>

>     Inviato da iPhone

>

>     Il giorno 19 ago 2016, alle ore 12:17, Marina Marini

>     <Marina.marini a unibo.it <mailto:Marina.marini a unibo.it>> ha scritto:

>

>>

>>     

>>

>>     

>>

>>     

>>

>>     

>>

>>     Mi complimento con gli autori di questo lavoro di grande qualità

>>     e molto interessante!

>>     A proposito del commento di Daniela, concordo sul fatto che lo

>>     studio di una patologia monogenica ha il vantaggio di poter

>>     studiare una popolazione omogenea ma richiede uno sforzo

>>     organizzativo notevole per la rarità della sindrome. Trovo

>>     inoltre molto utile che nel lavoro siano stati riportati anche i

>>     dati relativi a un nutrito gruppo di soggetti sani di controllo,

>>     in quanto ancora si sa poco del microbiota sano. Sicuramente

>>     questo studio sarà un punto di partenza anche per future

>>     comparazioni.

>>     Nei Disordini dello Spettro Autistico non associati a mutazioni

>>     monogeniche, la grande disomogeneità eziologica e clinica

>>     potrebbe scoraggiare studi di questo genere, ma il nostro gruppo

>>     ha elaborato una proposta che pensiamo possa essere vincente:

>>     associare allo studio osservazionale uno studio interventistico

>>     con un  prodotto nutraceutico che potenzialmente potrebbe sia

>>     migliorare alcuni aspetti clinici sia alterare in senso positivo

>>     il microbioma e/o le alterazioni epigenetiche e fenotipiche

>>     (stress ossidativo e infiammazione). L'unico ostacolo al progetto

>>     è il suo costo... Lo abbiamo sottoposto a diversi Enti

>>     finanziatori e soperiamo in un esito positivo!!!

>>

>>     Marina

>>

>>     /-- //

>>     Marina Marini Associate Professor of Applied Biology Department

>>     of Experimental, Diagnostic and Specialty Medicine- University of

>>     Bologna, Italy voice (+39)0512094-116/094/100; fax

>>     (+39)0512094110; cellulare (+39)3454316414; e-mail

>>     marina.marini a unibo.it/

>>

>>

>>     Il 17/08/2016 21:16, daniela marianicerati ha scritto:

>>>     *E' stato pubblicato il 30 luglio scorso l'articolo*

>>>     Altered gut microbiota in Rett syndrome

>>>     ·Francesco Strati,

>>>     ·Duccio Cavalieri,

>>>     ·Davide Albanese,

>>>     ·Claudio De Felice,

>>>     ·Claudio Donati,

>>>     ·Joussef Hayek,

>>>     ·Olivier Jousson,

>>>     ·Silvia Leoncini,

>>>     ·Massimo Pindo,

>>>     ·Daniela Renzi,

>>>     ·Lisa Rizzetto,

>>>     ·Irene Stefanini,

>>>     ·Antonio Calabrò and

>>>     ·Carlotta De Filippo

>>>     /Microbiome /2016 *4*:41

>>>     *DOI: *10.1186/s40168-016-0185-y

>>>     *Published: *30 July 2016

>>>     Il lavoro affronta uno dei temi caldi della ricerca biologica:

>>>     le modificazioni del microbiota nell'ambito di possibili

>>>     alterazioni della funzione cerebrale a partenza dalle complesse

>>>     relazioni entero - cerebrali.

>>>     *"*A strict relationship between the gut microbiota and the

>>>     central nervous system (CNS) has been observed, and numerous

>>>     studies have shown alterations of the gut microbiota in the

>>>     heterogeneous group of neurological disorders belonging to the

>>>     autism spectrum disorders (ASDs) [14

>>>     <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y#CR14>].

>>>     In addition, the gut microbiota may modulate CNS activities

>>>     through neural, endocrine, metabolic and immune pathways [15

>>>     <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y#CR15>]

>>>     affecting complex physiological and behavioural states of the

>>>     host [15

>>>     <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y#CR15>,16

>>>     <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y#CR16>]

>>>     "

>>>     Partire da una condizione monogenica ben caratterizzata come la

>>>     sindrome di Rett è una strada meno problematica per passare

>>>     dalle ipotesi teoriche all'evidenza dei dati, ma un ostacolo non

>>>     piccolo è dato dalla rarità di tali condizioni e dalla

>>>     conseguente difficoltà ad avere campioni numericamente

>>>     significativi.

>>>     Questo ed altri ostacoli sono stati superati da un gruppo

>>>     multidisciplinare e multicentrico di ricercatori italiani, a

>>>     dimostrazione delle grandi risorse della ricerca biologica

>>>     italiana e delle grandi capacità  organizzative che uno studio

>>>     di questo tipo richiede.

>>>     Per entrare nel merito del lavoro copio il comunicato stampa

>>>     gentilmente inviatomi da uno degli autori, Antonio Calabrò dell'

>>>     Università di Firenze **

>>>     *COMUNICATO STAMPA*

>>>     /Alterazioni del microbiota intestinale nella sindrome di Rett/

>>>     Numerosi studi, condotti nell'ultimo decennio, dimostrano con

>>>     chiarezza che  l'essere umano è  a tutti gli effetti da

>>>     considerare una specie di "superorganismo"  in cui una

>>>     moltitudine di specie batteriche - il cosiddetto microbiota

>>>     intestinale -  quantizzabili  in circa 10^14 ,^coesiste con le

>>>     cellule umane che lo compongono, superandole in termini numerici

>>>     di 10-100 volte. Una alterazione di questo complesso ecosistema

>>>     è stata chiamata in causa nel determinismo di molteplici

>>>     patologie, non solo di ordine gastroenterologico ma interessanti

>>>     anche numerosi altri organi ed apparati. In uno studio appena

>>>     pubblicato sulla prestigiosa rivista Microbiome, un gruppo di

>>>     ricercatori dell'Università di Firenze, dell'Istituto di

>>>     Biometeorologia (IBIMET) del CNR e dell'Università di Trento, in

>>>     collaborazione con la neuropsichiatria infantile dell'Ospedale

>>>     Le Scotte di Siena e di uno staff di biologi computazionali

>>>     della Fondazione Edmund Machdi San Michele all'Adige (TN), ha

>>>     per la prima volta documentato importanti alterazioni nel

>>>     microbiota intestinale delle pazienti con s. di Rett, un

>>>     disordine neurologico progressivo generalmente legato a

>>>     mutazioni del genemethyl-CpG binding protein 2(/MeCP2). / Le

>>>     bambine affette da questa complessa patologia presentano

>>>     disturbi gastrointestinali con elevata frequenza, fino al 70-85%

>>>     dei casi. L'aumento nell'abbondanza  relativa di alcune specie

>>>     batteriche (bifidobatteri, clostridi) e fungine (candida)

>>>     documentato nello studio, permette di  spiegare lo stato di

>>>     cronica infiammazione e la genesi dei disturbi intestinali, in

>>>     particolare della stipsi a volte veramente ostinata, che

>>>     affligge queste bambine. Lo studio, promosso dalla

>>>     Gastroenterologia Clinica dell'Università di Firenze (Prof.

>>>     Antonio Calabrò) e brillantemente coordinato dalla Dr.ssa

>>>     Carlotta de Filippo del CNR apre importanti prospettive

>>>     terapeutiche per i soggetti affetti da questa grave malattia.

>>>     Link lavoro:

>>>     Strati et al, Microbiome 2016

>>>     https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y

>>>

>>>

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