[autismo-biologia] R: R: R: Re: Fwd: Re: Altered gut microbiota in Rett syndrome
Roberto MILITERNI
Roberto.MILITERNI a unina2.it
Sab 27 Ago 2016 20:09:00 CEST
Ringrazio il prof. Hanau per la precisazione. La mia era solo una provocazione. Ho usato l'aforisma di Shakespeare per segnalare il rischio di rendere a volte semplice quello che per sua natura è estremamente complesso: il comportamento umano. Sarà per questo che a noi psichiatri, che siamo persone un po' particolari, ci interessa tanto!
Buon fine settimana
Roberto Militerni
PS. Gli animali non centrano niente!
-----Messaggio originale-----
Da: autismo-biologia per conto di Carlo Hanau
Inviato: sab 27/08/2016 15.24
A: Autismo Biologia
Oggetto: Re: [autismo-biologia] R: R: Re: Fwd: Re: Altered gut microbiota in Rett syndrome
Carissimi
la battuta del Prof.Militerni è soltanto una battuta e non deve essere
presa come la negazione della necessità di ricerche su animali. Si deve
fare la stessa strada per tutti i farmaci e per tutte le malattie, prima di
passare alla sperimentazione sull'uomo. I nostri avversari sono gli
animalisti talebani che vorrebbero impedire l'uso delle cavie, con i quali
il Prof.Militerni non ha nulla da spartire.
Grazie dell'intervento del Prof.Calabrò, al quale non era certamente
diretto il riferimento di Armando Mazzoni. Purtroppo sono molti i
ciarlatani che profittano delle ricerche serie altrui per accreditare le
loro illusorie pseudoterapie. Vale sempre il criterio che la ricerca non
deve essere pagata dai malati, altrimenti è falsata a priori ed i suoi
risultati non possono valere come prova di evidenza nella EBM.
Cordiali saluti
Carlo
Il giorno 26 agosto 2016 17:38, Roberto MILITERNI <
Roberto.MILITERNI a unina2.it> ha scritto:
> Se fossi una persona con un disturbo dello spettro autistico mi sentirei
> profondamente umiliato se qualcuno cercasse di spiegare i miei
> comportamenti paragonandomi a un topo.
> "There are more things in heaven and earth, Horatio, than are dreamt of in
> your philosophy."
>
>
>
> -----Messaggio originale-----
> Da: autismo-biologia per conto di Marina Marini
> Inviato: ven 26/08/2016 15.48
> A: autismo-biologia a autismo33.it
> Oggetto: Re: [autismo-biologia] R: Re: Fwd: Re: Altered gut microbiota in
> Rett syndrome
>
> Il fatto che ci sia chi specula su questi temi senza aver fatto studi
> specifici non deve distogliere dallo studiare al meglio, con metodiche
> serie, il fenomeno, soprattutto se si considera che comunque ci sono
> sempre più prove che la composizione del microbioma intestinale ha
> grandi influenze su tanti aspetti legati al benessere in generale, e in
> particolare alla salute e alla performance psichica e mentale. Giusto
> perché è recentissimo, vi segnalo un interessante studio che lega la
> flessibilità cognitiva alla composizione del microbioma intestinale e
> alle influenze che su di esso può avere la dieta.
>
> Neuroscience.
> <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=long+and+short+ter
> m+memory+and+microbioma#>
> 2015 Aug 6;300:128-40. doi: 10.1016/j.neuroscience.2015.05.016. Epub
> 2015 May 14.Relationships between diet-related changes in the gut
> microbiome and cognitive flexibility.Magnusson KR
> <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Magnusson%20KR%5BA
> uthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^1
> , Hauck L
> <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Hauck%20L%5BAuthor
> %5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^2
> , Jeffrey BM
> <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Jeffrey%20BM%5BAut
> hor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^3
> , Elias V
> <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Elias%20V%5BAuthor
> %5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^4
> , Humphrey A
> <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Humphrey%20A%5BAut
> hor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^5
> , Nath R
> <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Nath%20R%5BAuthor%
> 5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^6
> , Perrone A
> <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Perrone%20A%5BAuth
> or%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^7
> , Bermudez LE
> <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Bermudez%20LE%5BAu
> thor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25982560>^8
>
> .
>
> In quanto alla complessità dei Disturbi dello Spettro Autistico non
> monogenici, sono io la prima a sottolineare l'ostacolo che tale
> complessità comporta; per superare questi aspetti è necessario un
> approccio "intelligente", come quello che pensiamo di aver identificato
> (ma ce ne saranno sicuramente anche altri!). Lungi da noi l'idea di
> generalizzare dei risultati ottenuti in campi affini ma non del tutto
> sovrapponibili.
> A tal fine, vorrei portare due contributi metodologici derivanti dalla
> nostra esperienza diretta, che portano a due conclusioni apparentemente
> discordi:
> - Lo studio di un numero relativamente piccolo di casi di bambini
> affetti da Disturbi dello Spettro Autistico non monogenici ha mostrato,
> con nostra sorpresa, dei fenotipi comuni inattesi, riconducibili a una
> situazione, sicuramente generalizzata, di stress ossidativo e/o di stato
> infiammatorio: questo apre la strada a possibili trattamenti,
> deontologicamente giustificabili e aventi come finalità un miglioramento
> dei sintomi.
> - Le alterazioni morfologiche degli eritrociti descritte nella sindrome
> di Rett non hanno una rispondenza PUNTUALE nei Disturbi dello Spettro
> Autistico non monogenici, anche se sono presenti, come se ogni sindrome
> desse luogo a morfologie anomale ma diverse (nostro dato ancora non
> pubblicato).
> L'esperienza da noi accumulata ci spinge certamente a non generalizzare
> in maniera automatica, ma allo stesso tempo ci suggerisce di
> approfondire gli studi per conoscere le basi eziopatologiche comuni
> all'ASD e cercare di individuare approcci terapeutici che abbiano una
> base scientifica.
> Grazie per l'attenzione
> Marina Marini
>
> /-- //
> Marina Marini Associate Professor of Applied Biology Department of
> Experimental, Diagnostic and Specialty Medicine- University of Bologna,
> Italy voice (+39)0512094-116/094/100; fax (+39)0512094110; cellulare
> (+39)3454316414; e-mail marina.marini a unibo.it/
>
>
>
>
>
>
> Il 25/08/2016 13:04, ccelenza a libero.it ha scritto:
> > E' per questo motivo che l'argomento mi trova sempre scettica. In
> > questo caso non mi convince il tentativo di generalizzazione da una
> > condizione monogenica al resto dello spettro. Ci sono secondo me anche
> > ipotesi molto più semplici da indagare. Problemi come la difficoltà a
> > masticare o la selettività alimentare possono influenzare la
> > composizione della flora intestinale, senza andare tanto lontano?
> > Esistono studi su persone nello spettro che hanno/non hanno problemi
> > nell'alimentazione?
> > Claudia Celenza
> >
> >
> > ----Messaggio originale----
> > Da: "Armando Mazzoni" <mazzoni.armando a libero.it>
> > Data: 25/08/2016 11.17
> > A: "Autismo Biologia"<autismo-biologia a autismo33.it>
> > Ogg: Re: [autismo-biologia] Fwd: Re: Altered gut microbiota in
> > Rett syndrome
> >
> >
> > Segnalo cosa ben risaputa: i disturbi intestinali (presunti) sono
> > una dei cavalli di battaglia dei ciarlatani che propinano cure e
> > diete, spesso non innocue; gli ambienti istituzionali, però, non
> > sono totalmente impermeabili a questo sottobosco, come a tanti
> > altri dell'autismo.
> >
> > Benvenute quindi le ricerche serie con augurio di buon e utile
> > esito per gli autistici e per le loro famiglie
> >
> > Inviato da iPhone
> >
> > Il giorno 19 ago 2016, alle ore 12:17, Marina Marini
> > <Marina.marini a unibo.it <mailto:Marina.marini a unibo.it
> <Marina.marini a unibo.it>>> ha scritto:
> >
> >>
> >>
> >>
> >>
> >>
> >>
> >>
> >>
> >>
> >> Mi complimento con gli autori di questo lavoro di grande qualità
> >> e molto interessante!
> >> A proposito del commento di Daniela, concordo sul fatto che lo
> >> studio di una patologia monogenica ha il vantaggio di poter
> >> studiare una popolazione omogenea ma richiede uno sforzo
> >> organizzativo notevole per la rarità della sindrome. Trovo
> >> inoltre molto utile che nel lavoro siano stati riportati anche i
> >> dati relativi a un nutrito gruppo di soggetti sani di controllo,
> >> in quanto ancora si sa poco del microbiota sano. Sicuramente
> >> questo studio sarà un punto di partenza anche per future
> >> comparazioni.
> >> Nei Disordini dello Spettro Autistico non associati a mutazioni
> >> monogeniche, la grande disomogeneità eziologica e clinica
> >> potrebbe scoraggiare studi di questo genere, ma il nostro gruppo
> >> ha elaborato una proposta che pensiamo possa essere vincente:
> >> associare allo studio osservazionale uno studio interventistico
> >> con un prodotto nutraceutico che potenzialmente potrebbe sia
> >> migliorare alcuni aspetti clinici sia alterare in senso positivo
> >> il microbioma e/o le alterazioni epigenetiche e fenotipiche
> >> (stress ossidativo e infiammazione). L'unico ostacolo al progetto
> >> è il suo costo... Lo abbiamo sottoposto a diversi Enti
> >> finanziatori e soperiamo in un esito positivo!!!
> >>
> >> Marina
> >>
> >> /-- //
> >> Marina Marini Associate Professor of Applied Biology Department
> >> of Experimental, Diagnostic and Specialty Medicine- University of
> >> Bologna, Italy voice (+39)0512094-116/094/100; fax
> >> (+39)0512094110; cellulare (+39)3454316414; e-mail
> >> marina.marini a unibo.it/
> >>
> >>
> >> Il 17/08/2016 21:16, daniela marianicerati ha scritto:
> >>> *E' stato pubblicato il 30 luglio scorso l'articolo*
> >>> Altered gut microbiota in Rett syndrome
> >>> ·Francesco Strati,
> >>> ·Duccio Cavalieri,
> >>> ·Davide Albanese,
> >>> ·Claudio De Felice,
> >>> ·Claudio Donati,
> >>> ·Joussef Hayek,
> >>> ·Olivier Jousson,
> >>> ·Silvia Leoncini,
> >>> ·Massimo Pindo,
> >>> ·Daniela Renzi,
> >>> ·Lisa Rizzetto,
> >>> ·Irene Stefanini,
> >>> ·Antonio Calabrò and
> >>> ·Carlotta De Filippo
> >>> /Microbiome /2016 *4*:41
> >>> *DOI: *10.1186/s40168-016-0185-y
> >>> *Published: *30 July 2016
> >>> Il lavoro affronta uno dei temi caldi della ricerca biologica:
> >>> le modificazioni del microbiota nell'ambito di possibili
> >>> alterazioni della funzione cerebrale a partenza dalle complesse
> >>> relazioni entero - cerebrali.
> >>> *"*A strict relationship between the gut microbiota and the
> >>> central nervous system (CNS) has been observed, and numerous
> >>> studies have shown alterations of the gut microbiota in the
> >>> heterogeneous group of neurological disorders belonging to the
> >>> autism spectrum disorders (ASDs) [14
> >>> <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.118
> 6/s40168-016-0185-y#CR14>].
> >>> In addition, the gut microbiota may modulate CNS activities
> >>> through neural, endocrine, metabolic and immune pathways [15
> >>> <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.118
> 6/s40168-016-0185-y#CR15>]
> >>> affecting complex physiological and behavioural states of the
> >>> host [15
> >>> <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.118
> 6/s40168-016-0185-y#CR15>,16
> >>> <https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.118
> 6/s40168-016-0185-y#CR16>]
> >>> "
> >>> Partire da una condizione monogenica ben caratterizzata come la
> >>> sindrome di Rett è una strada meno problematica per passare
> >>> dalle ipotesi teoriche all'evidenza dei dati, ma un ostacolo non
> >>> piccolo è dato dalla rarità di tali condizioni e dalla
> >>> conseguente difficoltà ad avere campioni numericamente
> >>> significativi.
> >>> Questo ed altri ostacoli sono stati superati da un gruppo
> >>> multidisciplinare e multicentrico di ricercatori italiani, a
> >>> dimostrazione delle grandi risorse della ricerca biologica
> >>> italiana e delle grandi capacità organizzative che uno studio
> >>> di questo tipo richiede.
> >>> Per entrare nel merito del lavoro copio il comunicato stampa
> >>> gentilmente inviatomi da uno degli autori, Antonio Calabrò dell'
> >>> Università di Firenze **
> >>> *COMUNICATO STAMPA*
> >>> /Alterazioni del microbiota intestinale nella sindrome di Rett/
> >>> Numerosi studi, condotti nell'ultimo decennio, dimostrano con
> >>> chiarezza che l'essere umano è a tutti gli effetti da
> >>> considerare una specie di "superorganismo" in cui una
> >>> moltitudine di specie batteriche - il cosiddetto microbiota
> >>> intestinale - quantizzabili in circa 10^14 ,^coesiste con le
> >>> cellule umane che lo compongono, superandole in termini numerici
> >>> di 10-100 volte. Una alterazione di questo complesso ecosistema
> >>> è stata chiamata in causa nel determinismo di molteplici
> >>> patologie, non solo di ordine gastroenterologico ma interessanti
> >>> anche numerosi altri organi ed apparati. In uno studio appena
> >>> pubblicato sulla prestigiosa rivista Microbiome, un gruppo di
> >>> ricercatori dell'Università di Firenze, dell'Istituto di
> >>> Biometeorologia (IBIMET) del CNR e dell'Università di Trento, in
> >>> collaborazione con la neuropsichiatria infantile dell'Ospedale
> >>> Le Scotte di Siena e di uno staff di biologi computazionali
> >>> della Fondazione Edmund Machdi San Michele all'Adige (TN), ha
> >>> per la prima volta documentato importanti alterazioni nel
> >>> microbiota intestinale delle pazienti con s. di Rett, un
> >>> disordine neurologico progressivo generalmente legato a
> >>> mutazioni del genemethyl-CpG binding protein 2(/MeCP2). / Le
> >>> bambine affette da questa complessa patologia presentano
> >>> disturbi gastrointestinali con elevata frequenza, fino al 70-85%
> >>> dei casi. L'aumento nell'abbondanza relativa di alcune specie
> >>> batteriche (bifidobatteri, clostridi) e fungine (candida)
> >>> documentato nello studio, permette di spiegare lo stato di
> >>> cronica infiammazione e la genesi dei disturbi intestinali, in
> >>> particolare della stipsi a volte veramente ostinata, che
> >>> affligge queste bambine. Lo studio, promosso dalla
> >>> Gastroenterologia Clinica dell'Università di Firenze (Prof.
> >>> Antonio Calabrò) e brillantemente coordinato dalla Dr.ssa
> >>> Carlotta de Filippo del CNR apre importanti prospettive
> >>> terapeutiche per i soggetti affetti da questa grave malattia.
> >>> Link lavoro:
> >>> Strati et al, Microbiome 2016
> >>> https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186
> /s40168-016-0185-y
> >>>
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Prof. Carlo Hanau
già docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e
sanitari
Università di Modena e Reggio Emilia e Università degli Studi di Bologna
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