R: Re: [autismo-biologia] psicofarmaci nella disabilita' intellettiva

Visconti Paola paola.visconti a ausl.bologna.it
Lun 23 Nov 2015 22:32:24 CET


Una breve specifica per non ingenerare eccesso di allarmismo fra i tanti genitori che leggono e non hanno visto l'intero incontro .
Sono temi che che molti fra voi , colleghi  conoscono perfettamente ma credo valga la pena ripetere per i non addetti ai lavori- 
E' vero che bisogna spesso pensare anche a situazioni potenzialmente molto gravi quando abbiamo a che fare con comportamenti problema di questi ragazzi , ovvero che possano avere un dolore o un sintomo riconducibile a fattore internistici ( esofagite , gastrite , calcoli renali e non, ascessi dentari .. e cosi via ) ma non dobbiamo dimenticare un po' di semeiologia clinica . Ci sarà qualche segnale che può allertare : vedi rialzo febbrile , vedi la presenza di irritazione o posture particolari dopo assunzione di cibo etc.

Venendo al caso in questione , oltre al fatto che ben conoscevo il ragazzo e l'attenzione dei suoi genitori, non è stato tanto un  comportamento problema in senso di agitazione o picchiarsi  ad allertare , bensì l'assenza di reattività e la presenza di 4 ore di veglia  in una giornata a fronte di 16 ore di sonno ... ovvero dormiva troppo , poco reattivo , non giocava più neppure con i soliti oggetti e il fatto non era spiegabile coin i dosaggi ematici dei farmaci antiepilettici assunti , dosaggio che abbiamo provveduto in primis a fare, insieme ad esami ematici di base  . 
 Oggi una mammma mi chiedeva , giustamente , in previsione dell'introduzione di un farmaco a suo figlio , piccolo di sei anni :" ma come faccio io che sono mamma e non medico a capire che qualcosa non va ? mi dica dott.ssa quali sono i sintomi ?" le ho riposto come farebbe credo ogni collega : " deve fare attenzione a qualsiasi modifica, ( chiaramente di una certa entità) rispetto all'usuale comportamento di suo figlio"

Cordiali saluti
 Paola Visconti 
 
----- Messaggio originale -----Da: daniela marianicerati <marianicerati a yahoo.it>A: Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>Inviato: Mon, 23 Nov 2015 14:09:35 +0100 (CET)Oggetto: Re: [autismo-biologia] psicofarmaci nella disabilita' intellettiva


L' incontro sulla comorbilita'psichiatrica nell'autismo adulto era l' ultimo di tre incontri cheRita Di Sarro ha tenuto su questo tema, ogni volta affiancata da un neuropsichiatra infantile. Questo e' un primo segnale di presa dicoscienza da parte del SSN della necessita' di creare un ponte tragli operatori dell' infanzia e quelli dell'eta' adulta e soprattuttodel fatto che degli adulti con disabilita' intellettiva si debbanointeressare anche e soprattutto gli psichiatri e non solo gliassistenti sociali. All'incontro del 6 novembre scorso, il solo chee' stato filmato da un amatore presente in sala, la Di Sarro e'stata affiancata dalla NPI Paola Visconti, la quale ha parlato digravi comportamenti dirompenti, ma non solo di farmaci. Ha riferitodi un caso venuto alla sua osservazione nel quale un cambiamentodrastico del comportamento di un quindicenne era stato determinato daun ematoma subdurale, a sua volta causato dai reiterati colpi sullatesta che il giovane si dava per una autoaggressivita' incontenibile.
Il resoconto di questo caso e' statotanto impressionante quanto istruttivo. Ci da' conto della gravita'di non pochi casi di autismo, della necessita' di non attribuire all'autismo ogni nuovo sintomo e di non rinunciare a fare esami clinicisolo perche' questo e' reso difficile dalla non collaborazione. Perfare questa diagnosi e la conseguente terapia chirurgica e' statanecessaria la collaborazione in urgenza di anestesisti eneurochirurghi. L' intervento e' stato subito praticato ed e' andatobene, ma come prevenire la recidiva della terribileautoaggressivita'? Ritorniamo al tema di qualche messaggio fa.Analisi funzionale con le conseguenti strategie abilitative, farmacistrettamente monitorati. Ma sappiamo che il successo e' molto lontanodal 100 per cento. Un casco per ridurre il danno? Anche. Masoprattutto poniamo questa condizione come priorita' per la ricercadi nuove strategie biologiche e\o abilitative.
Paola Visconti ha detto molto altro. Buona parte della relazione si puo' ascolatare ai link
https://www.youtube.com/watch?v=eA1t7z7U_xs
https://www.youtube.com/watch?v=uzdzLtxRuH0















 Il Mercoled&igrave; 2 Settembre 2015 17:34, daniela marianicerati <marianicerati a yahoo.it> ha scritto:






Uncollega mi ha segnalato l'articolo 
http://www.dailymail.co.uk/news/article-3219060/Chemical-cosh-scandal-Thousands-patients-no-history-mental-illness-needlessly-given-cocktail-anti-psychotic-drugs.html#ixzz3kagtcyHp 

colseguente commento
&ldquo;Pensoche la problematica sia pi&ugrave; complessa. Molto spesso la doppiadiagnosi o la presenza di sintomi psicotici/psichiatrici in realt&agrave;non viene codificata, perch&eacute; ritenuta pi&ugrave; o meno erroneamente partedella diagnosi.&rdquo;

E'importante che questo grave problema emerga in tutta la sua gravita'e che gli psicofarmaci vengano dati a ragion veduta ai disabiliintellettivi quando necessari e per i tempi dovuti; non vita naturaldurante senza monitoraggio e non in sostituzione, ma a complemento diun programma abilitativo supervisionato e costantemente aggiornato daesperti qualificati e specificamente dedicati.

Miha fatto molto piacere leggere nel manifesto che annuncia un incontrosul tema &ldquo; FARMACIE COMPORTAMENTI DIROMPENTI IN BAMBINI E ADULTI CON AUTISMO E/ODISABILITA&rsquo; MENTALE&rdquo; chela psichiatra del DSM AUSL di Bologna Rita Sarro ha la qualifica diAlta Specializzazione sui Comportamenti Problema nella DisabilitàIntellettiva. 
Sapevoche si era avvicinata con entusiasmo e competenza a questo campoinesplorato, ma non sapevo che avesse un incarico ufficialenell'AUSL.
Questoe' di buon auspicio. Il primo passo per risolvere i problemi e' farliemergere e non lasciarli covare sotto la cenere.

 
 
21 novembre 2015
 
Il 6 novembre scorso Rita Di Sarro ha tenuto una relazione sulla comorblita' psichiatrica nella disabilita' intellettiva e nell'autismo in eta' adulta. Ha espresso molto bene quanto sia difficile muoversi in un campo nel quale il paziente non sa esprimere la sua soggettivita' e  sintomi come aggressivita' e irritabilita' possono essere espressione di patologie psichiatriche opposte che necessitano di cure totalmente diverse. La difficolta' non deve pero' essere un motivo per eludere il problema o per fare dei miscugli irrazionali di farmaci. Alla mancanza di protocolli si deve ovviare nel presente con l'esperienza e con un intenso monitoraggio e nel futuro con la creazione di protocolli ad hoc. 
La relazione e' stata videoripresa ed e' in rete ai link Rita di Sarro, Farmaci e comportamenti dirompenti - Prima parte





 




 





 


 


 


 


 





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