[autismo-biologia] psicofarmaci nella disabilita' intellettiva

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Lun 23 Nov 2015 14:09:35 CET


L' incontro sulla comorbilita'psichiatrica nell'autismo adulto era l' ultimo di tre incontri cheRita Di Sarro ha tenuto su questo tema, ogni volta affiancata da un neuropsichiatra infantile. Questo e' un primo segnale di presa dicoscienza da parte del SSN della necessita' di creare un ponte tragli operatori dell' infanzia e quelli dell'eta' adulta e soprattuttodel fatto che degli adulti con disabilita' intellettiva si debbanointeressare anche e soprattutto gli psichiatri e non solo gliassistenti sociali. All'incontro del 6 novembre scorso, il solo chee' stato filmato da un amatore presente in sala, la Di Sarro e'stata affiancata dalla NPI Paola Visconti, la quale ha parlato digravi comportamenti dirompenti, ma non solo di farmaci. Ha riferitodi un caso venuto alla sua osservazione nel quale un cambiamentodrastico del comportamento di un quindicenne era stato determinato daun ematoma subdurale, a sua volta causato dai reiterati colpi sullatesta che il giovane si dava per una autoaggressivita' incontenibile.Il resoconto di questo caso e' statotanto impressionante quanto istruttivo. Ci da' conto della gravita'di non pochi casi di autismo, della necessita' di non attribuire all'autismo ogni nuovo sintomo e di non rinunciare a fare esami clinicisolo perche' questo e' reso difficile dalla non collaborazione. Perfare questa diagnosi e la conseguente terapia chirurgica e' statanecessaria la collaborazione in urgenza di anestesisti eneurochirurghi. L' intervento e' stato subito praticato ed e' andatobene, ma come prevenire la recidiva della terribileautoaggressivita'? Ritorniamo al tema di qualche messaggio fa.Analisi funzionale con le conseguenti strategie abilitative, farmacistrettamente monitorati. Ma sappiamo che il successo e' molto lontanodal 100 per cento. Un casco per ridurre il danno? Anche. Masoprattutto poniamo questa condizione come priorita' per la ricercadi nuove strategie biologiche e\o abilitative.Paola Visconti ha detto molto altro. Buona parte della relazione si puo' ascolatare ai linkhttps://www.youtube.com/watch?v=eA1t7z7U_xshttps://www.youtube.com/watch?v=uzdzLtxRuH0


    Il Mercoledì 2 Settembre 2015 17:34, daniela marianicerati <marianicerati a yahoo.it> ha scritto:
 

 Uncollega mi ha segnalato l'articolo http://www.dailymail.co.uk/news/article-3219060/Chemical-cosh-scandal-Thousands-patients-no-history-mental-illness-needlessly-given-cocktail-anti-psychotic-drugs.html#ixzz3kagtcyHp 
colseguente commento“Pensoche la problematica sia più complessa. Molto spesso la doppiadiagnosi o la presenza di sintomi psicotici/psichiatrici in realtànon viene codificata, perché ritenuta più o meno erroneamente partedella diagnosi.”
E'importante che questo grave problema emerga in tutta la sua gravita'e che gli psicofarmaci vengano dati a ragion veduta ai disabiliintellettivi quando necessari e per i tempi dovuti; non vita naturaldurante senza monitoraggio e non in sostituzione, ma a complemento diun programma abilitativo supervisionato e costantemente aggiornato daesperti qualificati e specificamente dedicati.
Miha fatto molto piacere leggere nel manifesto che annuncia un incontrosul tema “ FARMACIE COMPORTAMENTI DIROMPENTI IN BAMBINI E ADULTI CON AUTISMO E/ODISABILITA’ MENTALE” chela psichiatra del DSM AUSL di Bologna Rita Sarro ha la qualifica diAlta Specializzazione sui Comportamenti Problema nella DisabilitàIntellettiva. Sapevoche si era avvicinata con entusiasmo e competenza a questo campoinesplorato, ma non sapevo che avesse un incarico ufficialenell'AUSL.Questoe' di buon auspicio. Il primo passo per risolvere i problemi e' farliemergere e non lasciarli covare sotto la cenere.

21 novembre 2015
Il 6 novembre scorso Rita Di Sarro ha tenuto una relazione sulla comorblita' psichiatrica nella disabilita' intellettiva e nell'autismo in eta' adulta. Ha espresso molto bene quanto sia difficile muoversi in un campo nel quale il paziente non sa esprimere la sua soggettivita' e  sintomi come aggressivita' e irritabilita' possono essere espressione di patologie psichiatriche opposte che necessitano di cure totalmente diverse. La difficolta' non deve pero' essere un motivo per eludere il problema o per fare dei miscugli irrazionali di farmaci. Alla mancanza di protocolli si deve ovviare nel presente con l'esperienza e con un intenso monitoraggio e nel futuro con la creazione di protocolli ad hoc. La relazione e' stata videoripresa ed e' in rete ai link Rita di Sarro, Farmaci e comportamenti dirompenti - Prima parte
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Rita di Sarro, Farmaci e comportamenti dirompenti - Seconda parte

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