[autismo-biologia] psicofarmaci nella disabilita' intellettiva

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Sab 21 Nov 2015 23:12:37 CET


 

    Il Mercoledì 2 Settembre 2015 17:34, daniela marianicerati <marianicerati a yahoo.it> ha scritto:
 

 Uncollega mi ha segnalato l'articolo http://www.dailymail.co.uk/news/article-3219060/Chemical-cosh-scandal-Thousands-patients-no-history-mental-illness-needlessly-given-cocktail-anti-psychotic-drugs.html#ixzz3kagtcyHp 
colseguente commento“Pensoche la problematica sia più complessa. Molto spesso la doppiadiagnosi o la presenza di sintomi psicotici/psichiatrici in realtànon viene codificata, perché ritenuta più o meno erroneamente partedella diagnosi.”
E'importante che questo grave problema emerga in tutta la sua gravita'e che gli psicofarmaci vengano dati a ragion veduta ai disabiliintellettivi quando necessari e per i tempi dovuti; non vita naturaldurante senza monitoraggio e non in sostituzione, ma a complemento diun programma abilitativo supervisionato e costantemente aggiornato daesperti qualificati e specificamente dedicati.
Miha fatto molto piacere leggere nel manifesto che annuncia un incontrosul tema “ FARMACIE COMPORTAMENTI DIROMPENTI IN BAMBINI E ADULTI CON AUTISMO E/ODISABILITA’ MENTALE” chela psichiatra del DSM AUSL di Bologna Rita Sarro ha la qualifica diAlta Specializzazione sui Comportamenti Problema nella DisabilitàIntellettiva. Sapevoche si era avvicinata con entusiasmo e competenza a questo campoinesplorato, ma non sapevo che avesse un incarico ufficialenell'AUSL.Questoe' di buon auspicio. Il primo passo per risolvere i problemi e' farliemergere e non lasciarli covare sotto la cenere.

21 novembre 2015
Il 6 novembre scorso Rita Di Sarro ha tenuto una relazione sulla comorblita' psichiatrica nella disabilita' intellettiva e nell'autismo in eta' adulta. Ha espresso molto bene quanto sia difficile muoversi in un campo nel quale il paziente non sa esprimere la sua soggettivita' e  sintomi come aggressivita' e irritabilita' possono essere espressione di patologie psichiatriche opposte che necessitano di cure totalmente diverse. La difficolta' non deve pero' essere un motivo per eludere il problema o per fare dei miscugli irrazionali di farmaci. Alla mancanza di protocolli si deve ovviare nel presente con l'esperienza e con un intenso monitoraggio e nel futuro con la creazione di protocolli ad hoc. La relazione e' stata videoripresa ed e' in rete ai link Rita di Sarro, Farmaci e comportamenti dirompenti - Prima parte
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Rita di Sarro, Farmaci e comportamenti dirompenti - Seconda parte

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