R: Re: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione

Visconti Paola paola.visconti a ausl.bologna.it
Ven 21 Ago 2015 12:39:22 CEST


La formazione di persone preparate è sicuramente un tema importante , tuttavia senza tralasciare indubbi meriti e competenze di personalità straniere , credo sia anche ormai giusto riconoscere che anche in Italia i tempi sono un pò differenti da 10-20 anni fa, anche se come sempre non in maniera uniforme ( ma in quale paese straniero lo è ?) .

 Le persone che si sono formate e hanno qui operato, hanno anche appreso modalità consone alla nostra realta che prevede integrazione , dato unico nel panorama internazionale e alcuni di loro sono capaci di integrare modelli differenti, il che può rappresentare una ricchezza se le varie tecniche sono bene conosciute, sperimentate e soprattutto si ha in mente un bambino /adolescente ( e quando possibile anche adulti)  a 360° , e nei vari contesti di vita. 


Come ben si sa, la realtà comportamentale e clinica dei soggetti autistici è molto sfaccettata e differisce caso per caso; l'utilizzo di diverse strategie e l'allargamento a diversi contesti è prioritario per favorire la crescita della maggior autonomia ed indipendenza possibili ,  elementi cardine dei vari inserimenti lavorativi e sociali in senso più ampio. 

Chiaramente la premessa di rigore metodologico è essenziale, le linee guida ISS agevolano il compito e il "sapere"  comportamentale è imprescindibile, ma vanno tenuti in considerazione in egual misura  anche gli ambiti dell'intersoggettività, della CAA, dei software, etc. (per citarne alcuni)  per favorire un approccio multidimensionale e ricordando il famoso motto della Schreibman : " No one size fits all" .

Tuttavia se sul versante dei contenuti , di tecniche abilitative abbiamo fatto passi avanti ( con amplissimi spazi di miglioramento) ,  osservo ( come molti di noi credo)  maggiori criticità sul versante organizzativo e nella strutturazione di servizi e di percorsi che possano dar seguito a quanto il soggetto affetto da Disturbo dello spettro Autistico  apprende a scuola/ casa , in famiglia, negli ambulatori.
Ma questo ambito è decisamente più complesso, abbisogna di tempi lunghi e rientra forse in una più generale nostra ("italiana")difficoltà ad agevolare e rendere fluidi i percorsi, quali essi siano. 
Le leggi sono un primo passo, stiamo a vedere  i loro effetti .   
Paola Visconti

----- Messaggio originale -----Da: Carlo Hanau <hanau.carlo a gmail.com>A: Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>Inviato: Tue, 18 Aug 2015 22:40:13 +0200 (CEST)Oggetto: Re: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione

Il problema grosso da risolvere &egrave; quello che Paola Visconti cita: la formazione del personale. 
Chi ha inventato l'ESDM impone che questa strategia venga applicata da coloro che hanno fatto almeno 5 anni di esperienza supervisionata dai maestri.
Non &egrave; facile trovare qualcuno che possa avere la competenza per importare in Italia questa strategia. Gli italiani che potrebbero farlo non vengono recuperati  in Italia, dove la genericit&agrave; impera e dove il merito non viene riconosciuto.
Occorre incentivare il rientro degli italiani che all'estero ricevono riconoscimenti, oppure occorre il coraggio di chiamare stranieri in Italia, come &egrave; stato fatto per la nomina dei direttori dei principali musei italiani.
Anche per le strategie basate pi&ugrave; esplicitamente sull'ABA applicata all'autismo, come ABA VB e CABAS, occorrerebbe dare un posto di rilevanza a quegli esperti italiani che hanno ottenuto un credito internazionale affinch&egrave; possa nascere una scuola presso le istituzioni pubbliche universitarie.
Purtroppo la forza di conservazione della nostra accademia e delle strutture di insegnamento del servizio sanitario nazionale rallenter&agrave; questa pur necessaria evoluzione, cos&igrave; come ha rallentato ed ostacolato per decenni l'ingresso in Italia degli studi e degli studiosi che hanno falsificato la teoria della madre frigorifero e del guscio autistico protettivo.
Prepariamoci a lunghe battaglie.
Carlo Hanau




Il giorno 18 agosto 2015 17:30, Visconti Paola <paola.visconti a ausl.bologna.it> ha scritto:

Grazie Daniela , effettivamente l'articolo &egrave; molto bene fatto e dettaglia non solo misure di valutazione sui bambini dei gruppi a confronto ma anche il contesto e quanto viene previsto e organizzato sia nel gruppo controllo che nel gruppo sperimentale .
Non mi dilungo, la Dott.ssa Mariani Cerati ha ben descritto tutti i meriti  questo lavoro.
 
Mi piace molto il concetto di ambiente  "Autism friendly" . In alcuni asili frequentati da bambini giunti alla nostra osservazione abbiamo riscontrato elementi comuni a quanto descritto qui e spesso per un solo bambino. Pur non volendo passare per eccessivamente ottimista credo che anche da noi qui in Italia ci sarebbero le condizioni e le potenzialit&agrave; per fare interventi di questo genere , sicuramente con maggiore probabilit&agrave; nei nidi e scuole materne, anche se verosimilmente a macchia di Leopardo, in alcune regioni di pi&ugrave;, in altre meno.  La differenza credo stia pi&ugrave; nelle modalit&agrave; organizzative che nei contenuti proposte, sempre che ci sia un'adeguata formazione.
 
Utile ed efficace il lavoro di parent training senza il quale credo che anche il miglior intervento in ambito scolastico abbia scarse possibilit&agrave; di essere generalizzato .
Paola Visconti
 


----- Messaggio originale -----Da: daniela marianicerati <marianicerati a yahoo.it>A: Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>Inviato: Thu, 13 Aug 2015 10:02:13 +0200 (CEST)Oggetto: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione




I criteriche informano la pratica medica dovrebbero avere come base di riferimento lasperimentazione, la quale ha vari livelli. Il primo livello deve essere attuatoeliminando il piu&rsquo; possibile le variabili confondenti e quindi in un ambienteil piu&rsquo; possibile vicino ad un laboratorio, con una attenta selezione deipartecipanti che devono rispondere a rigidi criteri di inclusione edesclusione.
Una voltasuperato questo primo livello si pone un altro problema. La terapia che si e&rsquo; dimostrata efficace nella sperimentazione di primo livello e&rsquo; efficace e fattibile anche nel mondo reale? Come? In quali contesti? 
E&rsquo; questo ilquesito che  Giacomo Vivanti e colleghi  si sono posti in merito allaefficacia e  fattibilita&rsquo; nel mondo reale del metodo Early Start DenverModel. Per rispondere a questo quesito hanno fatto la sperimentazione delmetodo in un ambiente che puo&rsquo; essere dato a tutti: alle famiglie colte ericche e a quelle povere, a chi abita nella grande citta&rsquo; e a chi abita inprovincia: la scuola dell&rsquo;infanzia.
I dati dellavoro sono pubblicati nell&rsquo;articolo
 
Effectiveness and Feasibilityof the Early Start Denver Model
Implemented in a Group-BasedCommunity Childcare Setting
GiacomoVivanti &bull; Jessica Paynter &bull;
Ed Duncan &bull;Hannah Fothergill &bull; Cheryl Dissanayake &bull;
Sally J. Rogers &bull; theVictorian ASELCC Team
J Autism Dev Disord
DOI 10.1007/s10803-014-2168-9
Pubblicatoon line il 29 giugno 2014
 
Il lavororispetta uno dei requisiti etici fondamentali della sperimentazione: al gruppodi controllo deve essere dato tutto cio&rsquo; che al momento e&rsquo; dimostrato essereevidence based. Al gruppo sperimentale deve essere dato tutto cio&rsquo; che e&rsquo;evidence based  piu&rsquo; la terapiasperimentale. 
Prima dipassare a commentare i risultati della sperimentazione vorrei fare alcuneconsiderazioni sul trattamento educativo/abilitativo che viene dato al gruppodi controllo, che corrisponde a quanto viene dato di routine in Australia atutti i bambini in eta&rsquo; prescolare a cui viene fatta diagnosi di disturbo dellospettro autistico.
In questasperimentazione i bambini di entrambi i gruppi vengono  trattati in asilinormali ma in classi speciali con insegnanti specializzati nell&rsquo;educazionespeciale. Lo staff comprende un team multidisciplinare composto da logopedisti,terapisti occupazionali e insegnanti di scuole dell&rsquo;infanzia. Le classi sono composte da bambini con lo stesso livello di abilita&rsquo;  anziche&rsquo; conla stessa eta&rsquo;. Il rapporto adulti: bambini va da 1: 2 a uno a quattro infunzione del fabbisogno educativo.
Il programmadel gruppo di controllo puo&rsquo; essere definito come un intervento &ldquo;generico&rdquo; perbambini nello spettro autistico, cioe&rsquo; un programma che non utilizza un singolometodo, una singola &ldquo;filosofia&rdquo; o un singolo approccio teorico, ma piuttostointende essere onnicomprensivo e offrire un range di strategie di insegnamentotratte dalle migliori pratiche descritte nelle linee guida. Ogni bambino ha unprogramma individuale basato sui suoi punti di forza e di debolezza,determinati attraverso valutazioni multidisciplinari che tengono conto dellepriorita&rsquo; educative della famiglia. La scelta delle strategie educative e&rsquo;basata sulla conoscenza delle pratiche evidence based e sulle linee guidaaustraliane oltre che sul giudizio clinico e sull&rsquo;esperienza, tenendo sempre ingrande considerazione i valori e le priorita&rsquo; delle famiglie. L&rsquo;interventousato   include strategie tratte dal programma TEACCH,  come l&rsquo;uso disupporti e programmi visivi per assicurare la prevedibilita&rsquo;, riducendo lastress e promuovendo l&rsquo;apprendimento in autonomia. Strumenti di comunicazioneaumentativa vengono utilizzati quando indicati come utili dalla valutazione.L&rsquo;approccio predominante comporta la creazione di un ambiente &lsquo;&lsquo;autism-friendly&rsquo;&rsquo; (attraverso supporti visivi, attivita&rsquo;strutturate e  attivita&rsquo; routinarie ben prevedibili) per facilitarel&rsquo;apprendimento in quattro aree fondamentali: sociale ed emozionale,  linguisticae  comunicativa, motoria e cognitiva.
Oltre all&rsquo;insegnamento strutturato, l&rsquo;insegnamento avviene anche durantetutta la giornata nei contesti naturali come il gioco libero, i pasti, il giocoall&rsquo;aperto, le attivita&rsquo; di autonomia  personale, il gioco in cerchio e itempi passati in compagnia con i pari. Il tutto avendo come riferimento lelinee guida del centro nazionale per l&rsquo;autismo emesse nel 2009.
La consulenza dei logopedisti e dei terapisti occupazionali avviene all'interno della classe.
Il training ai componenti della famiglia consiste in regolari incontri diformazione ai genitori da parte dello  staff sanitario ed educativo e copre un&rsquo;ampia gamma di argomenti, quali le abilita&rsquo; di  gioco, lagestione dei comportamenti dirompenti,  le transizioni e le strategie dicomunicazione.
La famiglia in entrambi i gruppi paga la stessa retta dei bambininormodotati, che comprende anche il vitto, senza costi supplementari per la&ldquo;terapia&rdquo;.
 
Questa descrizione, cosi&rsquo; dettagliata, del trattamento che viene dato algruppo di controllo, e&rsquo; interessante per diversi motivi.
Uno riguarda il rigore della sperimentazione. Chi sperimenta un metodo nuovoavrebbe il desiderio di mostrarne la superiorita&rsquo; rispetto ai metodi gia&rsquo; inuso e avrebbe quindi l&rsquo;interesse a confrontare il proprio metodo con qualcosadi mediocre in modo che emerga la superiorita&rsquo; del suo metodo. Questo nonsarebbe corretto ne&rsquo; dal punto di vista scientifico ne&rsquo; da  quello etico e gli autori non cadono in questa tentazione.
Un'altra considerazione e&rsquo; la seguente. Se a tutti i bambini australiani in eta&rsquo; prescolare viene dato quanto sopra descritto senza speseaggiuntive per le famiglie, mi pare che l&rsquo;Australia sia un modello da conosceree in parte da imitare.
Per quanto riguarda il pagamento della terapia,il meccanismo si basa su un sistema assicurativo i cui dettagli sono al link http://www.ndis.gov.au/
 
 
In altri messaggi faro&rsquo; altri commenti all&rsquo;interessante e utile articolo. Apresto

   Daniela




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Prof. Carlo Hanaudocente di Statistica medicae di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitariDipartimento di Educazione e Scienze umaneUniversit&agrave; di Modena e Reggio Emiliavia Allegri, 942121 Reggio EmiliaUniversit&agrave; di Modena e Reggio Emilia, tel.0522 523137 



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