R: [autismo-biologia] ricerca nel campo dellaabilitazione/educazione

Emilia De Serio emiliadeserio a gmail.com
Mer 19 Ago 2015 17:35:28 CEST


Buonasera Prof Hanau ho da farle una domanda che esula un po' dal contesto di discussione sulle problematiche sull'autismo. Potrebbe gentilmente indicarmi l'università che attiva corsi riconosciuti dagli enti pubblici per tecnici ABA? Anticipatamente la ringrazio e chiedo scusa per averla importunata con la mia richiesta. Distintamente la saluto

----- Messaggio originale -----
Da: "Carlo Hanau" <hanau.carlo a gmail.com>
Inviato: ‎19/‎08/‎2015 09:40
A: "Autismo Biologia" <autismo-biologia a autismo33.it>
Oggetto: Re: [autismo-biologia] ricerca nel campo dellaabilitazione/educazione

Il problema grosso da risolvere è quello che Paola Visconti cita: la formazione del personale. 
Chi ha inventato l'ESDM impone che questa strategia venga applicata da coloro che hanno fatto almeno 5 anni di esperienza supervisionata dai maestri.
Non è facile trovare qualcuno che possa avere la competenza per importare in Italia questa strategia. Gli italiani che potrebbero farlo non vengono recuperati  in Italia, dove la genericità impera e dove il merito non viene riconosciuto.
Occorre incentivare il rientro degli italiani che all'estero ricevono riconoscimenti, oppure occorre il coraggio di chiamare stranieri in Italia, come è stato fatto per la nomina dei direttori dei principali musei italiani.
Anche per le strategie basate più esplicitamente sull'ABA applicata all'autismo, come ABA VB e CABAS, occorrerebbe dare un posto di rilevanza a quegli esperti italiani che hanno ottenuto un credito internazionale affinchè possa nascere una scuola presso le istituzioni pubbliche universitarie.
Purtroppo la forza di conservazione della nostra accademia e delle strutture di insegnamento del servizio sanitario nazionale rallenterà questa pur necessaria evoluzione, così come ha rallentato ed ostacolato per decenni l'ingresso in Italia degli studi e degli studiosi che hanno falsificato la teoria della madre frigorifero e del guscio autistico protettivo.
Prepariamoci a lunghe battaglie.
Carlo Hanau






Il giorno 18 agosto 2015 17:30, Visconti Paola <paola.visconti a ausl.bologna.it> ha scritto:

Grazie Daniela , effettivamente l'articolo è molto bene fatto e dettaglia non solo misure di valutazione sui bambini dei gruppi a confronto ma anche il contesto e quanto viene previsto e organizzato sia nel gruppo controllo che nel gruppo sperimentale .
Non mi dilungo, la Dott.ssa Mariani Cerati ha ben descritto tutti i meriti  questo lavoro.
 
Mi piace molto il concetto di ambiente  "Autism friendly" . In alcuni asili frequentati da bambini giunti alla nostra osservazione abbiamo riscontrato elementi comuni a quanto descritto qui e spesso per un solo bambino. Pur non volendo passare per eccessivamente ottimista credo che anche da noi qui in Italia ci sarebbero le condizioni e le potenzialità per fare interventi di questo genere , sicuramente con maggiore probabilità nei nidi e scuole materne, anche se verosimilmente a macchia di Leopardo, in alcune regioni di più, in altre meno.  La differenza credo stia più nelle modalità organizzative che nei contenuti proposte, sempre che ci sia un'adeguata formazione.
 
Utile ed efficace il lavoro di parent training senza il quale credo che anche il miglior intervento in ambito scolastico abbia scarse possibilità di essere generalizzato .
Paola Visconti
 
----- Messaggio originale -----
Da: daniela marianicerati <marianicerati a yahoo.it>
A: Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>
Inviato: Thu, 13 Aug 2015 10:02:13 +0200 (CEST)
Oggetto: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione
I criteri
che informano la pratica medica dovrebbero avere come base di riferimento la
sperimentazione, la quale ha vari livelli. Il primo livello deve essere attuato
eliminando il piu’ possibile le variabili confondenti e quindi in un ambiente
il piu’ possibile vicino ad un laboratorio, con una attenta selezione dei
partecipanti che devono rispondere a rigidi criteri di inclusione ed
esclusione.
Una volta
superato questo primo livello si pone un altro problema. La terapia che si e’
 dimostrata efficace nella sperimentazione di primo livello e’ efficace e
 fattibile anche nel mondo reale? Come? In quali contesti? 
E’ questo il
quesito che  Giacomo Vivanti e colleghi  si sono posti in merito alla
efficacia e  fattibilita’ nel mondo reale del metodo Early Start Denver
Model. Per rispondere a questo quesito hanno fatto la sperimentazione del
metodo in un ambiente che puo’ essere dato a tutti: alle famiglie colte e
ricche e a quelle povere, a chi abita nella grande citta’ e a chi abita in
provincia: la scuola dell’infanzia.
I dati del
lavoro sono pubblicati nell’articolo
 
Effectiveness and Feasibility
of the Early Start Denver Model
Implemented in a Group-Based
Community Childcare Setting
Giacomo
Vivanti • Jessica Paynter •
Ed Duncan •
Hannah Fothergill • Cheryl Dissanayake •
Sally J. Rogers • the
Victorian ASELCC Team
J Autism Dev Disord
DOI 10.1007/s10803-014-2168-9
Pubblicato
on line il 29 giugno 2014
 
Il lavoro
rispetta uno dei requisiti etici fondamentali della sperimentazione: al gruppo
di controllo deve essere dato tutto cio’ che al momento e’ dimostrato essere
evidence based. Al gruppo sperimentale deve essere dato tutto cio’ che e’
evidence based  piu’ la terapia
sperimentale. 
Prima di
passare a commentare i risultati della sperimentazione vorrei fare alcune
considerazioni sul trattamento educativo/abilitativo che viene dato al gruppo
di controllo, che corrisponde a quanto viene dato di routine in Australia a
tutti i bambini in eta’ prescolare a cui viene fatta diagnosi di disturbo dello
spettro autistico.
In questa
sperimentazione i bambini di entrambi i gruppi vengono  trattati in asili
normali ma in classi speciali con insegnanti specializzati nell’educazione
speciale. Lo staff comprende un team multidisciplinare composto da logopedisti,
terapisti occupazionali e insegnanti di scuole dell’infanzia. Le classi sono
 composte da bambini con lo stesso livello di abilita’  anziche’ con
la stessa eta’. Il rapporto adulti: bambini va da 1: 2 a uno a quattro in
funzione del fabbisogno educativo.
Il programma
del gruppo di controllo puo’ essere definito come un intervento “generico” per
bambini nello spettro autistico, cioe’ un programma che non utilizza un singolo
metodo, una singola “filosofia” o un singolo approccio teorico, ma piuttosto
intende essere onnicomprensivo e offrire un range di strategie di insegnamento
tratte dalle migliori pratiche descritte nelle linee guida. Ogni bambino ha un
programma individuale basato sui suoi punti di forza e di debolezza,
determinati attraverso valutazioni multidisciplinari che tengono conto delle
priorita’ educative della famiglia. La scelta delle strategie educative e’
basata sulla conoscenza delle pratiche evidence based e sulle linee guida
australiane oltre che sul giudizio clinico e sull’esperienza, tenendo sempre in
grande considerazione i valori e le priorita’ delle famiglie. L’intervento
usato   include strategie tratte dal programma TEACCH,  come l’uso di
supporti e programmi visivi per assicurare la prevedibilita’, riducendo la
stress e promuovendo l’apprendimento in autonomia. Strumenti di comunicazione
aumentativa vengono utilizzati quando indicati come utili dalla valutazione.
L’approccio predominante comporta la creazione di un ambiente ‘‘autism-friendly’’ (attraverso supporti visivi, attivita’
strutturate e  attivita’ routinarie ben prevedibili) per facilitare
l’apprendimento in quattro aree fondamentali: sociale ed emozionale,  linguistica
e  comunicativa, motoria e cognitiva.
Oltre all’insegnamento strutturato, l’insegnamento avviene anche durante
tutta la giornata nei contesti naturali come il gioco libero, i pasti, il gioco
all’aperto, le attivita’ di autonomia  personale, il gioco in cerchio e i
tempi passati in compagnia con i pari. Il tutto avendo come riferimento le
linee guida del centro nazionale per l’autismo emesse nel 2009.
La consulenza dei logopedisti e dei terapisti occupazionali avviene all'interno della classe.
Il training ai componenti della famiglia consiste in regolari incontri di
formazione ai genitori da parte dello  staff sanitario ed educativo e copre
 un’ampia gamma di argomenti, quali le abilita’ di  gioco, la
gestione dei comportamenti dirompenti,  le transizioni e le strategie di
comunicazione.
La famiglia in entrambi i gruppi paga la stessa retta dei bambini
normodotati, che comprende anche il vitto, senza costi supplementari per la
“terapia”.
 
Questa descrizione, cosi’ dettagliata, del trattamento che viene dato al
gruppo di controllo, e’ interessante per diversi motivi.
Uno riguarda il rigore della sperimentazione. Chi sperimenta un metodo nuovo
avrebbe il desiderio di mostrarne la superiorita’ rispetto ai metodi gia’ in
uso e avrebbe quindi l’interesse a confrontare il proprio metodo con qualcosa
di mediocre in modo che emerga la superiorita’ del suo metodo. Questo non
sarebbe corretto ne’ dal punto di vista scientifico ne’ da  quello etico e
 gli autori non cadono in questa tentazione.
Un'altra considerazione e’ la seguente. Se a tutti i bambini australiani
 in eta’ prescolare viene dato quanto sopra descritto senza spese
aggiuntive per le famiglie, mi pare che l’Australia sia un modello da conoscere
e in parte da imitare.
Per quanto riguarda il pagamento della terapia,
il meccanismo si basa su un sistema assicurativo i cui dettagli sono al link http://www.ndis.gov.au/
 
 
In altri messaggi faro’ altri commenti all’interessante e utile articolo. A
presto
   Daniela

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ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).
Fondazione Augusta Pini ed Istituto del Buon Pastore Onlus.
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Prof. Carlo Hanau
docente di Statistica medica
e di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari
Dipartimento di Educazione e Scienze umane
Università di Modena e Reggio Emilia
via Allegri, 9
42121 Reggio Emilia
Università di Modena e Reggio Emilia, tel.0522 523137
 
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