[autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione

Carlo Hanau hanau.carlo a gmail.com
Mar 18 Ago 2015 22:40:13 CEST


Il problema grosso da risolvere è quello che Paola Visconti cita: la
formazione del personale.
Chi ha inventato l'ESDM impone che questa strategia venga applicata da
coloro che hanno fatto almeno 5 anni di esperienza supervisionata dai
maestri.
Non è facile trovare qualcuno che possa avere la competenza per importare
in Italia questa strategia. Gli italiani che potrebbero farlo non vengono
recuperati  in Italia, dove la genericità impera e dove il merito non viene
riconosciuto.
Occorre incentivare il rientro degli italiani che all'estero ricevono
riconoscimenti, oppure occorre il coraggio di chiamare stranieri in Italia,
come è stato fatto per la nomina dei direttori dei principali musei
italiani.
Anche per le strategie basate più esplicitamente sull'ABA applicata
all'autismo, come ABA VB e CABAS, occorrerebbe dare un posto di rilevanza a
quegli esperti italiani che hanno ottenuto un credito internazionale
affinchè possa nascere una scuola presso le istituzioni pubbliche
universitarie.
Purtroppo la forza di conservazione della nostra accademia e delle
strutture di insegnamento del servizio sanitario nazionale rallenterà
questa pur necessaria evoluzione, così come ha rallentato ed ostacolato per
decenni l'ingresso in Italia degli studi e degli studiosi che hanno
falsificato la teoria della madre frigorifero e del guscio autistico
protettivo.
Prepariamoci a lunghe battaglie.
Carlo Hanau



Il giorno 18 agosto 2015 17:30, Visconti Paola <
paola.visconti a ausl.bologna.it> ha scritto:

> Grazie Daniela , effettivamente l'articolo è molto bene fatto e dettaglia
> non solo misure di valutazione sui bambini dei gruppi a confronto ma anche
> il contesto e quanto viene previsto e organizzato sia nel gruppo controllo
> che nel gruppo sperimentale .
> Non mi dilungo, la Dott.ssa Mariani Cerati ha ben descritto tutti i
> meriti  questo lavoro.
>
> Mi piace molto il concetto di ambiente  "Autism friendly" . In alcuni
> asili frequentati da bambini giunti alla nostra osservazione abbiamo
> riscontrato elementi comuni a quanto descritto qui e spesso per un solo
> bambino. Pur non volendo passare per eccessivamente ottimista credo che
> anche da noi qui in Italia ci sarebbero le condizioni e le potenzialità per
> fare interventi di questo genere , sicuramente con maggiore probabilità nei
> nidi e scuole materne, anche se verosimilmente a macchia di Leopardo,
> in alcune regioni di più, in altre meno.  La differenza credo stia più
> nelle modalità organizzative che nei contenuti proposte, sempre che ci sia
> un'adeguata formazione.
>
> Utile ed efficace il lavoro di parent training senza il quale credo che
> anche il miglior intervento in ambito scolastico abbia scarse possibilità
> di essere generalizzato .
> Paola Visconti
>
> ----- Messaggio originale -----
> Da: daniela marianicerati <marianicerati a yahoo.it>
> A: Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>
> Inviato: Thu, 13 Aug 2015 10:02:13 +0200 (CEST)
> Oggetto: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione
> I criteri
> che informano la pratica medica dovrebbero avere come base di riferimento
> la
> sperimentazione, la quale ha vari livelli. Il primo livello deve essere
> attuato
> eliminando il piu’ possibile le variabili confondenti e quindi in un
> ambiente
> il piu’ possibile vicino ad un laboratorio, con una attenta selezione dei
> partecipanti che devono rispondere a rigidi criteri di inclusione ed
> esclusione.
> Una volta
> superato questo primo livello si pone un altro problema. La terapia che si
> e’
>  dimostrata efficace nella sperimentazione di primo livello e’ efficace e
>  fattibile anche nel mondo reale? Come? In quali contesti?
> E’ questo il
> quesito che  Giacomo Vivanti e colleghi  si sono posti in merito alla
> efficacia e  fattibilita’ nel mondo reale del metodo Early Start Denver
> Model. Per rispondere a questo quesito hanno fatto la sperimentazione del
> metodo in un ambiente che puo’ essere dato a tutti: alle famiglie colte e
> ricche e a quelle povere, a chi abita nella grande citta’ e a chi abita in
> provincia: la scuola dell’infanzia.
> I dati del
> lavoro sono pubblicati nell’articolo
>
>
> *Effectiveness and Feasibilityof the Early Start Denver Model*
>
> *Implemented in a Group-BasedCommunity Childcare Setting*
>
> *GiacomoVivanti • Jessica Paynter •*
>
> *Ed Duncan •Hannah Fothergill • Cheryl Dissanayake •*
>
> *Sally J. Rogers • theVictorian ASELCC Team*
> *J Autism Dev Disord*
> *DOI 10.1007/s10803-014-2168-9*
>
> *Pubblicatoon line il 29 giugno 2014*
>
> Il lavoro
> rispetta uno dei requisiti etici fondamentali della sperimentazione: al
> gruppo
> di controllo deve essere dato tutto cio’ che al momento e’ dimostrato
> essere
> evidence based. Al gruppo sperimentale deve essere dato tutto cio’ che e’
> evidence based  piu’ la terapia
> sperimentale.
> Prima di
> passare a commentare i risultati della sperimentazione vorrei fare alcune
> considerazioni sul trattamento educativo/abilitativo che viene dato al
> gruppo
> di controllo, che corrisponde a quanto viene dato di routine in Australia a
> tutti i bambini in eta’ prescolare a cui viene fatta diagnosi di disturbo
> dello
> spettro autistico.
> In questa
> sperimentazione i bambini di entrambi i gruppi vengono  trattati in asili
> normali ma in classi speciali con insegnanti specializzati nell’educazione
> speciale. Lo staff comprende un team multidisciplinare composto da
> logopedisti,
> terapisti occupazionali e insegnanti di scuole dell’infanzia. Le classi
> sono
>  composte da bambini con lo stesso livello di abilita’  anziche’ con
> la stessa eta’. Il rapporto adulti: bambini va da 1: 2 a uno a quattro in
> funzione del fabbisogno educativo.
> Il programma
> del gruppo di controllo puo’ essere definito come un intervento “generico”
> per
> bambini nello spettro autistico, cioe’ un programma che non utilizza un
> singolo
> metodo, una singola “filosofia” o un singolo approccio teorico, ma
> piuttosto
> intende essere onnicomprensivo e offrire un range di strategie di
> insegnamento
> tratte dalle migliori pratiche descritte nelle linee guida. Ogni bambino
> ha un
> programma individuale basato sui suoi punti di forza e di debolezza,
> determinati attraverso valutazioni multidisciplinari che tengono conto
> delle
> priorita’ educative della famiglia. La scelta delle strategie educative e’
> basata sulla conoscenza delle pratiche evidence based e sulle linee guida
> australiane oltre che sul giudizio clinico e sull’esperienza, tenendo
> sempre in
> grande considerazione i valori e le priorita’ delle famiglie. L’intervento
> usato   include strategie tratte dal programma TEACCH,  come l’uso di
> supporti e programmi visivi per assicurare la prevedibilita’, riducendo la
> stress e promuovendo l’apprendimento in autonomia. Strumenti di
> comunicazione
> aumentativa vengono utilizzati quando indicati come utili dalla
> valutazione.
> L’approccio predominante comporta la creazione di un ambiente
> ‘‘autism-friendly’’ (attraverso supporti visivi, attivita’
> strutturate e  attivita’ routinarie ben prevedibili) per facilitare
> l’apprendimento in quattro aree fondamentali: sociale ed emozionale,
> linguistica
> e  comunicativa, motoria e cognitiva.
> Oltre all’insegnamento strutturato, l’insegnamento avviene anche durante
> tutta la giornata nei contesti naturali come il gioco libero, i pasti, il
> gioco
> all’aperto, le attivita’ di autonomia  personale, il gioco in cerchio e i
> tempi passati in compagnia con i pari. Il tutto avendo come riferimento le
> linee guida del centro nazionale per l’autismo emesse nel 2009.
> La consulenza dei logopedisti e dei terapisti occupazionali avviene
> all'interno della classe.
> Il training ai componenti della famiglia consiste in regolari incontri di
> formazione ai genitori da parte dello  staff sanitario ed educativo e copre
>  un’ampia gamma di argomenti, quali le abilita’ di  gioco, la
> gestione dei comportamenti dirompenti,  le transizioni e le strategie di
> comunicazione.
> La famiglia in entrambi i gruppi paga la stessa retta dei bambini
> normodotati, che comprende anche il vitto, senza costi supplementari per la
> “terapia”.
>
> Questa descrizione, cosi’ dettagliata, del trattamento che viene dato al
> gruppo di controllo, e’ interessante per diversi motivi.
> Uno riguarda il rigore della sperimentazione. Chi sperimenta un metodo
> nuovo
> avrebbe il desiderio di mostrarne la superiorita’ rispetto ai metodi gia’
> in
> uso e avrebbe quindi l’interesse a confrontare il proprio metodo con
> qualcosa
> di mediocre in modo che emerga la superiorita’ del suo metodo. Questo non
> sarebbe corretto ne’ dal punto di vista scientifico ne’ da  quello etico e
>  gli autori non cadono in questa tentazione.
> Un'altra considerazione e’ la seguente. Se a tutti i bambini australiani
>  in eta’ prescolare viene dato quanto sopra descritto senza spese
> aggiuntive per le famiglie, mi pare che l’Australia sia un modello da
> conoscere
> e in parte da imitare.
> Per quanto riguarda il pagamento della terapia,
> il meccanismo si basa su un sistema assicurativo i cui dettagli sono al
> link http://www.ndis.gov.au/
>
>
> In altri messaggi faro’ altri commenti all’interessante e utile articolo. A
> presto
>    Daniela
>
> _______________________________________________
> Lista di discussione autismo-biologia
> autismo-biologia a autismo33.it
> ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).
> Fondazione Augusta Pini ed Istituto del Buon Pastore Onlus.
> Per cancellarsi dalla lista inviare un messaggio a:
> valerio.mezzogori a autismo33.it
>



-- 
Prof. Carlo Hanau
docente di Statistica medica
e di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari
Dipartimento di Educazione e Scienze umane
Università di Modena e Reggio Emilia
via Allegri, 9
42121 Reggio Emilia
Università di Modena e Reggio Emilia, tel.0522 523137
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