[autismo-biologia] ricerca clinica

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Sab 18 Gen 2014 14:13:45 CET


Un collega del
policlino Gemelli si è inserito nel dibattito iniziato dall’articolo di
Bomprezzi 
http://www.superando.it/2014/01/14/se-il-buon-giornalismo-diventa-una-sorpresa/
scrivendo
personalmente alla sottoscritta. 


Prima di passare
alla lista le sue considerazioni, che condivido pienamente, vorrei segnalare un
articolo da cui si evince che il Gemelli è un punto di eccellenza e un
riferimento internazionale per la ricerca clinica
http://www.aboutpharma.com/news/scienza-ricerca/ricerca-clinica-al-policlinico-gemelli-nasce-il-clinical-trial-center/

“Ho seguito con
attenzione il dibattito sviluppato sulla lista sul caso stamina, in seguito
all’ottimo e condivisibile articolo di Bomprezzi. Con diverse perplessità.
Sembrerebbe 
-ma potrebbe essere un mia errata deduzione- emerso nella discussione nella
lista che il problema sia solo delle irregolarità vere o presunte, di questo
“metodo”, cui si sarebbe disposti a passare sopra in caso di riscontro di una
qualche efficacia. Temo che la faccenda non sia così semplice:
innanzitutto
purtroppo e per fortuna la medicina e –soprattutto la ricerca -è lontana dai
tempi di Fleming. Non troppo tempo fa (anni 70) l’azione immunosoppressiva di un
farmaco  -la ciclosporina che ha rivoluzionato la terapia
immunosoppressiva in campo trapiantologico –è stato scoperta in modo casuale.
Questo non ha impedito che venisse seguito tutto l’iter allora prevista prima
del suo impiego su larga scala. Oggi tutte le sperimentazioni, anche per i
farmaci più efficaci, devono sottostare alle regole della Good Clinical
Practice. Devono essere eseguiti studi di fase I, II, III. Gli studi devono
essere approvati da un comitato etico.
Sapeste quanto mi
scoccia dover portare una marea di carte al comitato etico per un semplice
studio osservazionale! Eppure tutto questo è nel solo esclusivo interesse del
paziente. Tutte queste pratiche servono a tutelare i pazienti, soprattutto
quelli più fragili su cui ancora fino agli anni 70 venivano sperimentati
farmaci e condotti studi senza alcun controllo e garanzia. Questo anche in
paesi civilissimi come gli USA (nel Willowbrook State Hospital di New York è
stata condotta una sperimentazione sul vaccino dell’epatite inoculando il virus
ai bimbi con grave disabilità lì ricoverati).
Sappiamo benissimo
che oggi più che mai nuovi farmaci, le nuove terapie cellulari geniche
richiedono molte ore di lavoro, molta fatica, e lenti progressi. Possiamo
sperare nei miracoli, che dall’oggi al domani si possa trovare una pozione
magica che faccia guarire  i malati di una determinata patologia. Ma in
campo scientifico anche ai miracoli va tentato di dare una spiegazione. Se non
ci si riesce, siamo nel campo del soprannaturale non della scienza”
Alla prossima
   Daniela
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