R: [autismo-biologia] distribuzione autismo

Riccardo Alessandrelli alessandrelli.riccardo a gmail.com
Mar 5 Giu 2012 21:18:23 CEST


Ritengo che il non aver considerato il fattore "ereditarietà" sia un limite dello studio citato.
Credo che se si iniziassero ad affinare le diagnosi degli autistici all'interno della popolazione adulta, alla stessa maniera di come si sta facendo nell'età evolutiva, si evidenzierebbe il fatto che l'incidenza dell'autismo non avrebbe variabilità consistente all'interno delle varie fasce d'età. Cadrebbero molte convinzioni legate alle ipotesi di danni  ambientali legati ai tossici immessi nell'ambiente nell' epoca contemporanea. 
Il vero problema, come è stato detto nei messaggi precedenti, sta nella eterogeneità delle opinioni diagnostiche, che diventa ancora maggiore nel caso delle diagnosi dell'autismo lieve e delle forme ad alto funzionamento.  Ovvero, quelle forme che giungono più tardi all'osservazione del clinico, e che vedono spesso l'impossibilità da parte di quest'ultimo, di ricostruire la storia sintomatologica del paziente. Il quale, spesso riceve la diagnosi di disturbo di personalità, disturbo bipolare eccetera..... 
Un saluto
Riccardo Alessandrelli



-----Messaggio originale-----
Da: autismo-biologia-bounces a autismo33.it [mailto:autismo-biologia-bounces a autismo33.it] Per conto di Prisco Tiziana
Inviato: martedì 5 giugno 2012 19:24
A: autismo-biologia a autismo33.it
Oggetto: Re: [autismo-biologia] distribuzione autismo

Una precisazione: lo studio al quale facevo riferimento non considerava le caratteristiche dei genitori come fattori di rischio, ma faceva riferimento a possibili fattori ambientali, dagli inquinanti atmosferici ed elettromagnetici alla sovraesposizione precoce ai video.
A presto
tp


Def. Quota daniela marianicerati <marianicerati a yahoo.it>:

> Da: Prisco Tiziana <tiziana.prisco a ausl.bologna.it>
>
> A: Studio Montanini <studiomontanini a virgilio.it>; Autismo Biologia 
> <autismo-biologia a autismo33.it>
> Inviato: Lunedì 4 Giugno 2012 12:07
> Oggetto: Re: [autismo-biologia] distribuzione autismo
>
> La distribuzione varia molto in relazione alla capacità di fare diagnosi.
>
>
> Su questo sono molto d’accordo. Quello della disomogeneità nel fare 
> diagnosi, nonostante l’esistenza di manuali di classificazione, è uno 
> dei problemi che rende di difficile interpretazione tutti gli  studi 
> epidemiologici.
> Però su pub med ho trovto uno studio in cui dùsi evidenziava 
> l'incidenza altissima di autismo e di sindrome di asperger tra i figli 
> dei lavoratori nella silicon valley, che ha fatto aprire molte domande 
> su quali possano essere i fattori di rischio a cui sono esposti quei 
> bambini.
>
>
> Credo che questa sia un’ipotesi di Baron Cohen non confermata dai 
> dati.
>  Copio da
> http://daily.wired.it/news/scienza/2011/11/04/miti-autismo-rain-man-15
> 379.html?page=2 I geek hanno più probabilità di avere figli autistici? 
> Secondo lo psicologo Simon Baron-Cohen, dell'Università di Cambridge 
> (Gb), sì. Ingegneri, matematici, smanettoni del computer e, in 
> generale, scienziati che avvalorano lo stereotipo del 
> fissato-disadattato di laboratorio presenterebbero tratti autistici. 
> Accoppiandosi con una dolce metà dalle caratteristiche simili, 
> avrebbero una probabilità maggiore di generare un prole con problemi 
> di autismo. Se così fosse, la Silicon Valley dovrebbe essere uno dei 
> posti al mondo con il più alto tasso di bimbi con il disturbo, e 
> invece non è così. La teoria è molto contestata. Se ne discute  qui.
> http://www.nature.com/news/2011/111102/full/479025a.html
>  
>
> Una disomogeneità nella distribuzione dell’ autismo che pare essere 
> non fittizia ma reale, in rapporto con una  diversa esposizione a 
> fattori di rischio ambientali, è stata evidenziata in:
>  
> Environ
> Health Perspect. 2011 Jun;119(6):873-7. Epub 2010 Dec 13.
> Residential proximity to
> freeways and autism in the CHARGE study.
> Volk HE, Hertz-Picciotto I, Delwiche L, Lurmann F, McConnell R.
>  
> In questo caso qualche sostanza inquinante proveniente dal traffico di 
> automobili interferirebbe negativamente con il neuro sviluppo 
> embrionale e neonatale in soggetti predisposti, da cui una 
> correlazione tra la prevalenza di autismo e la prossimità a strade di 
> grande traffico durante la gravidanza e nei primi giorni di vita.
>  
> http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3114825/?tool=pubmed
>  
> Copio
> dall’articolo quanto segue
>  
> “The
> association of autism with proximity to freeway, and not to major 
> road, may be related to the larger volume of traffic and 
> concentrations of pollutants observed near freeways
>  
> Toxicologic
> studies suggest a biologically plausible role of air pollution in 
> disrupting brain development and function during critical time points 
> in gestation and early life.
>  
> Diesel
> exhaust particles present in traffic-related pollution have been shown 
> to have endocrine-disrupting activity and to transplacentally affect 
> sexual differentiation and alter cognitive function in mice”
>  
> Lo studio è preliminare  e non è ancora stato replicato, ma è di 
> grande interesse e incoraggia a continuare nella ricerca di fattori di 
> rischio ambientali e pertanto modificabili.
>
>
> Alla prossima
>         Daniela
>
>  
>  
> Def. Quota Studio Montanini <studiomontanini a virgilio.it>:
>
>> chiedevo se esistono studio sulla distribuzione dell'autismo fra la  
>> varie culture e società
>> ossia se la percentuale di autistici varia da europa a asia o a  
>> africa ecc ecc  o se cambia passando da civiltà più o meno  
>> "modernizzate".-
>>
>>
>>
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>
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