Re: [autismo-biologia] A Bologna, presso il Settore Istruzione del Comune, due giornate sull’ADOS

Fabio Bazzoli fabiobazzoli a libero.it
Dom 9 Gen 2011 20:33:48 CET


Sono daccordo Carlo con te e con Vera, si ripropongono nel merito comportamenti già adottati in passato da alcuni sanitari, che utilizzano diagnosi e prognosi per proprio vantaggio più che per il bene dei bambini e delle loro famiglie. Questo avviene ed è sempre avvenuto anche in passato, ad esempio quando si poneva diagnosi  di disarmonia evolutiva o di disturbi specifici e non . Parla chiaro in questo senso la variabilità della prevalenza dei disturbi a seconda di chi parla e di come si opera e l'utilizzo delle patologie correlate per giustificare scelte terapeutiche, riabilitative e di organizzazione di percorsi assistenziali presentati come specifici, per non parlare di interventi che poco hanno a che fare con l'integrazione - inclusione, con il sostegno alla famiglia e alla scuola e con i progetti di vita.
cordiali saluti.

Fabio Bazzoli

----- Original Message ----- 
  From: Carlo Hanau 
  To: autismo-biologia a autismo33.it 
  Sent: Saturday, January 08, 2011 4:53 PM
  Subject: Re: [autismo-biologia] A Bologna, presso il Settore Istruzione del Comune, due giornate sull’ADOS


  Mi piace sottolineare le parole di Vera sulla sindrome autistica
  "disturbo così complesso e complicato, almeno per me, che riunisce in sé talmente tanti elementi disabilitanti che dovrebbero essere oggetto di valutazioni specifiche e accurate e di riabilitazione specifica e accurata prima di accedere ad una diagnosi categoriale definitiva e, soprattutto, prima di accedere ad una prognosi relativa alla possibile disabilità residua di quel soggetto con quel disturbo"

  Sono d'accordo che vadano subito fatte valutazione e riabilitazione specifiche, PRIMA di accedere alla diagnosi definitiva.
  Vi sono invece clinici che giustificano il ritardo dell'intervento abilitativo con la scusa che non è ancora possibile fare la diagnosi definitiva. 
  Ricordo che gli interventi proposti non sono operazioni chirurgiche, ma interventi di pedagogia speciale che comunque non danneggerebbero neppure i normodotati: infatti il metodo comportamentale viene usato anche per gli atleti e per i musicisti.

  Quanto alla classificazione delle persone con autismo ricordo che nella prima ricerca statistica da noi condotta tantissimi anni addietro col Prof.Enzo Balestra sulla base del questionario di Rimland non emersero gruppi omogenei di individui. 
  Soltanto tre caratteristiche avevano un'apprezzabile frequenza, ma si presentavano in appena metà dei casi.

  Queste considerazioni possono ben spiegare una gran parte della variabilità dei numeri ballerini che escono dalle recenti indagini.

  Cordiali auguri
  Carlo Hanau

  PS stiamo mettendo in ordine i novcento iscritti al corso Tecniche comportamentali per bambini autistici, dato che la procedura di iscrizione è stata spesso interrotta. per questo c'è ancora qualche posto per i ritardatari, che possono andare sul sito ESSE3 dell'UNIMORE, aperto in orario di lavoro da lunedi 10 alle 9, fino a copertura dei mille posti.




   
  Il giorno 08 gennaio 2011 13:33, Vera Stoppioni N.P.I. <vera.stoppioni a sanita.marche.it> ha scritto:

    Mi fa piacere intervenire in questa discussione sull'ADOS, dopo aver letto la risposta di Stefano Palazzi che sottolinea la mancanza di discussione in Italia sulla somministrazione di questo test. Sono assolutamente d'accordo con lui ma, aggiungerei, non ci sono gruppi multicentrici di discussione in Italia, per quanto riguarda l'autismo, non solo sull'ADOS, ma anche su altri aspetti relativi ad una diagnosi che io trovo estremamente complicata e generica, mano a mano che passa il tempo e il numero di soggetti chiamati "autistici" che io ho visto aumenta (ne ho visti negli ultimi 7 anni circa 600 e ne ho visti circa 130 in momenti differenti durante un trattamento ABA/VB e logopedico). Non sono proprio d'accordo sulla specificità dell'ADOS nella diagnostica dell'autismo, mentre sono d'accordo con Katia Tonnini che può essere pensato anche come strumento di "verifica periodica" dell'efficacia di un trattamento. Non sono d'accordo sulla sua specificità perchè, a mio avviso, cataloga aspetti che si ritrovano anche in altri disturbi, quali i disturbi gravi del linguaggio o in alcuni ritardi mentali.
    Non so cosa ne pensate voi, ma credo che ormai in Italia molti siano stati i corsi ADOS effettuati, sia per quanto riguarda il suo uso clinico che quello per la ricerca. Io partecipai a Roma a quelli organizzati dal Prof. Persico che avevano come docente la Dott.ssa Corsello, dell'Università di Chicago, collaboratrice della Lord, che ribadì ripetutamente che l'ADOS e l'ADI non sono test "diagnostici" perchè la diagnosi di disturbo autistico è clinica, ma che devono essere utilizzati a supporto della diagnosi. Le sue indicazioni non furono del tutto identiche a quelle che io ho sentito in corsi più recenti con docenti diversi. Tra le altre cose lei ribadì la scarsa adeguatezza dei vari moduli ai soggetti più grandi non verbali, sottolineando che questo dava luogo a risultati imprecisi e discutibili. Ancora, credo che molto pochi siano stati  i momenti di scambio interistituzionale multiregionale concreto e specifico tra noi professionisti che ci occupiamo di autismo, sulla clinica di questo disturbo così complesso e complicato, almeno per me, che riunisce in sé talmente tanti elementi disabilitanti che dovrebbero essere oggetto di valutazioni specifiche e accurate e di riabilitazione specifica e accurata prima di accedere ad una diagnosi categoriale definitiva e, soprattutto, prima di accedere ad una prognosi relativa alla possibile disabilità residua di quel soggetto con quel disturbo. In questo senso trovo che riunire tutto in un unico spettro, come nel DSM 5, non sia poi così male, anche perchè mi piacerebbe molto discutere di cosa parliamo quando differenziamo i diversi tipi di "PDD", se davvero parliamo di differenze in merito alle caratteristiche autistiche, o se piuttosto non parliamo di differenze relative al QI o alle difficoltà linguistiche o esecutive.
    Saluti a tutti e buon 2011.
    Vera Stoppioni

    ----- Original Message ----- From: "daniela marianicerati" <marianicerati a yahoo.it>
    To: "lista autismo-biologia" <autismo-biologia a autismo33.it>
    Sent: Tuesday, December 28, 2010 5:09 PM
    Subject: [autismo-biologia] A Bologna, presso il Settore Istruzione del Comune, due giornate sull’ADOS 



    Una delle notizie sull’autismo che è rimbalzata su molti mass media nell’anno che sta per finire è la revisione diagnostica dell’autismo che è stata discussa e che verrà pubblicata e, quindi, farà testo, nella prossima revisione del DSM, la quinta, che sarà pubblicata nel 2013

    Riporto qualche titolo e qualche stralcio di articolo

    New York Times 10 febbraio 2010
    Revising Book on Disorders of the Mind
    The eagerly awaited revisions — to be published, if adopted, in the fifth edition of the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, due in 2013 — would be the first in a decade.
    UsaToday 10 febbraio 2010

    Updates proposed for psychiatry's 'bible' Autism, binge-eating diagnoses at issue
    By Rita Rubin
    DSM-5 proposes replacing diagnoses for autism, Asperger's, childhood disintegrative and pervasive developmental disorders with a single diagnosis, "autism spectrum disorders," based on deficits in social interaction and communication and the presence of repetitive behaviors and interests.

    Già ora si usa sempre di meno la parola “autismo” e sempre di più il termine “disturbi dello spettro autistico”
    Il rischio è di fare un mare magnum e di aumentare la confusione quando si parla di questo tema. A volte viene da chiedersi “ ma di chi stiamo parlando?”
    Credo che la scelta del DSMV possa essere ragionevole e utile se, a fianco della diagnosi di categoria, per ogni persona con la diagnosi si eseguano anche dei test di valutazione funzionale. E, proprio per potere dialogare tra cultori della materia di tutto il mondo, è bene uniformare l’uso degli strumenti diagnostico-funzionali.
    In ogni lavoro scientifico ormai il campione di soggetti da studiare viene arruolato dopo essere stato sottoposto al test ADOS.
    Per questo ci sono due livelli: quello clinico e quello di ricerca.
    Io confesso che mi convince molto di più, riguardo all’utilità di un test, la testimonianza di una persona che stimo, che il più meticoloso esame della letteratura.
    Tempo fa ho espresso all’amica Katia Tonnini, del Centro Autismo di Ravenna, alcune perplessità sull’utilità dell’ADOS, al chè lei mi ha risposto
    “ti confesso sinceramente che io invece trovo l'ados estremamente utile anche per il trattamento! Ados è un test non strutturato finalizzato a valutare i "punti di debolezza e di forza" (te lo dico alla "pedagogica") della persona e per verificare se gli elementi presenti siano o meno ascrivibili allo spettro. Pertanto, ADOS è, a mio avviso, strumento utilissimo non solo per fare diagnosi ma soprattutto per fare osservazione del gioco e dei comportamenti sociali e dunque per impostare il piano di trattamento”

    Questa sua affermazione mi ha convinto. Solo chi utilizza uno strumento quotidianamente puo’ dire se serve o no.
    E allora credo che faccia un ottimo servizio agli operatori che si dedicano all’autismo l’Associazione Pane e cioccolata organizzando una full immersion di due giorni, 7 e 8 marzo prossimi, sull’ADOS clinico a cui seguirà, per un numero più limitato di partecipanti, un’altra full immersion, dal 14 al 16 aprile, sull’ADOS ricerca.
    I particolari al link
    http://www.paneecioccolata.com/home/iniziative/85-ados2011.html








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  Carlo Hanau
  docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari
  Università di Modena e Reggio Emilia





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