[autismo-biologia] Vagus nerve stimulation therapy
Vera Stoppioni N.P.I.
vera.stoppioni a sanita.marche.it
Lun 5 Lug 2010 18:10:49 CEST
Volevo precisare che in Italia non ci sono esperienze di questo genere,
visto che qualche tempo fa la Dott.ssa Zamponi aveva chiesto a me se
partecipavo a uno studio di questo genere, mai partito poichè la ditta
fornitrice di stimolatori vagali li dà in uso gratuito solo quando lo studio
è gestito dalla ditta stessa. Inoltre nella mia esperienza clinica, di ormai
oltre 500 soggetti autistici visti e in parte seguiti negli ultimi 7 anni,
ho ritrovato epilessia che compare in adolescenza, molto sporadicamente nei
primi anni di vita. Credo inoltre che si debba capire bene cosa c'è nella
diagnosi di autismo che propone lo studio riferito in quanto, a mio avviso,
essendo ormai una diagnosi di ampissimo spettro, contiene al suo interno
probabilmente quadri clinici e ad eziologia e patogenesi molto diverse.
Un saluto a tutti.
Vera Stoppioni
----- Original Message -----
From: "daniela marianicerati" <marianicerati a yahoo.it>
To: "lista autismo-biologia" <autismo-biologia a autismo33.it>
Sent: Thursday, July 01, 2010 3:12 PM
Subject: [autismo-biologia] Vagus nerve stimulation therapy
Il 27 giugno scorso sul Corriere della Sera è stato pubblicato il seguente
articolo
L'impulso che fa uscire i bambini dall'isolamento
di Cesare Peccarisi
Il metodo migliorerebbe la vigilanza e l'aggressività
Da pagina 55 La stimolazione vagale (in sigla VNS), tecnica basata sui
microimpulsi di un neuro-pacemaker posto sotto la clavicola e avviati al
cervello tramite il nervo vago che transita nel collo, si sta rivelando
un'inattesa soluzione per le cosiddette comorbidità, termine che indica
patologie che si presentano insieme. Utilizzata per curarne una, finisce per
funzionare anche nell'altra, sorprendendo gli stessi medici.
Frequenza. L'autismo colpisce fino a 60 bambini ogni 10 mila.
L'ultima sorpresa arriva nell'autismo, la malattia dell'isolamento psichico,
che colpisce fino a 60 bambini ogni 10 mila. Usando la stimolazione vagale
su oltre 300 bambini affetti da epilessia e autismo i neuropsichiatri
infantili diretti da Michael Levy dell'Università della California hanno
visto migliorare anche questo disturbo.
«L'autismo può assumere varie forme», spiega Nelia Zamponi, responsabile del
Centro di epilessia infantile del Presidio Ospedaliero ad Alta
Specializzazione Salesi di Ancona. «Si parla infatti di spettro autistico
intendendo i suoi vari aspetti, come mancata interattività con gli altri,
evitamento dello sguardo, non immediata comprensione delle intenzioni
altrui, comportamenti ripetitivi e problemi di controllo emotivo e di
comunicazione. Il 40% di questi bambini soffre anche di epilessia, spesso
non grave e se questa insorge nel primo anno divita la comorbidità è più
frequente».
Lo studio californiano, appena pubblicato sul Journal of Neurosurgical
Pediatrics, indica che il trattamento ottiene un miglioramento della qualità
di vita degli autistici pari a quello ottenibile nell'epilessia, malattia
per la quale la VNS ha avuto l'approvazione della FDA americana nel '97.
Nel 2004 il metodo ha ottenuto anche l'autorizzazione per depressione
cronica resistente e due anni fa la sua doppia azione si è presentata anche
nell'emicrania associata a depressione: i ricercatori del Besta di Milano,
trattando la depressione farmacoresistente di una paziente emicranica, hanno
visto migliorare entrambe le patologie. Nel 2003 i ricercatori
dell'università canadese di Halifax, curando l'epilessia farmacoresistente
di un paziente anche emicranico, ottennero addirittura un miglioramento
dell'emicrania superiore a quello dell'epilessia.
Che la stimolazione vagale riesca ad agire su varie malattie neurologiche,
da sole o in comorbidità, può essere spiegato dalle molteplici ramificazioni
del nervo vago nel cervello. Gli impulsi della VNS hanno di conseguenza
un'ampia e rapida propagazione e, dato che i neuroni sono cellule
elettriche, i suoi impulsi ne resettano l'attività.
Si è visto che nella depressione tale effetto rimodula i neuroni della
corteccia cingolata anteriore e orbitofrontale, dell'ippocampo e
dell'amigdala. Proprio l'azione sull'amigdala ci riporta all'autismo: uno
studio inglese dei ricercatori del Cambridge Autism Research Centre,
pubblicato sugli Archives of General Psychiatry, ha indicato che fino a 3
anni gli autistici hanno un'amigdala più grossa del normale; poi diventa più
piccola per lo stress cronico dovuto all'angoscia dell'isolamento sociale
vissuto nell'infanzia.
«Pur avendo vari limiti metodologici, come un'inadeguata divisione dei
pazienti o la mancanza di soggetti di controllo in doppio cieco, lo studio
americano indica che la VNS può rappresentare un buon trattamento
sintomatico commenta Zamponi . Qui in Italia stiamo allestendo uno studio
pilota nazionale, nel quale vogliamo essere più precisi degli americani
scegliendo bambini autistici con epilessia lieve: se, infatti, l'epilessia è
predominante, si corre il rischio di non capire se il miglioramento consegua
all'effetto sull'epilessia, o se si è invece esplicato specificamente
sull'autismo. Fondamentale è quindi creare un buon protocollo per
selezionare i pazienti. Difficoltà organizzative hanno rallentato l'inizio
dello studio, ma intanto abbiamo preparato meglio i pazienti, dividendoli in
autistici puri e in comorbidità con epilessia. Nei primi 16 già trattati si
confermano i risultati degli americani: cala l'aggressività emigliorano tono
dell'umore e vigilanza».
La fonte da cui l’articolo è tratto è la seguente
J Neurosurg Pediatrics 5: 595-602, 2010
Vagus nerve stimulation therapy in patients with autism
spectrum disorder and intractable epilepsy: results from the
vagus nerve stimulation therapy patient outcome registry
Michael L. Levy, M.D., Ph.D.,1 Karen M. Levy, R.N., B.S.N.,1 Dayna Hoff,
M.B.A.,1
Arun Paul Amar, M.D.,2 Min S. Park, M.D.,1 Jordan M. Conklin, B.S.,1
Liss a Baird, M.D.,1 and Michael L. J. Apuzzo, M.D.2
Si tratta di uno studio retrospettivo in cui si riesaminano le cartelle dei
pazienti sottoposti a VNS = vagus nerve stimulation
“A total of 393 patients were evaluated in the constant
cohort; 315 patients with intractable epilepsy,
and 78 patients with a history of autism and intractable
epilepsy”
Mio commento
Dall’articolo del Corriere sembra che la terapia sia stata praticata su 300
bambini con autismo ( Usando la stimolazione vagale su oltre 300 bambini
affetti da epilessia e autismo i neuropsichiatri infantili diretti da
Michael Levy dell'Università della California hanno visto migliorare anche
questo disturbo)
La diagnosi di autismo è stata fatta in modo approssimativo
Gli autori dicono infatti di avere avuto “difficulties with the
designation of children within the broad spectrum of autistic
disorders”
Nel follow up, oltre a verificare la diminuzione delle crisi epilettiche,
hanno anche fatto qualche domanda sulla QOL = quality of life, che dovrebbe
migliorare come conseguenza del miglioramento dell’epilessia.
Gli autori hanno trovato che il miglioramento della QOL si evidenziava anche
nel gruppo dei soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico e che l’umore
migliorava in questo gruppo più che in quello senza autismo.
Un mio commento: testare il tono dell’umore nelle persone con autismo è
molto difficile e pare che il follow up fosse fatto solo con delle semplici
domandine
Il clou dell’articolo sta nel grafico in allegato
Mio commento
Se la diminuzione delle crisi epilettiche aumenta la QOL nelle persone
affette da epilessia, non vedo perché non lo dovrebbe fare anche nelle
persone con epilessia e autismo.
Non vorrei sembrare una guastafeste, ma non mi sento di condividere l’entusiasmo
del Corriere.
Interessante la notizia che un gruppo di ricercatori italiani partirà con
una sperimentazione su bambini affetti da autismo e epilessia lieve per
vedere se gli effetti sulla QOL sono superiori a quelli attesi in base al
miglioramento dell’epilessia.
Attendiamo il risultato.
Buona estate
Daniela
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